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Far Cry 4 e il suo parco giochi nel Kyrat - review

Da preda a cacciatore, in un mondo bellissimo.

La missione non è complicata, bisogna solo andare a recuperare degli oggetti all'interno di un avamposto nemico, roba da tutti i giorni in Kyrat. Per arrivarci decidiamo di lasciar perdere il girocottero che tanto il posto è vicino, e il quad andrà benissimo per fare quella manciata di tornanti che ci separa dall'obiettivo.

Superiamo le prime due curve sfrecciando sulle strade sterrate: sulla sinistra la montagna, a destra lo strapiombo e un paesaggio mozzafiato, alla fine è una bella giornata oggi e presto la renderemo ancora più produttiva. Svoltiamo una terza volta e ci si para davanti una scena che non può lasciarci indifferenti: di traverso, sulla strada, una jeep tutta bozzata, sul ciglio della via ci sono tre uomini. Due stanno in piedi, vestiti coi colori dell'Armata Reale, uno dei due punta una pistola contro un terzo uomo in ginocchio con le mani legate dietro la schiena.

L'indicatore viola che compare a schermo mette subito le cose in chiaro, quella che abbiamo davanti è una situazione drammatica capace però di avere anche un esito positivo, per la vita del poveretto malcapitato, certo, ma anche per il nostro punteggio Karma se le cose vanno per il verso giusto. Inchiodiamo col quad, non ci hanno visto, ci acquattiamo muovendoci furtivi arco in pugno, la freccia pronta a scoccare sul primo bersaglio consci del fatto che poi sarà solo questione di attimi.

Il dardo prende il volo dal nostro legno ricurvo e saetta rapido, silenzioso e letale verso l'uomo con la pistola puntata che cade a terra, mentre vediamo il contatore delle uccisioni registrare un colpo alla testa per doppi punti esperienza: ottimo. Il secondo impugna il fucile, ma è in quel momento che una tigre sbuca da un cespuglio e gli salta addosso uccidendolo; ora è lei il nostro primo problema ma il pezzo di carne che portiamo con noi per queste occasioni sembra fatto apposta per distrarla, dandoci il tempo di slegare l'ostaggio e farlo scappare.

Questi due tizi ci hanno fatto ridere più di una volta, e sono esempio di come il design dei personaggi sia curato anche sotto il profilo narrativo.

Questo è solo un esempio di quello che può succedere in Far Cry 4, un gigantesco (per davvero) parco giochi nel quale perdersi e cacciare bestie feroci, combattere gli uomini di Pagan Min, raccogliere piante o lanciarsi in missioni assurde al soldo di una coppia di esilaranti fattoni. Questo è solo un esempio di come il feeling a là Far Cry sia proprio come ve lo aspettate, inizialmente fin troppo simile all'ottimo capitolo che ha preceduto il quarto episodio ma poi sempre più coinvolgente tanto che l'effetto déjà vu si fa sempre più sfocato sotto le grandi pennellate di divertimento che colorano il mondo di Ubisoft.

Ora ci starebbero un bel po' di caratteri sulla storia ma dobbiamo trattenerci dal raccontare ogni dettaglio su uno degli aspetti più riusciti del gioco, che tanto a grandi linee lo sapete già che succede: regione montuosa selvaggia e rurale, dittatore fuori di testa (ma non troppo), guerra civile. Non vogliamo andare ad approfondire lo sviluppo degli eventi e rovinarvi sorpresa, non che ci siano colpi di scena incredibili, ma comunque è bello sentirsi raccontare una storia curata e di qualità senza che qualcuno abbia fatto spoiler prima.

Il nostro consiglio è di avere un po' di pazienza all'inizio, quando anche sotto il profilo narrativo le similitudini con Vaas e le isole tropicali sono un po' troppe, e lasciare che l'ottima caratterizzazione di (quasi) tutti i personaggi faccia il suo dovere nel coinvolgervi in un mondo che appare squisitamente vivo. Il prete che traffica in armi e diamanti, mescolando una sacralità esasperata alla profanità di certi commerci, e l'ottimo duo comico di stupefatti di cui parlavamo in apertura, sono probabilmente i personaggi più convincenti ma anche le figure principali della storia riescono a bucare lo schermo con la loro personalità, con spazio anche a qualche sorpresa.

Uno dei grandi dubbi di questo episodio è probabilmente legato al fascino dell'antagonista principale, apparentemente meno convincente del riuscitissimo pazzoide che incombeva con la sua follia su Far Cry 3. In un certo senso è vero, Pagan Min è molto meno sopra le righe di Vaas ma si tratta di due figure completamente diverse e costruite attorno ad archetipi lontani, e il paragone perde sempre più importanza mentre si procede nell'avventura e si scoprono i tanti retroscena di una narrazione capace di mantenere alta la curiosità fino alle battute finali.

Tra i nuovi nemici di questo capitolo ci sono i cacciatori, agili nei movimenti e fastidiosi nell'evocare bestie feroci.

Ad affiancare le missioni principali troviamo la solita pletora di contenuti aggiuntivi che ormai è un po' il marchio di fabbrica dei giochi Ubisoft. Anche in Far Cry 4 avremo tante missioni secondarie utili a sbloccare potenziamenti per il nostro protagonista (organizzati su due rami, uno più stealth e l'altro di sopravvivenza) e una vagonata e mezzo di attività parallele da portare avanti a piacere. Per esempio si può andare a caccia per potenziare le saccocce (aumentando il numero di armi trasportabili, così come la capienza di zaino e astucci vari), cosa che però potrebbe far storcere il naso a chi non volesse cimentarsi nel passatempo tipicamente maschile della tauromachia (o della lotta con gli animali in generale), e la vedesse come una costrizione.

In realtà i primissimi aggiornamenti dell'inventario ci vengono praticamente tirati addosso, e il peso della caccia non si sente più di tanto. Anche sul fronte delle siringhe curative e di potenziamento siamo più o meno allineati col terzo capitolo: non sono indispensabili ma certo aiutano nelle missioni più complesse e soprattutto a quando si decide di affrontare il mondo al livello di difficoltà massimo.

Già che siamo finiti sul discorso, parliamo di come alcune missioni sembrino capaci di far perdere le staffe anche al giocatore più tranquillo, tanto che il salone dove Ubisoft ci ha invitati per le giornate di prova è stato spesso riempito dalle imprecazioni più diverse. Un po' è colpa-merito di nemici che fanno di tutto per romperci le scatole, lanciando granate, aggirando le nostre posizioni difensive, coordinando gli attacchi su più fronti e sguinzagliando i maledetti cani.

Un po', però, è anche colpa di hitbox non precisissime che talvolta ci fanno sprecare interi caricatori e di una gestione delle collisioni nel corpo a corpo non proprio perfetta, soprattutto quando si cerca di accoltellare gli animali che ci aggrediscono e ci si ritrova a mancarli incomprensibilmente quando questi ci sono letteralmente addosso.

Tutte le caratteristiche di Far Cry 4 in video.

Continuando il capitolo delle cose che ci sono piaciute meno, dobbiamo citare anche dei checkpoint a volte frustranti e gli assalti improvvisi e inaspettati ad opera della fauna locale nel momento meno opportuno. Una maledetta tigre, per quanto maestosa e bellissima, può mandare in fumo diversi minuti spesi ad avvicinarsi silenziosamente a un obiettivo, e magari ci uccide pure perché ci vogliono due caricatori di AK 47 per farla fuori, e tra uno e l'altro ha tutto il tempo di mangiarci per bene.

Quando non ci pensano le bestie, o non ci facciamo scoprire da una vedetta lontana sfuggita alla nostra ricognizione, le missioni si rivelano gustose anche se forse non particolarmente originali. Chi ha spolpato il terzo capitolo si sentirà subito a casa e non solo nelle parti che sono proprio uguali (avamposti e torri radio su tutte), ma anche in alcune missioni della campagna che ricordano da vicino le precedenti avventure tropicali.

Dove invece si respira un'aria sensibilmente diversa è sul fronte estetico, con paesaggi lontani dall'ariosità offerta dall'arcipelago di Far Cry 3 e tonalità cromatiche meno accese, anche se i colori sono comunque sempre vivi. La mappa di gioco è veramente grande ma il fatto che sia tutta un susseguirsi di monti e vallate un po' interferisce sulla percezione delle dimensioni, tanto che si aveva maggiore sensazione di libertà quando si sfrecciava in motoscafo nell'episodio scorso.

Detto questo non possiamo che dare un giudizio decisamente positivo alla direzione artistica, evidentemente curata, e soprattutto alla realizzazione tecnica di Far Cry 4, che è una gioia per gli occhi. Quando ci si leva in volo in girocottero (veramente comodo per gli spostamenti) o si svolazza col deltaplano, si possono ammirare vedute di grande impatto e con un pop-in di oggetti e texture decisamente sopportabile.

Le ambientazioni sono molto piacevoli ma le digressioni a Shangri La sono comunque ben accette (e ben fatte) per spezzare la monotonia.

Abbiamo provato la versione PlayStation 4 del titolo e non abbiamo riscontrato gravi problemi tranne quando un fucile si è incastrato in una cassa e non siamo più riusciti a prenderlo, ma un glitch in 3 giorni ci sta anche e la sensazione è che il motore di gioco sia solido quanto basta per garantire un'esperienza stabile su tutte le piattaforme. Rimane l'incognita della versione PC, piattaforma sulla quale Ubisoft viene tenuta particolarmente d'occhio dopo gli zoppicanti Watch Dogs e Assassin's Creed: Unity, ma siamo felici di dire che su console non ci sono stati i problemi che hanno viziato i lanci di questi due titoli.

Insomma, potrete giocare tranquilli e magari invitare nella vostra partita un amico per lanciarsi verso la conquista delle fortezze più difficili da espugnare nella modalità cooperativa online. Le missioni della campagna principale non sono affrontabili quando si è in compagnia ma il resto del mondo rimane intrigante e in due ovviamente il divertimento aumenta, anche se il titolo non adatta la difficoltà e dunque gli avamposti che prima erano mediamente facili ora diventano proprio una passeggiata.

Giudizio in bilico per quanto riguarda il multiplayer a squadre, invece, con qualche trovata carina ma che non sembra in grado di garantire una struttura sufficientemente solida. Le due compagini che si affrontano (in modalità molto canoniche come il cattura la bandiera o la conquista di posizioni) sono differenziate da arsenale e capacità offensive. Da un lato abbiamo i guerrieri standard con armi e veicoli, mentre dall'altro dei combattenti legati alla cultura indigena, capaci di diventare invisibili quando accucciati e di evocare animali.

Bastano poche partite per rendersi conto di quanto i secondi siano avvantaggiati, anche solo per il fatto di poter sparire nel nulla e piombare sugli ignari avversari. Se a questo ci aggiungiamo delle mappe esageratamente grosse, e dei punti di respawn troppo lontani dall'azione, l'impressione è che serva qualche correzione per rendere appetibile il multiplayer competitivo, allo stato dei fatti poco più che un riempitivo.

L'approccio stealth è quasi sempre preferibile, e alcune missioni lo pretendono, anche se si può sempre optare per l'entrata esplosiva.

Un'ora nel Kyrat e Far Cry 4 sembra il terzo capitolo con un altro pacchetto di texture, dopo tre ore si incomincia a sospettare qualcosa, e nel giro di quattro o cinque ore ci si ritrova invischiati in un mondo vibrante e coinvolgente, arricchito da tantissimi stimoli e da una storia ben sceneggiata con personaggi realizzati sapientemente. Ottimo il doppiaggio in Italiano, con testi che non risultano artificiosi e che più di una volta strappano un sorriso, e notevole l'accompagnamento musicale, sempre sul pezzo.

La varietà delle missioni è garantita dai tanti personaggi che ce le offrono, con qualche digressione in ambientazioni uniche (la mitica Shangri La o le innevate vette della catena montuosa) e la soddisfacente progressione del personaggio contribuisce a dare il peso delle proprie azioni nel mondo di gioco.

Far Cry 4 non raggiunge votazioni maggiori solo perché sembra un po' pigro nel ricalcare fin troppo fedelmente alcune meccaniche del terzo episodio, per un gunplay a volte poco preciso e un comparto multiplayer che soddisfa solo a metà. Detto questo, noi siamo stati tre giorni a Kyrat e non ne abbiamo avuto ancora abbastanza: le cose da fare sono ancora tantissime e, ed è questa la cosa che conta, la voglia di farle non ha fatto che crescere mano a mano che giocavamo. Non sapete che cosa comprare per passare le serate di questo novembre? Ci sono buone probabilità che il titolo Ubisoft faccia al caso vostro.

8 / 10
Avatar di Alessandro Arndt Mucchi
Alessandro Arndt Mucchi: Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

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Far Cry 4

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PC

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