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Far Cry 4: Fuga da Durgesh - recensione

Vivi, muori, ripeti.

Il cinema ha più volte giocato con l'idea di un mondo in cui, qualunque cosa succeda, il personaggio principale si trova incastrato in una realtà parallela dov'è costretto a ripetere all'infinito la stessa giornata. Un mondo in cui tutti, ignari, compiono azioni identiche al giorno prima e dove lui è l'unica variabile consapevole dell'equazione, l'unico granello di sabbia che può bloccare il meccanismo.

Mi riferisco a pellicole come il geniale "Ricomincio da capo" con Bill Murray o, per i più giovani e votati al genere action, "Edge of Tomorrow" con Tom Cruise. In entrambi i casi il protagonista sfugge alla situazione solo dopo innumerevoli tentativi e dopo aver accumulato sufficiente esperienza per capire come riuscirci.

In Fuga da Durgesh ritroveremo esattamente le stesse sensazioni di ansia e frustrazione all'interno del mondo di Far Cry 4, in una disperata corsa contro il tempo dove ogni più piccola decisione avrà un peso determinante su quella successiva.

Il DLC inizia col risveglio in cima a una torre, molto simile a quelle da esplorare nel gioco, un risveglio salutato dalla voce di Pagan Min che ci ragguaglia su ciò che è successo: siamo all'interno della prigione di Durgesh, luogo in cui è Yuma a dettare le regole e dove abbiamo solo mezz'ora per arrivare al punto di estrazione.

Come direbbe il buon Arnold: 'GET TO THE CHOPPA!!'.

Niente armi, nessun oggetto, non abbiamo alcuna delle abilità sviluppate nel gioco principale: siamo esattamente al punto di partenza, con zero esperienza. Fondamentalmente abbiamo le stesse probabilità di sopravvivere con un braccio mozzato in una vasca di piranha, senza considerare il fatto che correre diretti verso la zona di atterraggio ci porterebbe a morte certa, visto che non abbiamo l'equipaggiamento necessario per cavarcela fino all'arrivo dei soccorsi.

Dovremo quindi vagare per la mappa raccogliendo armi, completando missioni e liberando avamposti, così da arrivare all'appuntamento finale preparati e accessoriati meglio di una diciottenne al ballo delle debuttanti.

Tutto questo suona ingiusto, troppo difficile? Mai pensare ingenuamente di aver toccato il fondo, perché il sadismo degli sviluppatori saprà sempre come colpirci mentre siamo già a terra. In caso di morte infatti non solo non ripartiremo nel punto in cui siamo caduti, ma ogni avamposto conquistato, ogni missione compiuta sarà azzerata e ci ritroveremo di nuovo sulla torre, svegliati dalla suadente voce del nostro amico Pagan Min.

Tranquilli però, non tutti i mali vengono per nuocere: le armi, gli upgrade all'inventario e le abilità sbloccate prima di morire saranno là, pronte ad aspettarci. Fuga da Durgesh è allora Infinity Blade che incontra Far Cry 4, una sfida veramente divertente da raccogliere.

Sbloccare gli elefanti è un buon modo per facilitare la vostra partenza a suon di proboscidate.

Inizialmente il limite di mezz'ora sembrerà soffocante, visto che l'HUD mostrerà sempre l'inesorabile scorrere del tempo, tuttavia ci sono molte cose che potremo fare per aggiungere nuova sabbia alla clessidra.

Strappare i poster di propaganda per esempio ci darà un minuto, salvare gli ostaggi anche, mentre liberare un avamposto vale ben cinque minuti; lo stesso vale per le missioni che sbloccano armi e risorse al punto di estrazione. Se ci muoveremo bene potremo prolungare la permanenza a Durgesh anche di un'ora, se invece ci lanceremo allo sbaraglio prepariamoci alla voce di Pagan Min che risuona nelle nostre orecchie e ci dice di svegliarci.

Il problema principale di Fuga da Durgesh sta forse nel fatto che lo giocheremo dopo aver sviluppato già parecchio il personaggio nella missione principale, quando probabilmente avremo ormai dimenticato com'era dura la vita quando avevamo solo due unità di energia, non potevamo fare gli abbattimenti dai veicoli e potevamo contare solo su una pistola senza mirino.

Per portare a termine la missione dovremo quindi fare un bel bagno di umiltà, valutando attentamente ogni mossa ma senza perdere troppo tempo, perché mezz'ora vola davvero in un attimo quando ci si diverte.

Far Cry 4: Ubisoft ci spiega il DLC Fuga da Durgesh.

Umiltà o meno, all'inizio dovremo comunque rassegnarci a morire, e spesso anche, perché sbloccare armi e abilità necessarie per arrivare alla fine, racimolando tutto il tempo necessario, è un compito troppo complesso per un personaggio che parta da zero (a meno che non siate la skill fatta persona). Tuttavia, il fatto di poter giocare in cooperativa potrebbe magari rendere più lieve la fatica.

Peccato solo che di Fuga da Durgesh non introduca armi, veicoli o ambientazioni diverse da quelle che possiamo trovare in Far Cry 4 e che nei 9.99€ del prezzo di acquisto ci potevano anche stare.

In ogni caso il giudizio finale su questo DLC è senza dubbio positivo: è un'esperienza breve ma intensa che consente di vedere un gioco che credevamo di conoscere bene da una prospettiva totalmente differente.

Fuga da Durgesh fa della rigiocabilità il suo più grande valore, richiede pianificazione strategica, velocità d'esecuzione, mira infallibile e un pizzico di fortuna. E pur non aggiungendo contenuti dal punto di vista quantitativo, è comunque molto più interessante di ciò che normalmente troviamo nei DLC.

8 / 10