Far Cry 6 Joseph Collapse Recensione: Ritorno ad Hope County
Il terzo e ultimo DLC di Far Cry 6 ci porta alla scoperta del passato del predicatore.
Dopo due DLC che hanno posto delle stimolanti retrospettive narrative dedicate ai villain più iconici della serie, tra qualche giorno si esaurirà una volta per tutte il supporto post-lancio di Far Cry 6, lo shooter open world di Ubisoft ambientato nell'isola caraibica di Yara.
Il season pass del gioco, curiosamente, è durato appena lo spazio di qualche mese, e invece di addure contenuti all'esperienza principale di questo sesto capitolo, ha scelto al contrario di offrire delle micro-espansioni basate su una formula roguelite che è rimasta la stessa, nel corso dei tre DLC.
Joseph: Collapse, l'ultimo di questa serie di contenuti, proporrà la medesima struttura dei precedenti DLC, questa volta ampliando il passato del visionario Joseph Seed, il predicatore americano fondatore della setta estremista Eden's Gate. Come nelle altre espansioni, il nostro obiettivo sarà quello di fuggire dalla mente deviata del villain, esplorando una vasta mappa punteggiata da attività secondarie e brevi missioni in grado di fare luce su aspetti reconditi della sua personalità.
Se nelle recensioni dedicate alle altre espansioni avevamo avuto modo di apprezzare l'originalità di una ricetta di gameplay inedita per il franchise Far Cry, arrivati alla terza iterazione di questa formula è necessario andare a sottolineare alcune evidenti criticità di questo season pass, che in modo molto indolente si è limitato a proporre una serie di contenuti identici, incapaci di proporre la benché minima variazione sul tema.
Supportate da villain profondi e sfaccettati come Vaas e Pagan Min, le espansioni Insanity e Control erano riuscite in qualche modo ad avvincerci, malgrado un impianto di gameplay monotono e ripetitivo. Collapse, invece, è costruita a partire da un personaggio come Joseph Seed, che nel novero degli antagonisti della serie Far Cry è uno di quelli meno complessi in assoluto.
Scivolando nelle profondità della sua mente, Vaas ripercorreva la sua caduta nella follia svelando molti aspetti del rapporto con sua sorella Citra, mentre Pagan riviveva i tragici eventi della sua storia con Ishwari. In modo del tutto analogo, all'interno della mente di Joseph siamo chiamati a vivere in prima persona i tragici ricordi del villain di Far Cry 5, ma in questo caso i membri della famiglia del predicatore si limitano ad essere delle semplici comparse nel cammino di redenzione del profeta, finalmente consapevole delle sue responsabilità nei fatti avvenuti ad Hope County.
Nel caso del secondo DLC, a stemperare la reiterazione dell'impianto di gioco interveniva un open world molto ispirato dal punto di vista artistico, che riproponeva un'onirica versione del Kyrat capace di conquistarci su tutta la linea. Collapse, purtroppo, cercando di riportare in vita Hope County, finisce col proporre una vasta ambientazione priva di spunti interessanti e incredibilmente generica, fatta eccezione per alcuni elementi che richiamano la simbologia tipica dell'Eden's Gate.
Come nelle altre espansioni, l'obiettivo sarà quello di esplorare la mappa cercando di diventare via via più potenti grazie all'ottenimento di valuta, armi e power-up temporanei, con lo scopo finale di strappare ai familiari di Joseph - John, Jacob e Faith - i tre frammenti della sua croce. Anche questa volta, a impreziosire l'esplorazione, troviamo alcune attività speciali dedicate nello specifico al passato del protagonista, che prevedono di risolvere alcuni enigmi ambientali o di sopravvivere a una serie di violenti scontri a fuoco con i demoni che popolano la mente di Joseph.
Queste missioni sono in realtà l'unico, vero motivo per cui qualcuno dovrebbe giocare a Joseph: Collapse, poiché anche se fanno fatica a sviluppare adeguatamente il personaggio sul fronte narrativo, da quello del gameplay sono tutte ben assortite e divertenti da svolgere. Per il resto, ogni altro centimetro dell'espansione non è altro che un reskin delle precedenti, compresa la meccanica dello specchio, che offre dei potenziamenti permanenti attivi e passivi, e quella delle casse delle armi, che una volta sbloccate grazie a delle attività sulla mappa possono essere potenziate con accessori e ottiche aggiuntive.
Joseph: Collapse, a causa della ripetitività intrinseca della formula roguelite e della natura di queste espansioni tutte identiche tra loro, si rivolge a conti fatti solo ai fanatici di Far Cry 5, entusiasti di pagare il prezzo del biglietto in cambio di pochissimi risvolti narrativi sul personaggio di Joseph. Per il resto, l'espansione è l'emblema del poco impegno che Ubisoft ha dedicato al season pass di Far Cry 6: non solo il DLC è un clone dei precedenti, ma fallisce inoltre nell'offrire un'ambientazione convincente e uno spotlight narrativo adeguato alla figura di Joseph, che anche se non è sicuramente il migliore dei villain della serie, poteva essere approfondito in modo più efficace.
Certo, il DLC permette di sbloccare elementi estetici aggiuntivi per Dani al completamento dei cinque livelli di difficoltà dell'espansione, ma senza la minima ombra di contenuti aggiuntivi per il gioco principale, la prospettiva di ottenere un completo inedito non è particolarmente allettante.
Rimane tuttora inspiegabile la scelta del publisher transalpino, che piuttosto che ampliare la parabola di Dani Rojas e sfruttare ulteriormente la splendida isola di Yara, ha scelto invece di puntare su una serie di espansioni che erano destinate, fin dalle loro stesse premesse, a sfiancare i giocatori con una ripetitività di fondo davvero difficile da digerire, nel lungo periodo. Cara Ubisoft, riportaci a Yara. Ci manca terribilmente.