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FIFA 11

Le ricerca della perfezione secondo EA Sports.

Il primo è forse il miglioramento più rilevante del gioco. Lo scopo che si sono prefissi gli sviluppatori sin dall’inizio è di evitare il cosiddetto “ping-pong passing”, ovvero quel meccanismo per il quale alcuni giocatori continuano a passarsi velocemente la palla fino ad aprire la difesa avversaria gestita dalla IA. Molto divertente quando lo si fa, meno quando lo si subisce…

Ebbene, adesso in modo molto “ruolistico” ogni volta che si effettua un passaggio è come se la CPU lanciasse dei dadi: definita la traiettoria ideale quella che va dal giocatore A a quello B, ogni tiro seguirà una linea che avrà sempre un margine di scostamento. Esso dipenderà da quanto sono “buoni” i piedi di chi lo effettua e dalla difficoltà del passaggio in sé. Ad esempio, ricevendo la palla frontalmente e dovendola rimandare indietro nella stessa direzione, la possibilità di errore sarà bassa. Se invece si riceverà la palla da un lato e si vuole mandarla in quello opposto, lo scostamento sarà maggiore.

Eto'o prova a liberarsi della marcatura dei difensori del Chelsea.

Ovviamente influirà anche il piazzamento e l’equilibrio che si ha al momento in cui si riceve la palla: più si è scomposti e peggio sarà. Tutto questo si è tradotto in un filmato in wireframe dove venivano mostrate accelerate decine di passaggi verso una stessa direzione. Il campione finiva per creare un'area piuttosto ristretta, mentre l'incontrista dai piedi ruvidi ne creava una molto più ampia. All’atto pratico, dopo qualche partita effettivamente non ci si troverà più a premere ripetutamente il passaggio, ma si finirà sempre per valutare la soluzione migliore con una certa attenzione. Il realismo, sentitamente ringrazia.

L’altro punto cardine su cui Rutter ha insitito è il sistema chiamato Personality +: questo si declina nell’estetica, nelle animazioni e negli attributi di ogni calciatore. L’idea è quella di dare una sensazione differente, pad alla mano, nel controllare un Messi piuttosto che un Rooney.

Nelle sessioni che ho effettuato ho visto prove tangibili di questo sistema: Borriello ad esempio ora è molto più “reale” che non il suo sosia dell’anno scorso. Essendo un marcantonio vince molto più spesso i contrasti coi difensori, difende bene la palla col corpo facendo da boa in attacco e ha anche dei piedi buoni abbastanza da nascondere spesso il pallone. Come allo stadio…

Ronaldinho tutte le volte che l’ho usato ha sempre sfornato almeno un assist a partita, cercando anche lo spettacolo (un assist con una rabona, nello specifico). Eppure la sua “leggerezza” si sentiva tutta, così come quella di Pato.

Avatar di Stefano Silvestri
Stefano Silvestri: Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.
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