FIFA 11
Il calcio digitale non è mai stato così realistico.
Eh sì, perché mai come in questo caso il detto "la fretta è una cattiva consigliera" si dimostra veritiero, e questo perché sviluppare il gioco in velocità richiede non solo grandi abilità e altrettanta precisione nei movimenti, ma anche una squadra all'altezza della situazione. Ogni passaggio, anche quello apparentemente più semplice e banale, accresce infatti il margine di errore di quello successivo, portando inevitabilmente a qualche errore che potrebbe rivelarsi più o meno deleterio ai fini del risultato finale.
Il gioco di prima sarà dunque un "privilegio" di pochi: potrete decidere di arginare le difficoltà di costruzione mettendovi alla guida di un club particolarmente prestigioso o, nel caso in cui foste in cerca di una vera sfida, scegliere una squadra priva di grandi individualità tecniche e cercare affinare le vostre capacità, padroneggiando così il gameplay in tutte le sue più piccole sfaccettature. In entrambi i casi, non vi annoierete di certo.
Nel corso della mia prova diretta, dopo aver utilizzato solo squadre di "prima fascia" quali Milan, Inter e Manchester United (con cui ho portato a casa ottimi risultati senza grandi sforzi), ho ad esempio provato ad affrontare il Real Madrid con la Sampdoria, e trattandosi di un club privo di grandi campioni (non me ne vogliano i tifosi blucerchiati) la necessità di cambiare stile di gioco si è fatta davvero impellente.
Trovandomi di fronte a una vera e propria corazzata con pochi, pochissimi punti deboli, sono stato infatti costretto a cambiare prima di tutto il modulo di partenza, optando per un 3-5-2 che potesse far risaltare la forza fisica dei centrocampisti doriani, limitando al tempo stesso le fonti di gioco dei blancos, e successivamente a concentrare il gioco sulle fasce, in modo da limitare le sortite offensive dei due terzini madrileni.
Così facendo la formazione spregiudicata di Mourinho si è scontrata inevitabilmente contro il muro dei miei centrali, Palombo in primis, che a loro volta hanno così potuto fornire un maggior numero di palloni giocabili alla vera stella della mia squadra: Cassano.
Il contributo del talento barese è stato infatti fondamentale ai fini della vittoria finale, e questo soprattutto grazie all'ottima intesa con Pazzini, vera punta di diamante della squadra; saltando l'unico mediano di ruolo schierato dall'IA (nel caso specifico Xabi Alonso) e cercando di allargare verso gli esterni ad ogni occasione, Pazzini è stato infatti in grado di farsi strada tra i due stopper del Real in ben due occasioni, fissando il risultato finale sul 2-0.
Le difficoltà nel portare a casa un tale risultato al livello di difficoltà più alto sono state notevoli ma al tempo stesso non posso negare che l'intensità della partita mi abbia garantito grandi, grandissime soddisfazioni... soddisfazioni che FIFA 10 non sempre riusciva a darmi.
Un'altra novità di rilievo è poi il tanto atteso Personality+, volto a rendere le differenze tra i giocatori sempre più marcate e dunque, evidenti agli occhi di chiunque. A differenza del passato, in cui gran parte dei giocatori erano soliti agire in maniera molto simile indipendentemente dal loro ruolo "naturale", FIFA 11 evidenzia infatti una maggior varietà che vi porterà a percepire significative differenze tra le varie squadre e, addirittura, tra i giocatori che le compongono, sia nel caso in cui le controlliate direttamente o che vi troviate ad affrontarle.
In poche parole ogni giocatore si muoverà, con o senza palla, in maniera unica e originale in base al proprio ruolo dominante e, soprattutto, alle proprie caratteristiche distintive nel mondo reale. Se, ad esempio, doveste scegliere di giocare con l'Inter, non potrete infatti non notare la naturale tendenza di Maicon a percorrere costantemente le fasce, proponendosi in attacco ad ogni occasione.
Allo stesso modo, mettendovi alla guida di una squadra come il Barcellona, la naturale predisposizione dei suoi atleti per il gioco di prima li porterà ad attaccare gli spazi con maggior frequenza al fine di permettere una più semplice costruzione di azioni palla a terra.
E questi sono solo due degli esempi più lampanti che testimoniano il grande lavoro svolto da EA per accrescere il realismo e la sostanziale credibilità dell'esperienza, ma nel corso di ogni vostra partita, indipendentemente dalla squadra selezionata, vi renderete conto di quanto tutti gli organici rispecchino, nelle strategie, nei punti di forza e nelle debolezze, le loro controparti reali.
Tutto questo fa dunque sì che eventuali fuoriclasse risultino molto più determinanti nell'arco dei 90 minuti, facendo sentire il proprio "peso" in maniera tutt'altro che marginale. Proprio come nella realtà, giocatori come Messi, Rooney o Cassano avranno quindi un forte, fortissimo impatto sulle gare che li vedranno protagonisti, rivelandosi talvolta fondamentali ai fini di una vittoria.
Detto questo non posso che ricollegarmi ad un'altra, significativa partita affrontata nel corso della mia prova. In questo caso ho deciso di mettermi alla guida della mia squadra del cuore, la Lazio, per affrontare un avversario tutt'altro che abbordabile, il Bayern Monaco.
Considerato lo scarso numero di campioni a mia disposizione e la qualità complessiva della squadra bavarese, anche questa sfida si è rivelata incredibilmente complessa e altrettanto stimolante. L'impatto di Robben e Ribery sulle fasce si è rivelato infatti tutt'altro che marginale e così, dopo aver subito due gol per mano di Klose (sempre in seguito a una percussione di Robben) mi sono trovato costretto a prendere pesanti contromisure.
La formazione è passata da un 4-3-3 con due ali larghe e un centravanti a un più aggressivo 3-5-2, con terzini bassi (fondamentali per tenere a bada i due straordinari esterni bavaresi) e due punte di ruolo, ovvero Floccari e Zarate, appoggiati dall'immancabile Hernanes.