Fighter Within - review
Errare è umano, perseverare non è next-gen.
Ci sono esperienze che non andrebbero ripetute nella vita eppure, a volte, alcune di esse si ripropongono in modo brutalmente fastidioso, quasi a ricordare che il genere umano è spesso attratto dal lato oscuro. Tra queste c'è il recensire un picchiaduro interamente sviluppato attorno al Kinect.
È il caso di Ubisoft, che dopo aver tentato un difficile esperimento con Fighters Uncaged su Xbox 360, con risultati disastrosi, ha deciso di rimettersi in gioco anche su Xbox One, sperando forse di trovare nel Kinect 2.0 un alleato importante grazie al quale correggere gran parte dei problemi che affliggevano il primo episodio.
Come potrete immaginare i risultati ottenuti sulla console next-gen di Microsoft sono tutt'altro che impressionanti e, soprattutto, fanno sembrare il nuovo Kinect inutile e impreciso quanto il suo predecessore.
Dai test effettuati fino a questo momento, tuttavia, abbiamo potuto giudicare personalmente le ottime qualità della telecamera di Microsoft, sotto molti punti di vista perfino superiore alle aspettative, ma nonostante questo gli sviluppatori sono riusciti ad annullare (in negativo) il salto generazionale compiutodal nuovo hardware.
Fighter Within non solo è caratterizzato da un game design inesistente ma anche da una caratterizzazione artistica anonima e di scarso impatto, un dettaglio sorprendente considerando che stiamo parlando di Ubisoft. Negli ultimi anni è stato proprio il publisher francese a dare vita ad alcuni dei design più ispirati e affascinanti in circolazione, ma evidentemente non tutti i team di sviluppo (e i progetti) vengono seguiti allo stesso modo.
"Sembra che Fighter Within sia stato realizzato di fretta e senza grossi investimenti, solo per poter sfruttare la fame di nuovo hardware"
Sotto molti punti di vista sembra quasi che Fighter Within sia stato realizzato di fretta e senza grossi investimenti, solo per poter sfruttare la fame di giochi che gli utenti tendono a manifestare al lancio di un nuovo hardware, la stessa che ha spinto molti acquirenti di una PS4 a dare fiducia a Knack. In un'atmosfera in cui non è la qualità ma l'effetto next-gen a scardinare i portafogli, l'idea di un gioco di combattimento capace di reagire direttamente ai movimenti dell'utente dev'essere sembrata vincente agli occhi dei dirigenti Ubisoft.
Fighter Within è un titolo in cui dei lottatori stereotipati s'incontrano in arene improvvisate per darsele di santa ragione, approfittando delle pause tra un round e l'altro per scambiare due parole e portare avanti la storia banale sull'eterna lotta tra due scuole rivali per il possesso di un leggendario libro sulle arti marziali.
Tralasciando la caratterizzazione dei combattenti (il burbero scozzese in kilt, il dj di colore, il ninja tatuato e la stregona vudù che sente le voci degli spiriti), a gridare vendetta è proprio il gameplay di Fighter Within, che non solo riesce a far fare al nuovo Kinect una pessima figura, ma riesce anche a non essere MAI divertente nemmeno in multiplayer, un traguardo particolarmente difficile per un videogioco.
Dopo aver avviato il titolo Ubisoft si viene lentamente introdotti a un sistema di combattimento dove, non potendo contare su un joypad o su un arcade stick, il giocatore deve fare affidamento solo sulle proprie forze. Sferrando un pugno con il braccio destro o con il sinistro si eseguono le medesime mosse sullo schermo (diretti e ganci), calciando si sferra un attacco con la gamba, mentre eseguendo alcuni movimenti specifici si sfruttano le tecniche avanzate del gioco.
"Peccato che l'energia spirituale debba essere caricata assumendo una posizione simile a quella richiesta dal menu di pausa"
A causa del ritardo con cui i colpi vengono replicati a video dopo essere stati effettivamente eseguiti, il gameplay di Fighter Within non si basa sulla precisione o sul tempismo, ma punta più su una caotica tempesta di attacchi che possono dare vita a combo (alte o basse) o essere interrotti da dolorose counter.
Ovviamente basta un pizzico di malizia per impedire a qualsiasi avversario umano di eseguire counter "intenzionali", proprio sfruttando a proprio vantaggio la risposta tardiva del gioco. Allo stesso tempo, però, è altrettanto facile far entrare counter casuali, soprattutto per via della presenza delle auto-counter che si attivano dopo aver parato una serie di colpi consecutivi portati alla stessa altezza.
In questo delirio casuale s'inseriscono le prese (lente e difficili da far entrare nel bel mezzo di un combattimento) e gli attacchi basati sul Ki. Peccato che l'energia spirituale debba essere caricata assumendo una posizione pericolosamente simile a quella richiesta dal Kinect per aprire il menu di pausa (ci è capitato più volte di fermare il gioco in modo del tutto accidentale).
Una volta accumulato abbastanza Ki si possono eseguire attacchi di varia natura che vanno dalle testate sui denti a un potente colpo per sbalzare indietro l'avversario (utile per i ring out) o una tecnica acrobatica perfetta per invertire la posizione con il rivale e uscire dalle situazioni difficili.
Peccato che tutto questo non riesca a dare il minimo senso all'azione che avviene su schermo. Le falle nei controlli e nel gameplay di Fighter Within sono tali da rendere questo titolo uno dei peggiori esempi di game design degli ultimi anni.
Anche giocando in multiplayer con un amico la situazione non migliora. Al contrario, vista la vicinanza dei due giocatori è molto probabile che prima della fine del combattimento uno dei due contendenti rimedi una gomitata o un gancio "in real life", aggiungendo il danno alla beffa.
Se avete acquistato una Xbox One e siete alla disperata ricerca di giochi con cui impegnare la vostra console nuova fiammante fatevi un favore e ignorate Fighter Within. Se durante l'anno siete stati così cattivi da meritarvi di riceverlo come regalo di Natale... beh, sfoggiate il vostro sorriso migliore, lasciatelo incartato e correte a riportarlo al negozio il 27, ma non prima di aver aggiunto il nome di Babbo Natale alla vostra blacklist.