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Final Fantasy XII: The Zodiac Age - recensione

Non credete le menzogne di Ondore, nemmeno su Switch!

Final Fantasy XII: The Zodiac Age sbarca anche su Xbox One e Nintendo Switch, portando ulteriori novità al già ottimo prodotto Square Enix.

Sono passati oltre dieci anni dalla prima pubblicazione di Final Fantasy XII su PlayStation 2. Ambientato nel mondo di Ivalice, il gioco riscosse un gran successo in quanto a numeri di vendita e riconoscimenti da parte della critica internazionale.

Più perplesso fu il benvenuto del pubblico, in buona parte stordito da un Final Fantasy così apertamente politico (quasi ogni titolo della saga ha contenuti di questo tipo, sebbene mai in quantità tanto massiccia) e con un personaggio principale, il giovane Vaan, privo della caratterizzazione macchiettistica tipica di buona parte dei JRPG del periodo, fin troppo "normale" per risultare interessante agli occhi della maggioranza del pubblico.

Se il buon vino migliora invecchiando, lo stesso possiamo dire sia accaduto a Final Fantasy XII. In celebrazione del ventennale della saga, in Giappone fu pubblicata una nuova edizione del gioco a un anno di distanza dalla prima, chiamata Final Fantasy XII: International Zodiac Job System. Questa prevedeva numerose differenze e miglioramenti rispetto all'edizione originale, che sono arrivate in occidente solo negli ultimi anni grazie alla pubblicazione del titolo in versione rimasterizzata su console di attuale generazione, sotto la nomenclatura Final Fantasy XII: The Zodiac Age.

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Su console Sony, Final Fantasy XII: The Zodiac Age ha già mostrato i muscoli nel 2017, rivelandosi ben più di una semplice porting in alta definizione dell'International Zodiac Job System; oltre al prevedibile - ma comunque encomiabile - miglioramento della risoluzione di modelli, ambientazioni e testi a schermo, la dodicesima fantasia finale proponeva animazioni facciali modernizzate, una gestione del comparto sonoro al passo con gli standard attuali (con tanto di OST selezionabile tra la versione originale e nuova versione, realizzata ex novo), la correzione di diversi bug presenti nella versione International, un generico ribilanciamento della difficoltà di gioco e moltissimo altro, senza dimenticare ovviamente il più importante dei cambiamenti rispetto al Final Fantasy XII "vanilla": la suddivisione dell'originale scacchiera unica in dodici, distinte licenze, ciascuna attribuibile a un segno zodiacale e corrispondente a una classe diversa dei tradizionali giochi di ruolo.

La versione PC di Final Fantasy XII: The Zodiac Age, uscita qualche mese dopo, introdusse ulteriori migliorie, come il supporto agli schermi ultra-wide, una terza opzione per la colonna sonora selezionabile, New Game Plus e New Game Minus disponibili anche senza aver terminato la prima campagna, eliminazione di qualche glitch legato alla fisica dei modelli dei personaggi e, dulcis in fundo, i spesso ignorati 60fps.

Il Gambit System: tanto semplice da comprendere, altrettanto difficile da utilizzare in maniera davvero efficiente.

Arriviamo quindi agli ultimi giorni di Aprile 2019, mese in cui il mondo di Ivalice è approdata su Nintendo Switch e Xbox One. Entrambe le versioni del titolo si basano sull'edizione PlayStation 4, a cui aggiungono diverse comodità: la possibilità di avviare un New Game Plus portando con sé i progressi della partita precedente, la libertà di configurare fino a tre set diversi di gambit per adattarsi al meglio a situazioni diversificate (una schermaglia, una caccia, un boss segreto, etc.) passando quindi da un set all'altro senza dover modificare per forza la catena di comandi attivata in quel momento e la benvenuta, sensazionale facoltà di cambiare una o entrambe le licenze scelte da ciascuna personaggio, per sperimentare tutte le combinazioni possibili in serenità e senza l'ansia da "min-maxing mancato per sempre"; inoltre, solo su Xbox One è possibile giocare il titolo a 60fps, proprio come nella versione PC.

D'altro canto, l'ammiraglia Nintendo ha dalla sua un vantaggio non da poco, ovvero quello della portabilità. Poter portare con sé un gioco tanto iconico, complesso e sfaccettato come Final Fantasy XII è qualcosa che dieci anni fa sarebbe stato inconcepibile, ma che oggi risulta normale prassi e dimostra quanto il gameplay del titolo ricordi per estetica e feature la classica, "grindosa" struttura di un MMORPG, ma che sull'hardware ibrido della grande N faccia divertire anche nel caso di partite molto brevi, senza che l'esperienza risulti in alcun modo snaturata.

Fin dai primi boss, Final Fantasy XII fa percepire il bisogno d'attenzione e impegno da parte del giocatore.

Tanto curiosa quanto discutibile è la scelta di Square Enix di non implementare tramite aggiornamento le nuove feature nella versione PS4 del titolo, in modo da equiparare perlomeno le versioni console e premiare anche i fan della prima ora, che hanno acquistato il titolo prima di chiunque altro; di contro, l'azienda non è nuova alla pratica della pubblicazione "incompleta" di varie versioni di uno stesso software, in parte per differenziarne l'offerta e non renderli semplici, identici porting, in - buona - parte anche per invogliare l'appassionato ad acquistare più volte edizioni diverse del software tanto apprezzato.

E Final Fantasy XII: The Zodiac Age le lodi se le merita eccome: si tratta di un titolo uscito "troppo presto", quando ancora buona parte del mercato, ma soprattutto il pubblico videoludico non erano ancora alla ricerca di tematiche impegnate, o meglio, di contenuti attuali e credibili all'interno di un prodotto spiccatamente di fantasia, che non fa sforzi per alleggerirne il peso. La saga ha spesso messo in mostra eventi e argomenti molto duri e l'annunciato remake di Final Fantasy VII presenta spunti di riflessione non da poco, ma sempre pervasi da un'aura "fiabesca", calati in un contesto e vissuti da protagonisti caratterizzati con toni per buona parte del tempo sopra le righe.

Vayne Carudas Solidor è un antagonista atipico: tanto carismatico durante i suoi dialoghi verbosi, perde quasi tutto il proprio fascino appena inizia a menar le mani.

Final Fantasy XII è diverso: Ivalice è senza dubbio una realtà ben distante dal nostro mondo, pregna di magitecnologia, brulicante forme di vita dalle fogge più bizzarre, ma tanto i protagonisti quanto gli antagonisti si comporteranno sempre in maniere fin troppo credibili, senza - quasi - nessun colpo di testa, siparietto comico o situazione assurda. Dialoghi assai verbosi, folklore massiccio, protagonista che (in linea con il suo essere un qualunque, umile giovane di strada) fa poche domande e mantiene le distanze da "le faccende dei grandi e della gente importante" si affiancano a un combat system che agli occhi di un ragazzo cresciuto a pane e ATB sembra a un primo impatto più un compito di matematica che qualcosa con cui divertirsi.

I gambit permettono di assegnare a ciascun membro del party un comportamento da assumere nel caso si realizzi una determinata condizione, tale che "se A, allora B": "se il nemico è debole al fuoco, allora utilizzo la magia Fire"; "se un alleato scende sotto il 75% di HP, allora uso una Pozione"; "se il nemico è il più vicino al party, allora attaccherò lui". Le combinazioni raggiungono numeri impressionanti, che insieme alla possibilità di assegnare a ciascun gambit una priorità diversa (e all'inserimento di creare fino a tre set di gambit indipendenti) creano una varietà di build, squadre e strategie quasi intimidatoria e senza dubbio spiazzante per molti videogiocatori.

In Final Fantasy XII la pesantezza di certe situazioni non è quasi mai enfatizzata dalla teatralità tipica di molti prodotti di stampo nipponico.

Il tutto all'interno di un mondo dalle ambientazioni varie ed estese, mappe piene di tesori nascosti (alcuni dei quali fin troppo casuali e anti-intuitivi per essere svelati senza ausilio di una guida) boss segreti, missioni/cacce secondarie, Modalità Sfida, New Game Plus e Minus e chi più ne ha più ne metta: volume e varietà di contenuto di Final Fantasy XII: The Zodiac Age, insomma, riescono a far impallidire buona parte dei JRPG moderni... e, a dirla tutta, anche di buona parte dei recenti Final Fantasy.

Tirando le somme, questa nuova (e si suppone ultima) edizione di Final Fantasy XII perfeziona la già ottima offerta giunta su PlayStation 4 nel 2017 e l'anno seguente su PC. La portabilità di Nintendo Switch è un valore aggiunto di quella versione, grazie a un gameplay flessibile che si adatta a sessioni di gioco di qualunque durata. Unico neo della produzione è la mancata omologazione del contenuto offerto in ciascuna versione attualmente acquistabile, con il titolo che risulta ormai disponibile per ogni piattaforma di gioco di ottava generazione, sempre sotto lo stesso nome, ma sempre con qualche feature in più e in meno.

8 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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