Final Fantasy VII Remake Intergrade (PC) Recensione: Una conversione indolente
Vediamo come se la cava il primo spezzone del remake su PC.
Non può certo dirsi che il progetto di restauro di Final Fantasy VII non sia controverso. Dall'annuncio in pompa magna, alle interminabili attese e attraverso i rumori di grosse difficoltà nei lavori, oltre un anno fa a giungere sugli scaffali è un videogioco che si potrebbe definire - con un pizzico di audacia - persino sorprendente. La ricostruzione tecnico-artistica eccezionale trasuda in maniera piuttosto evidente la passione e la ricerca di Kitase & co, così come la fine ed efficace lavorazione del gameplay mostra una notevole perizia in termini di game design e nella lettura di un'evoluzione nelle dinamiche del medium (qui trovate la recensione completa di Final Fantasy VII Remake).
A gettare più di un velo d'ombra sul progetto e sul suo futuro ci hanno pensato però una comunicazione incerta e alcune scelte produttive scivolose, come la somministrazione frammentaria dell'avventura e il rapporto intrapreso con il materiale originale sotto il profilo narrativo.
Dal rilascio in esclusiva temporale su PS4, poco s'è fatta attendere l'immancabile edizione deluxe - Intergrade, nella circostanza - che ha cavalcato l'onda della nuova generazione di console apportando migliorie tecnico-prestazionali ulteriori ed introducendo un contenuto inedito, l'Episodio INTERmission in compagnia del personaggio Yuffie.
Questa stessa edizione con tutti i suoi contenuti approda anche su PC tramite Epic Games Store, per un prezzo (79,99 euro) che ha già sollevato un chiacchiericcio piccato nell'utenza. Bene, oggi siamo qui per dirvi senza troppi fronzoli - e dopo le ovvie prove del caso - che Final Fantasy VII Intergrade su PC è una conversione piuttosto insipida e pigra, sorretta da un'ottimizzazione comunque discreta e dall'ottimo prodotto offerto.
La base degli asset è quella della versione PS5 del titolo, quindi indubbiamente la migliore. E Final Fantasy VII Remake Intergrade, sotto il profilo tecnico, va detto che è un titolo solido. Certo, troviamo qualche piccola sbavatura, come i pacchetti di texture di taluni elementi in evidente minor risoluzione (i modelli dei capelli su tutti).
Risulta davvero difficile e ingeneroso tuttavia soffermarsi su questi aspetti al cospetto di una ricostruzione così amorevole e pulita di una Midgar ricca davvero di dettagli e personalità. Dalla direzione artistica al comparto animazioni, impreziosito da effetti particellari che l'Unreal Engine 4 riesce sempre ad abbellire, questa edizione è sicuramente la più efficace sotto il profilo della mera resa visiva.
Abbiamo, tuttavia, un'ottimizzazione non ancora solidissima, con percettibili fenomeni di stutter che accompagnano alcuni momenti concitati negli scontri, specie quando la scena è particolarmente densa di elementi, oppure in talune fasi di transizione in cui l'engine elabora ampie porzioni di texture. Sia chiaro, non si tratta di nulla che comprometta la godibilità dell'esperienza o che condizioni gli scontri, e probabilmente il tutto si risolverà con i primi aggiornamenti, ma concorre a restituire la sensazione di un lavoro un pò frettoloso.
Il titolo non è eccessivamente esoso sotto il profilo delle risorse. Come requisito consigliato sono indicati un processore Intel i7 di terza generazione e una GTX 1080. Noi con una configurazione di fascia media che monta un Ryzen 7 di terza generazione e una GTX 1070 siamo riusciti a tenere sempre il framerate sopra i 60 - tra i 70 e gli 80 fps per la precisione - in 1440p, fatta eccezione per gli sporadici fenomeni di cui si diceva poco sopra, con i "dettagli" al massimo. A 2160p le performance si sono assestate fra i 50 e i 60 fps di media, un risultato comunque buono considerate le possibilità della scheda.
Al netto, dunque, di qualche imprecisione - sia di carattere tecnico, che prestazionale - sembra tutto funzionare a dovere. Quel che lascia perplessi e denota la pigrizia dell'operazione è la mancanza di una qualsiasi scalabilità dell'esperienza visiva, certificata dall'assenza piuttosto spiazzante di qualsiasi parametro grafico.
D'impostazioni grafiche se ne possono contare solamente due: il dettaglio delle texture e degli ambienti di gioco. Potete impostare la risoluzione fino al massimo del 4k, oppure alternativamente andare a toccare la voce degli fps, che ha 4 preset: 30, 60, 90, 120. Scegliete la fluidità che vorreste raggiungere e risoluzione e qualità di ambiente-texture si adatteranno in base alle risorse della vostra macchina. Basta. Fine. Chiuso.
Non c'è neanche l'ombra della moltitudine di aspetti che possiamo ritoccare in Horizon Zero Dawn, per citarne uno. Niente filtri di alcun tipo, campo visivo, minuzie estetiche e nessuna menzione alle tecnologie RTX e DLSS di Nvidia che abbiamo visto nell'ottimo porting di Death Stranding, ad esempio. Siamo decisamente al di sotto della "concorrenza", e spiace dover destare un pizzico di malizia, ma la sensazione inevitabile che ci tocca è quella di un lavoro fondato in maniera troppo sfrontata sulla filosofia della massima resa con il minimo sforzo.
Final Fantasy VII Intergrade arriva su PC inerte, indolente, dunque. Svogliato, e forse anche un po' furbo. L'operazione sembra quasi appoggiarsi in maniera eccessiva sulle qualità del prodotto, trascurando persino il cuore dell'ecosistema della piattaforma su cui giunge, ossia la scalabilità nella personalizzazione tecnico-estetica. Se a ciò aggiungiamo un lavoro di ottimizzazione nemmeno totalmente rifinito e un prezzo in pieno clima deluxe, il verdetto in questa sede non può che essere freddo. Se avete solo un PC per giocare, la pillola sarà certamente meno amara - e va ingerita, mi raccomando. Per tutti gli altri, davvero, è difficile trovare una ragione particolare per preferire questa versione, men che meno per bissare.