Final Fantasy IX - recensione
Gidan e soci arrivano su PS4.
Sono passate pochissime ore tra l'annuncio della versione PS4 di Final Fantasy IX e il suo arrivo nei PlayStation Store di tutto il mondo. Ovviamente non è mancato il solito strascico di polemiche dovute al prezzo, ritenuto da molti troppo esoso. In effetti 20 euro possono sembrare tanti per un titolo che si porta sulle spalle oltre 17 anni di storia, ma parliamo pur sempre di un gioco inserito da quasi tutti nella Top 5 dei migliori Final Fantasy di sempre. Vale quindi la pena scaricarlo e giocarlo di nuovo? A nostro parere, sì.
Il gioco lo conosciamo più o meno tutti, ma vale la pena fare un riepilogo per chi all'epoca era forse troppo piccolo per impugnare un controller. La nona fatica del maestro Hironobu Sakaguchi racconta la storia di Gidan, un "bandito" gentiluomo che insieme ai suoi compari decide di rapire Garnet, la principessa del regno di Alexandria. Il piano non va esattamente come previsto e i due (in compagnia di un altro manipolo di personaggi che diventeranno fondamentali nella trama del gioco) si ritrovano fuori dai confini del regno con un'aeronave semi-distrutta e un pugno di mosche in mano.
Dopo un inizio così travagliato i quattro inizieranno così un'avventura indimenticabile, che molti di noi portano ancora nel cuore e ricordano alla perfezione grazie anche ad una caratteristica che rese Final Fantasy IX diverso da tutti gli altri: fu il primo ad essere adattato non in semplice italiano, ma in dialetto. Ogni personaggio principale infatti "parla" (le virgolette sono d'obbligo visto che si parla comunque di dialoghi scritti tramite i classici balloon da fumetto) con un differente accento, dal romano al toscano e via dicendo. All'epoca questa scelta divise il pubblico in due fazioni opposte, chi lo amava e chi ancora oggi si chiedere il perché di questa scelta apparentemente assurda. Rimane il fatto che nonostante dei dialoghi a volte involontariamente buffi, FFIX rimane uno dei capitoli più "intimi" dell'intera saga e più variegati dal punto di vista del character design.
Il gameplay di questo episodio invece ha a suo tempo rappresentato un passo indietro, ma non in senso negativo. Square Enix decise di guardare più nella direzione di Final Fantasy VII dopo un ottavo capitolo ritenuto da molti di rottura. Si ritorna quindi ad un party composto da quattro personaggi e ad un sistema di tecniche speciali chiamato Trance, che ricorda molto da vicino le Limit Break usate da Cloud e soci. Non mancano ovviamente le mitiche Summon, chiamate Eidolon in questo caso. Molte di queste ovviamente sono dei graditi ritorni dai vecchi episodi, come dimenticare la sensuale e glaciale Shiva, il mostruoso e incandescente Ifrit o il gigantesco e possente Bahamut. Insomma, questa nona sinfonia può essere ritenuta un classico Final Fantasy. Forse l'ultimo classico della serie, che dal decimo capitolo in poi spiccherà salti sempre più decisi verso il genere action.
L'edizione PlayStation 4 non è un porting diretto di quella PSone ma di quella PC, uscita all'incirca un anno e mezzo fa. Ciò significa texture ad alta risoluzione, ma anche delle fastidiose bande grigie laterali che vanno a riempire il vuoto lasciato dal formato televisivo 4:3 che non è stato cambiato rispetto all'originale. Ciò ha portato ad un po' di squilibrio negli elementi visto, che alcuni menù sono stati ridisegnati e occupano ora una porzione di schermo sproporzionata rispetto al passato. Niente di particolarmente fastidioso, intendiamoci, ma con un minimo di attenzione in più anche questi dettagli avrebbero potuto essere più armoniosi all'interno di un'opera di svecchiamento comunque ammirevole.
Le novità non si fermano però ad elementi prettamente visivi. Su PS4 è stato infatti inserito l'auto-save, là dove la versione PSone utilizzava invece il classico sistema a punti di salvataggio. Il gioco registrerà automaticamente i progressi ogni volta che entrerete in una nuova location o dopo un evento/combattimento particolarmente significativo. Ciò significa che non dovrete più ripetere lunghe porzioni di gioco come nell'originale in caso di morti fortuite.
Sono state aggiunte delle caratteristiche inedite che probabilmente faranno storcere il naso ai puristi ultra-trentenni, ma che possono ovviamente essere disabilitate a piacimento. Una di queste permette di aumentare la velocità del gioco e addirittura di utilizzare una sorta di pilota automatico nei combattimenti, particolarmente utile per chi ha la mania del "grinding". È inoltre possibile disabilitare gli incontri casuali, che come sempre sono amati da una parte del pubblico, ma odiati da tutti gli altri. Completano il quadro dei "cheat legali", ovvero dei modificatori che possono essere applicati dal menù di pausa per aumentare il danno in battaglia o i Gil ottenuti dopo una vittoria.
Insomma, non si tratta proprio del classico porting "da quattro soldi", non siete d'accordo? Va detto inoltre che il comparto grafico rimane tutto sommato piacevole nonostante i fondali pre-renderizzati mostrino ormai pesanti segni di invecchiamento. I modelli dei personaggi e alcuni filmati d'intermezzo sono però stati migliorati, anche se in alcuni casi questa opera di lifting è andata ad intaccare il frame rate durante le scene in CG.
I maniaci della caccia al Trofeo saranno accontentati da 52 coppe nuove di zecca, compresa quella del metallo più ambito, il Platino. Riuscire ad ottenerle tutte non sarà tuttavia una passeggiata. Alcune richiedono semplicemente l'uccisione di un certo numero di nemici o il ritrovamento di oggetti, altre si sbloccheranno naturalmente con il procedere della storia... ma che ne dite del dover raggiungere il livello 99 con il Chocobo o trovare tutti gli oggetti nascosti nel mondo di gioco?
Siamo sicuri che qualcuno da giorni è già all'opera per "platinare" il titolo e che molti altri si faranno ingolosire dalla possibilità di rigiocare in maniera più che dignitosa questo grande classico, invecchiato in maniera incredibilmente buona a livello di gameplay, un po' meno dal punto di vista tecnico. Ora non ci resta che sperare che Square Enix si decida a riempire l'unico buco mancante, portando anche Final Fantasy VIII su PlayStation 4.