Final Fantasy IX (Switch) - recensione
Il porting svogliato di un ottimo JRPG.
Final Fantasy IX, visto col senno di poi, ha chiuso un'epoca. È stato l'ultimo capitolo della saga ad uscire per la prima PlayStation, attorno al quale si erano all'epoca concentrate parecchie aspettative.
La diatriba da 20 anni è sempre la stessa: ogni nuova generazione di videogiocatori s'innamora del primo Final Fantasy giocato. In molti pensano quindi che il nono capitolo sia il migliore della saga, molti altri tirano in ballo il sesto, settimo, ottavo o decimo capitolo. Una battaglia sterile, basata su gusti personali e di ragionamenti di pancia.
Final Fantasy IX non è stato un episodio che abbia rivoluzionato il gameplay o la narrazione della serie. Ha comunque rappresentato un ritorno alle atmosfere puramente fantasy del franchise e migliorato artisticamente la tecnica degli sfondi pre-renderizzati introdotti da Final Fantasy VII.
All'epoca erano molto di moda, anche per altri generi come i primi tre Resident Evil, per sopperire alle carenze tecnologiche e allo stesso tempo garantire una maggiore bellezza grafica, seppure decisamente statica.
Il giocatore si muove quindi all'interno di questi dipinti (poco) interattivi, esplorando città di diverse grandezze e dungeon, oltre a una grande mappa del mondo in 3D. Tra aeronavi, combattimenti e una storia sempre al centro come da tradizione, il copione del gioco di ruolo giapponese è servito. Square-Enix ora ha portato la nona fantasia finale anche su Xbox One e Nintendo Switch, di cui abbiamo provato questa ultima versione.
A differenza delle atmosfere cyberpunk del settimo capitolo e alla melensa storia d'amore dell'ottavo, Final Fatasy IX procede con un racconto più scanzonato e con personaggi archetipici: il protagonista Gidan, eroe a sua insaputa, il maghetto Vivi in cerca della sua identità, il cavaliere senza macchia e senza paura Steiner, la principessa Garnet. La storia però con il prosieguo acquista uno spessore maggiore, così come i personaggi, con tanto di colpo di scena verso le battute finali del gioco che fa da spartiacque.
A livello estetico si assiste a un ritorno al super-deformed, oltre al mescolamento di razze tra umani e animali. Un lavoro artistico lodevole, ottime sequenze di intermezzo e un comparto tecnico decisamente apprezzabile.
Stessa cosa dicasi per il gameplay: i combattimenti, sempre casuali, sono a turni, del resto si tratta di un classico Final Fantasy. Il sistema che sorregge il tutto è l'Active Time Battle, usato per la prima volta a partire dal quarto capitolo e decisamente uno dei più apprezzati. Ogni personaggio del party, per un massimo di quattro, ha a disposizione una barra che si riempie in tempo reale, scandendo il turno per effettuare una mossa. Questo rende gli scontri più dinamici tra attacchi, magie, evocazioni e colpi speciali, assolutamente uno dei migliori sistemi di combattimento mai creati per un gioco di ruolo, dinamico e molto divertente, seppur a turni. È un peccato che sia stato abbandonato negli ultimi capitoli della saga, in nome di un ammodernamento che ha un po' tradito le origini.
Il titolo in sé è quindi molto valido, un classico da giocare e rigiocare, ma purtroppo questo porting soffre di tanti, troppi difetti mutuati dalla versione mobile del gioco. Anzi, la cattiva notizia è che Square-Enix ha trasposto la versione iOS e Android su Switch. Su PS4 è già uscito nel 2017 ma la versione su Switch è praticamente uguale a quella mobile uscita nel 2016.
Già con Chrono Trigger su PC il publisher ha avuto dei problemi, a causa di numerosi riferimenti ai controlli touch ed errori di traduzione. Chi ha giocato la versione originale di Final Fantasy IX lo capirà da subito: i modelli poligonali dei personaggi sono migliori, più definiti e complessi, proprio come su PC, Android e iOS. Il problema sta nel fondali: sono in bassa risoluzione e stridono assolutamente con i modelli dei personaggi, quasi a creare un effetto di sovrapposizione.
Sembra che gli sfondi siano sfocati e da questo punto di vista si poteva fare molto di più. È chiaro che l'impegno, anche economico, di ridisegnare tutti i fondali sarebbe stato oneroso, ma stiamo parlando di un pezzo di storia dei videogiochi. Un "restauro" andava fatto, non per forza ricominciando da capo: la folta community di modder ha dimostrato che con filtri migliori si possono ottenere risultati decisamente migliori.
Un altro frangente che richiedeva meno sforzi per essere migliorato son i menu e i font, anch'essi mutuati dalla versione mobile del gioco. Addirittura quando viene chiesto di cambiare il nome di un personaggio principale appena incontrato, è stato lasciato il riferimento all'impossibilità di usare emoticon.
E ancora, su Switch si vedono delle bande a destra e sinistra perché il rapporto d'aspetto è rimasto ancorato sui 4:3 per una questione di risoluzione. L'immagine non viene quindi visualizzata a schermo interno. Rimangono addirittura i bug riscontrati nei precedenti porting, come la musica di sottofondo nella mappa del mondo che riparte da capo ogni volta che si finisce un combattimento. Il che è frustrante.
C'è poi la questione della possibilità di velocizzare dialoghi e combattimenti, premendo il tasto dorsale: è poco gestibile e tediosa perché per attivarla bisogna mettere in pausa, oltre a restituire un effetto alla Benny Hill.
Questo porting non aggiunge praticamente nulla ai contenuti della prima versione, a parte i modelli 3D migliorati e una definizione maggiore durante le belle cut scene. Chi non ha giocato Final Fantasy IX e possiede una Nintendo Switch può accedere a un ottimo JRPG, ma non si aspetti miglioramenti di spessore rispetto al titolo di 20 anni fa. Gli altri lascino perdere.