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Final Fantasy Type-0 HD - prova

L'araldo di Final Fantasy XV arriva dal passato.

Recentemente, gli appassionati del bizzarro mondo dei videogiochi hanno a disposizione un nuovo modo di ammazzare il tempo, e cioè il tentare di indovinare quale gioco della passata generazione verrà trascinato, spesso a forza, in quella attuale. Ci si azzecca senza troppa fatica (vedi il caso fresco di Dark Souls 2) e la sensazione che la manovra abbia il solo scopo di batter cassa non abbandona mai, nemmeno in caso di remake di eccezionale qualità.

Final Fantasy Type-0 HD non rientrava da tempo nei radar quando ne fu annunciata un'edizione per PlayStation 4 e Xbox One. Difficile immaginare una seconda vita per questo particolare RPG uscito nel 2011 su PSP solo in Giappone e con meccaniche action atipiche per la serie, tradizionalmente incentrata sui combattimenti a turni.

Eccoci quindi di fronte ad un primo grande pregio del titolo di Square Enix: rendere disponibile l'esperienza di gioco al mercato occidentale, tagliato fuori dalla release del 2011. Ciò attuenua la sensazione di déjà vu creata dai vari remaster, perché in molti saranno alle prese con un gioco effettivamente inedito, che non si limita a condire con salse diverse la stessa pietanza.

I vantaggi dell'attesa sono inoltre molteplici e ne analizzeremo solo alcuni in questa anteprima, che ci ha dato modo di giocare l'intero primo capitolo e di dare un'occhiata a quello che ha da offrire il secondo.

Tre componenti della squadra Zero si preparano per un'evocazione, che si preannuncia devastante.

Il miglioramento più lampante è senza dubbio l'aggiornamento del motore grafico a standard moderni. A colpire in più di un'occasione è l'eccellente sistema di illuminazione impiegato, che davvero nulla ha da invidiare a quello di altri titoli contemporanei. Le superfici riflettono la luce in maniera realistica e spettacolare, con menzione speciale per quelle metalliche, i cui riverberi appaiono a più riprese stupendi.

Piccola nota dolente per la discontinua qualità delle ambientazioni, che tradiscono l'origine del gioco forse più di ogni altro elemento grafico. Le strutture si presentano molto squadrate e altri elementi come barili, casse e container presentano lo stesso problema. È proprio a questo aspetto che gli sviluppatori dovrebbero mettere mano prima dell'uscita prevista per marzo, perché il contrasto fra gli elementi dello scenario e gli altri modelli del gioco è fin troppo evidente.

Quelli dei personaggi mostrano infatti una grande cura riposta nel correggere le imperfezioni inevitabilmente legate al limitato hardware della PSP. I prodotti di tali sforzi sono modelli dettagliati e dall'aspetto fresco, con texture all'altezza, un numero di poligoni superiore, belle animazioni e un aliasing praticmanete assente. I giochi di luce a cui accennavamo si estendono anche alle eventuali componenti metalliche presenti nell'equipaggiamento di ciascun protagonista o mostro, per un risultato di grande impatto.

Ciò è molto importante, dato il numero di protagonisti da controllare. Quattordici sono i membri della Classe Zero, il gruppo di combattenti che seguiremo e comanderemo per difendere il regno di Rubrum dagli attacchi del Milites Empire, uno dei quattro regni che compongono il mondo di Orience e che ha dato inizio ad una guerra su vasta scala.

Un attacco che farà male. Il comparto artistico si mantiene sui consueti ed eccellenti livelli della serie.

La violenza del conflitto si palesa già durante l'introduzione, durante un attacco del Milites Empire, preso a pretesto per darci modo di far pratica con i comandi e i numerosi aspetti di Final Fantasy Type-0 HD.

L'impronta action data dal game director Hajime Tabata non è certo sinonimo di un gameplay povero. A ciascuno dei quattro pulsanti principali del pad corrisponde una precisa mossa, che data l'assenza di una struttura a turni viene eseguita immediatamente dal personaggio attivo. Con la croce direzionale è possibile passare agli altri membri del team disponibili durante la missione e ciascuno di essi possiede diverse abilità esclusive, così come una vocazione al combattimento in mischia o a distanza.

Gli scontri sono piacevolmente frenetici anche se abbiamo avuto la sensazione che nelle fasi avanzate del gioco le sezioni particolarmente affollate saranno difficili da superare al primo colpo, senza cioè aver studiato a costo di qualche batosta le caratteristiche degli avversari, i loro punti deboli e il modo migliore per attaccarli, approfittando magari dei loro momenti di debolezza per assestare provvidenziali colpi critici.

La già imbarazzante varietà di gameplay offerta dai personaggi è ulteriormente amplificata dal sistema di crescita degli stessi, con diverse statistiche potenziabili e la possibilità di utilizzare nuovi oggetti e armi recuperati nel corso dell'avventura.

Alcuni attacchi basati sull'energia elementale si riveleranno più efficaci di altri contro alcuni avversari.

A ciò vanno aggiunti i diversi tipi di missioni, che prevedono la classica serie di combattimenti in terza persona descritti poc'anzi, la gestione di armate e città in conflitti su scala regionale e scontri in cui dirigere gargantuesche evocazioni contro nemici altrettanto poderosi.

Se la qualità e il divertimento offerti da Final Fantasy Type 0-HD si manterranno costanti per tutto l'arco dell'esperienza, le probabilità che a marzo trovermo sugli scaffali un "must buy" crescono esponenzialmente. Ci resta una sola perplessità, che ci terrà in apnea fino al nostro prossimo incontro col gioco: gli scontri avvengono infatti in spazi mai vasti, un aspetto senza dubbio imposto dalle capacità dell'hardware per cui il titolo di Square Enix è stato concepito.

Ciò significa che i caricamenti per spostarsi da un'area all'altra sono assai frequenti e che l'idea di muoversi all'interno di un percorso fatto di contenitori più o meno grandi è difficile da abbandonare. E se il primo è un problema di poco conto, data la rapidità dei tempi di attesa, il secondo aspetto potrebbe rappresentare l'unico neo di una produzione altrimenti già da ora molto solida.

Avatar di Matteo Tabai
Matteo Tabai: È un ragazzo abbastanza alto, appassionato di videogiochi, musica, montagna e buon cibo. Onnivoro sia a tavola che con un controller in mano, ha l'assurda pretesa di fare dei videogames la sua professione. Chi vivrà, vedrà.
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