Florence - recensione
La graphic novel interattiva ritorna su PC e Nintendo Switch.
Giocare, analizzare e commentare un titolo puramente artistico, fa sorgere sempre le sue difficoltà. Negli anni siamo stati abituati a vedere capolavori di game design e grafica, giochi che hanno segnato la storia e hanno dato inizio a un vero e proprio genere nuovo.
Se con Journey, Flower, Rime o Abzu si è dettato un vero e proprio canone, dall'altra parte molti sono stati i fallimenti raccolti per conquistarsi il favore della community. Sviluppare e realizzare un titolo che abbia come movente la pura arte, è più difficile di quanto già sembri.
E Ken Wong questo lo sa bene. Ottiene il suo successo con il team Ustwo Games come lead designer di Monument Valley, per poi separarsene e aprire un nuovo studio, Mountains, di cui diventa il creative director. Un solo motto lega i lavori del team: "Creiamo giochi che indugiano nei cuori e nelle menti".
Da qui nasce Florence, interactive novel, approdata nel 2018 su dispositivi mobile ma arrivata finalmente quest'anno anche su PC e Nintendo Switch. Non è facile descrivere il gioco in poche parole: Florence è una storia d'amore, di gioventù, di talento e di indipendenza. E fa tutto questo con profonda delicatezza, quasi sussurrando.
Il titolo si dispiega in venti capitoli divisi in sei atti, e narra le vicende di Florence Yeoh, una ragazza di 25 anni con la passione per la pittura. La sua vita scorre nella grigia monotonia della quotidianità, tra un lavoro che non la soddisfa e una vita sociale da qui fugge. Le sue giornate sono caratterizzate dallo zapping tedioso sul cellulare e dalle telefonate sempre più sfuggevoli con la madre, la quale la interroga continuamente sul suo futuro e sulla sua vita sentimentale.
Un giorno, però, tutto cambia con l'incontro di Krish Hemrajani, un giovane violoncellista talentuoso con la passione per la musica. I due si ritrovano a essere i due pezzi mancanti del puzzle perfetto e la loro vita riacquista finalmente colore e significato.
Capitolo dopo capitolo, seguiamo l'evoluzione di Florence nella scoperta di un amore sincero, senza limitazioni. Attraverso esso, i due protagonisti riscoprono se stessi, spiccano il volo verso le proprie passioni e assaporano veramente la vita, con i suoi alti e i suoi bassi. Scopriremo la bellezza del condividere, la frustrazione dei fallimenti e l'importanza del "sapere lasciare andare". Il titolo di Mountains è, per così dire, un romanzo di formazione multimediale.
Proprio come un fumetto interattivo, seguiremo ogni vicenda in maniera più ravvicinata, che sia semplicemente mediante un sistema punta e clicca o attraverso una serie di minigiochi. Il tutto, però, con quella delicatezza che tanto lo contraddistingue.
Non avremo dialoghi veri e propri, se non raramente e non tra i due protagonisti. Tutto sarà cadenzato dall'emotività e dalle sensazioni che essi ci trasmetteranno. Una storia quasi muta che non ha bisogno di parole per essere compresa e apprezzata.
La bellezza di Florence sta proprio nel non avere un singolo registro narrativo di riferimento. Ogni minigioco, ogni attività in cui saremo impegnati, è dedicata e rispecchia le varie fasi della vita. Se inizialmente ci ritroveremo a dover dipingere alcune figure basilari (proprio come ci hanno insegnato all'asilo), più avanti scopriremo l'importanza delle parole e il peso che queste hanno su gli altri.
Perfino le conversazioni rispecchiano i caratteri e gli umori dei due protagonisti. Inizialmente i balloon saranno molto articolati e rimettere insieme tutti i pezzi sarà più arduo. Pian piano che la conoscenza diventerà più intima, invece, anche i balloon saranno più semplici, quasi unitari. Allo stesso modo, durante una litigata, il nostro interlocutore sarà molto veloce nel rimettere insieme tutti i pezzi e quasi aggressivo nel susseguirsi delle battute.
Florence è un gioco fatto di dettagli e lo dimostra la cura e l'attenzione che ogni minigioco possiede. Conosceremo l'ansia e l'imbarazzo della convivenza, attraverso la scelta degli oggetti da portare nella nuova casa. Vivremo l'angoscia di ritrovare una vecchia foto e l'ardua scelta di tenerla o buttarla via. Capiremo l'importanza dei ricordi e di quanto certe volte essi vadano abbandonati. Ogni dettaglio in Florence è fondamentale e racconta una propria storia.
Tuttavia, per quanto apprezzabili siano i minigiochi, non possiamo fare a meno di evidenziare l'eccessiva facilità con cui sono risolvibili. Non c'è e non ci sarà alcuna sfida nel portarli a termine e anche quando, per esempio, perderemo una lite o non saremo abbastanza pronti nel rispondere, non accadrà nulla di particolare.
Sicuramente il titolo non si prefigge una particolare difficoltà. Lo scopo ultimo è solo quello di narrare una storia, tutto il resto è superfluo. Un'argomentazione più che condivisibile se non fosse per l'estrema ripetitività dei minigiochi che, tolti un paio di grande spessore artistico, risultano essere piuttosto simili. Se uniamo anche una longevità minima (il completamento del gioco richiede meno di un'ora), il risultato è un prodotto potenzialmente eccellente ma all'atto pratico carente.
Una durata complessiva così breve non sarebbe di per sé neanche un problema. Ciò che però disturba la resa finale è una storia splendida ma in alcuni momenti fin troppo affrettata. Avremmo preferito una durata leggermente maggiore a favore di una migliore introspezione di determinate tematiche. Essendo poi un gioco lineare, senza collezionabili di alcun tipo o eventi modificabili, Florence non invoglia a tentare una seconda run.
Indubbia è comunque l'eccellenza del comparto artistico, sia esso sonoro che grafico. Il titolo si presenta come una vera e propria graphic novel vivente, attraverso l'utilizzo del fumetto e di disegni egregiamente realizzati a mano. La palette di colori si sposa estremamente bene con l'intento descrittivo del gioco: l'utilizzo del grigio, sovrastato dai colori sgargianti di una vita ritrovata, dona alla storia tutto un altro sapore.
E questo tripudio di sfumature non può che non essere accompagnato da una colonna sonora perfettamente calzante e consona a ogni fase della vita. Anche questa volta dettagli e piccolezze non vengono lasciati al caso, ma sottolineati da un comparto artistico che da solo regge tutta l'opera.
Florence è quindi riuscito a rientrare nel novero dei giochi artistici che lo hanno preceduto? In definitiva sì, seppur con qualche tentennamento. Il primo progetto di Mountains è sicuramente una perla che va conosciuta e apprezzata per il grande lavoro artistico svolto dal team. Tuttavia possiede dei margini di miglioramento che possono fare da spunto per coloro che vogliano addentrarsi in un genere così delicato.
Vale la sua chance? Sì se avete voglia di scoprire, di ritornare bambini, adolescenti, giovani adulti. Perché Florence è prima di tutto scoperta: la scoperta di una ragazza che impara a camminare con le proprie gambe, la scoperta di un'altra metà a cui abbandonarsi completamente e con cui sognare un futuro, la scoperta della potenza del proprio cuore e di quanta preponderanza abbia nella vita.
Florence è un invito a scegliere e a scegliersi. E noi vi rilanciamo la stessa esortazione.