Foreclosed - recensione
Un mondo cyberpunk tutto italiano.
Foreclosed, per chi non lo sapesse, in inglese significa "precluso, escluso, pignorato" e mai come in questo caso la definizione calza a pennello al protagonista di questo particolare ibrido tra visual novel e TPS in salsa cyberpunk. Nel futuro cyber-distopico immaginato dal mini-team tutto italiano Antab Studio, voi siete un uomo qualunque, che si sveglia nel suo cubicolo iper-tecnologico sperando in un futuro migliore. Passa la vita nel tentativo di saldare il suo debito. Sì, perché nel mondo in cui vive Evan Kapnos le identità personali non esistono. Vengono acquisite praticamente alla nascita e bisogna lavorare per riuscire a riappropiarsene... ammesso che si possa.
Un "bel" giorno ad Evan viene preclusa anche questa sua identità in prestito e con essa l'accesso a qualsiasi interazione sociale. I volti delle persone che incontra vengono oscurati (avete presente quel folle episodio di Black Mirror?) e le sue finanze totalmente bloccate. Diviene in sostanza un errore di sistema e come tale deve essere eliminato.
Fortunatamente per lui, dal nulla spunta una voce che parlando direttamente alle sue sinapsi lo aiuta a fuggire quasi prevedendo le mosse dei suoi persecutori e conducendolo in un luogo temporaneamente sicuro. Vi ricorda l'inizio di The Matrix? E magari anche un episodio di Black Mirror, giusto? Avete ragione, i ragazzi italiani che hanno sviluppato Foreclosed sono evidentemente degli avidi consumatori di film e serie sci-fi ma questo ai nostri occhi non può che essere un pregio.
Le (dis)avventure di Evan vengono narrate con un gustoso stile comics che ricorda quello del tie-in di XIII (quello del 2003, non il pessimo remake uscito di recente), con tavole animate che mostrano da diversi punti di vista il sincopato svolgersi degli eventi. Efficace ed estremamente piacevole da vedere, Foreclosed è anche assai interessante sotto il profilo ludico, al netto di alcuni problemi che andremo a breve a descrivere. Il mix tra avventura di stampo narrativo, con semplici enigmi ambientali e pseudo-QTE, e fasi da vero e proprio sparatutto in terza persona funziona ma non al meglio a causa di una certa leggerezza nella recensione di queste ultime.
A non convincere in pieno è il gunplay che non restituisce minimamente la sensazione di impatto e potenza delle armi. Le sparatorie si riducono quasi sempre a precari appostamenti dietro coperture più o meno temporanee utili a non soccombere al costante svantaggio numerico a cui Evan è sottoposto. "Precari" perché in Foreclosed non esiste purtroppo un sistema di lock-on delle coperture "alla Gears" che avrebbe garantito un comfort maggiore agli scontri a fuoco e tolto di mezzo un altro dei problemi del gioco: il sistema di inquadrature.
Il posizionamento semi-centrale della telecamera, posta alle spalle del protagonista, tende ad essere messa in crisi dalle ambientazioni più anguste, che non mancano, e a volte può diventare motivo di irritanti morti impreviste. Queste portano al terzo difetto del gioco: il bizzarro posizionamento dei checkpoint che in alcuni casi ci ha costretto a ripetere porzioni di gioco di circa 15/20 minuti.
Molto più bilanciate risultano invece le sezioni stealth, durante le quali è possibile utilizzare le cyber-modifiche di Evan per interagire con gli impianti dei bersagli mandandoli in temporaneo cortocircuito o bruciandoli del tutto. A seconda della situazione possono tornare utili anche per attivare meccanismi a distanza o scovare segreti nascosti.
Interessante la possibilità offerta da alcuni livelli di scegliere diversi approcci agli scontri, usando strade alternative capaci di tagliare intere porzioni di livello o concedere visuali alternative utili a pianificare una tattica diversa. Non siamo ai livelli delle migliori produzioni Arkane e con il procedere del gioco tendono a diluirsi un po' troppo, ma è comunque un'ottima dimostrazione di abilità nel game/level design.
I difetti appena citati possono tranquillamente essere inseriti nella categoria "peccati di gioventù" e pur sporcando in parte l'esperienza di gioco non riescono a rovinare del tutto un'avventura davvero ispirata e avvincente. I ragazzi di Antab Studio hanno talento ed entrano di diritto nella schiera sempre più folta dei team italiani che ci auguriamo si facciano notare a livello internazionale. Al netto dei suoi problemi strutturali (che in parte possono essere corretti da opportune patch) Foreclosed merita comunque ampia considerazione e ci auguriamo abbia successo, così da consentire in futuro lo sviluppo di progetti ancora più ambiziosi e rifiniti.