Fortnite - recensione
Architetti guerrafondai.
L'early access è ormai una formula assodata nel mercato dei videogiochi. Vederla però su console fa ancora un effetto strano, in uno scenario dove siamo abituati a spendere una cifra relativamente alta per ottenere un prodotto completo, anche se tra DLC e bug ci sarebbe davvero tanto da discutere. Epic Games ha però andata controcorrente proponendo una formula quasi paradossale e offrendo i propri giochi in anteprima a pagamento, per poi rilasciarli gratuitamente mesi a seguire, in versione completa di aggiornamenti, contenuti e quant'altro. Lo abbiamo visto con Paragon, sparatutto competitivo, e lo vediamo ora con Fortnite, per cui prima di definire con un genere preciso, dovremo arrivare alla fine di questa recensione.
Già dalla storia del suo sviluppo ci caliamo in un calderone di notizie confuse e alti e bassi, iniziato addirittura sei anni fa in una collaborazione tra People Can Fly (sviluppatori di Bulletstorm tra gli altri) ed Epic Games, è caduto più volte nell'oblio fino alla quasi cancellazione del progetto per poi essere ripescato qualche mese fa proprio da Epic che ha deciso di pubblicarlo con la formula dell'Early Access per supportarne l'evoluzione. Un calderone è anche lo stesso Fortnite: un misto di talmente tanti generi e meccaniche diverse che non basta una recensione per elencarle tutte. Non c'è forse nulla di veramente originale, si tratta più di un puzzle fatto di parti di altri titoli che ben si incastrano tra di loro.
Di base ci troviamo di fronte ad un tower defense con tutti le caratteristiche del caso, visto che l'obiettivo principale è difendere l'ATLAS, un dispositivo che genera uno scudo che ci protegge dall'invasione di strani zombie, generati da una tempesta apocalittica piombata sulla terra e che ha già fatto fuori la quasi totalità dell'umanità.
Se l'ATLAS viene distrutto, la missione è fallita. Per difenderlo abbiamo a disposizione la possibilità di costruire mura e trappole nel territorio circostante, ed è qui che inizia il domino di meccaniche che rende unico Fortnite: per costruire le difese abbiamo bisogno di materiali, che si raccolgono facendo a pezzi l'ambiente circostante, in pieno stile Minecraft, per poi riassemblarli in oggetti utili, sempre se abbiamo a disposizione i progetti da cui partire.
Non solo mura e trappole ma anche armi da fuoco e corpo a corpo. Il nostro personaggio poi è un eroe che vediamo in terza persona completo di classe, attributi di attacco e difesa, abilità e statistiche, ottenuto da dei lama premio, aperti come delle pignatte. In più potete collaborare con altri tre giocatori in ogni missione, oltre ai sopravvissuti che vi aiutano in maniera passiva, su mappe generate ogni volta in modo casuale. Vi gira la testa? Tutto normale, Fortnite butta sul piatto una quantità impressionante di meccaniche ed informazioni fin da subito e districarsi non è facile. Noi stessi abbiamo impiegato diverse ore prima di arrivare intorno al livello 14 ed avere più o meno chiaro tutto il quadro della situazione.
Andando con ordine è più facile. Ogni partita si compone di tre fasi principali: l'esplorazione della mappa iniziale, per la raccolta di risorse è fondamentale per ottenere le parti necessarie a realizzare le armi e le difese che utilizzeremo. Ci sono zone verdi dove trovare legno e radici, altre cittadine dove recuperare metalli e parti meccaniche, e altre ancora più rare come laboratori e miniere in cui si nascondono le componenti più rare. In seguito c'è la fase di costruzione.
Si passa quindi alla modalità in cui si usano le risorse per piazzare le difese sul territorio, tramite un sistema che ricorda da vicino quello di Fallout 4. Una volta che vi sentite sicuri del vostro operato, potete dar via alle ondate di zombie che cercheranno con di penetrare fino ad attaccare l'ATLAS. Se siete bravi a sfruttare le armi che avete costruito e siete stati dei bravi architetti, resisterete fino al termine della missione e vi porterete a casa i punti esperienza ed il bottino, per migliorare eroe ed equipaggiamento.
Anche messa in modo più semplice, la profondità di Fortnite è comunque evidente. Un esempio lampante è l'interfaccia del menù principale, che mostra per ogni schermata tonnellate di informazioni. A discapito di un gunplay non simulativo e molto veloce, in Fortnite ogni arma ha una categoria e tanti parametri differenti, possono essere migliorate di livello in livello e si dividono per rarità, dove ovviamente serviranno materiali molto difficili da trovare per craftare quelle di livello leggendario.
Stessa cosa vale per le trappole, sempre più complesse man mano che si avanza e i sopravvissuti, più efficaci se più rari. Ci sono anche elementi esclusivi come le armi Cristallo e i Leader Unici. Una struttura che abbiamo visto trovare grande successo ad esempio in Destiny e poi ripresa da molti altri titoli, e che in Fortnite viene sommata al crafting.
Il pericolo in questi casi è che l'obiettivo di gioco si traduca nel semplice ripetere missioni su missioni al fine di recuperare oggetti sempre più rari e realizzare quindi l'arma o la trappola ambita, o ancora creare una squadra di sopravvissuti di livello leggendario. Quello che viene definito grinding estremo, insomma. Fortnite infatti si perde in una storyline piatta che pur proponendo decine e decine di quest differenti, lo sono effettivamente solo nei nomi. Dopo aver acquisito le basi di gioco e aver preso confidenza con combattimento e costruzione, in qualche ora si ripete un po' troppo spesso lo stesso meccanismo descritto in precedenza.
Raccogliere, costruire e combattere, sempre così. La componente che forse manca maggiormente è una collaborazione più stretta tra i componenti della squadra, che oltre a passarsi qualche materiale e chattare tra di loro non possono fare. Gli eroi hanno la loro classe più o meno compatibile con le altre, ma difficilmente ci si farà caso prima di un livello molto alto, data la difficoltà decisamente bassa per un periodo iniziale fin troppo lungo. La strategia richiesta quindi è scarsa fino ad un livello molto alto. Ci sarebbe bisogno di una richiesta più alta di fusione delle abilità, come in un MOBA, ma è come chiedere di aggiungere ulteriori meccaniche ad un titolo che ne fonde già tante.
Fortnite non ha una vera collocazione nell'accontentare sia i gli amanti degli shooter che quelli dei craft and build. Il gunplay non richiede elevata abilità e le strutture che si possono costruire sono piuttosto semplici e poco varie. Teniamo però una riserva per il futuro, dove al rilascio in free to play dell'anno prossimo molto potrebbe essere cambiato. Se però la fusione di più generi può fare al caso vostro da fare c'è tanto, e insieme agli amici il divertimento potrebbe durare mesi e mesi. Ancora meglio se vi piace lo stile cartoon con cui è realizzato. I colori a schermo sono tanti, le battute nei dialoghi si sprecano e lo stile di personaggi e armi ricorda molto i film di animazione Pixar e simili. Ci ha anche ricordato Grabbed by the Ghoulies, titolo Rare di poca fortuna.
Fortunatamente qualcosa è migliorato sin da subito nella nostra prova. Fino all'uscita della patch 1.03 i server si sono mostrati altamente instabili con parecchie difficoltà nel connettersi alle lobby per trovare altri componenti per la squadra, ma anche solo per aprire un lama-pignatta. Con l'ultima versione i problemi si sono risolti e tranne qualche rarissimo caso la stabilità è ora affidabile. Sappiamo com'è, il bello e il brutto dell'Early Access.
C'è però da discuterne visto che se decidete di entrare nel mondo di Fortnite vi si richiede di pagare il pacchetto iniziale di almeno quaranta euro. In questo modo potrete giocare da subito al titolo di Epic e avvantaggiarvi grazie a tutta una serie di bonus, tra cui eroi, supporti e armi molto rare, che in free to play saranno molto difficili da raggiungere. Senza togliere il fatto che per quel tempo sarete già ad un livello molto alto, e la possibilità che venga inserita una modalità PvP è molto alta.
Fortnite raccoglie insomma un buon giudizio grazie ad ottime basi, ma che necessariamente andranno migliorate, quale più quale meno, nel prossimo futuro. Titoli di questo tipo sono soggetti a ribaltoni anche completi nel corso degli anni, e sta quindi al giocatore decidere se spendere per avere il vantaggio dell'esperienza e portarsi avanti con l'early access (supportando lo sviluppo del titolo stesso), oppure attendere e tuffarsi in seguito nella battaglia contro la tempesta viola di zombie.