Fortnite vs PlayerUnkown's Battlegrounds, la battaglia dei super ricchi - editoriale
Guadagnano centinaia di milioni di dollari e sono i più seguiti al mondo. Ma vince davvero qualcuno?
L'allievo sembra aver superato il maestro, ma quest'ultimo non ci sta affatto a restare in disparte.
Accantonata la causa legale con cui PUBG Corp. aveva accusato Epic Games di aver rubato l'idea della modalità battle royale di Fortnite dal suo PlayerUnknown's Battlegrounds, diatriba che si è dissolta in un nulla di fatto, i due giochi continuano a darsele di santa ragione sul terreno commerciale.
Quattrocento milioni. Sono gli utenti che raccoglie PUBG, di cui 227 milioni attivi ogni mese. Numeri incredibili e che sovrastano completamente quelli del rivale, Fortnite. Che però macina 100 milioni di dollari nei suoi primi 90 giorni di disponibilità su iOS e ancora deve arrivare su Android, la piattaforma mobile più grande al mondo. Per intenderci a Honor of Kings, uno dei suoi giochi di maggiore successo al mondo, è servito il doppio del tempo per arrivare allo stesso risultato. Ci è riuscito con la sola presenza in Cina, che però fa mercato a sé con giri d'affari enormi.
Una battaglia che, insomma, non ha una forma distinta e presentare un netto vincitore, a oggi, non è ancora possibile. Forse non ci sarà mai e magari i due titoli, come aveva detto il fondatore di Epic Games, Tim Sweeney, posso davvero coesistere nello stesso mondo in modo pacifico. La battaglia legale intentata racconta un'altra storia, ma i freddi numeri descrivono due scenari complementari, che solo a volte finiscono per scontrarsi.
Fortnite e PUBG seguono, per esempio, due modelli commerciali diversi ma che hanno riscontrato entrambi un ottimo successo. Il primo porta avanti, nella sua modalità battle royale, un sistema free-to-play: per giocare basta creare un account e giocarlo poi su PC, PS4, Xbox One, iOS e anche su Switch, da pochi giorni. Da parte sua, invece, PUBG viene venduto a pagamento ed è notizia recente che sono state vendute 50 milioni di copie fra PC e Xbox One (è gratis su mobile, invece).
Sistemi che possono coesistere, dicevamo, che però al momento stanno dando più ragione alla strategia commerciale di Epic Games. A febbraio Fortnite ha guadagnato 126 milioni di dollari, mentre PUBG si è fermato al comunque ottimo traguardo di 103 milioni. Il battle royale di Epic è arrivato a 223 milioni di dollari mensili a marzo e a 296 milioni ad aprile, con un ritmo di crescita incredibile.
Non stupisce, insomma, che per la sua prima stagione di eSports possa mettere in palio 100 milioni di dollari. Secondo Sensor Tower, le versioni mobile del gioco potrebbero accumulare 500 milioni di dollari entro la fine dell'anno. E su Android arriverà solo in estate, una presenza che galvanizzerà senz'altro il gioco.
PUBG su mobile è stato meno dirompente: nei primi sette giorni su iOS, rivelano i dati, ha guadagnato 700mila dollari contro i 3,7 milioni di Fortnite. Su PC invece nel 2017 il gioco di Bluehole ha guadagnato 712 milioni di dollari. La presenza di Fortnite ha senz'altro cambiato gli equilibri, ma Battlegrounds è vivissimo e in ottima salute.
Detto ciò, c'è poco da fare: se fra gli appassionati la gara sembra abbastanza equa, il fatto che Fortnite sia riuscito a diventare un fenomeno traversale rimane il "segreto" del suo successo nel pubblico più occasionale. Perché lo giocano davvero tutti, anche Zlatan Ibrahimovic e i giocatori dell'NBA dopo le gare. Al "Celebrity Pro Am" che si è tenuto durante l'E3, una sorta di "partita del cuore" il cui ricavato è stato donato in beneficenza, hanno partecipato anche attori e artisti musicali, per esempio. Ed è stato un successo: in diretta streaming lo hanno seguito in 1,7 milioni e il Bank of California Stadium dove si è tenuto, ha registrato il tutto esaurito.
Un'altra grande differenza fra Fortnite e PUBG giace anche nella sincronizzazione dei contenuti: gli acquisti fatti nel gioco di Epic Games sono infatti disponibili in qualsiasi versione giochiate (tranne gli utenti PS4), anche su smartphone; PUBG Mobile è invece completamente slegato rispetto alla versione PC e Xbox One.
C'è poi da considerare lo streaming, dove entrambi sono diventati protagonisti. Anche qui con una portata nettamente diversa. Negli ultimi trenta giorni, Fortnite su Twitch ha raccolto 125 milioni di ore di visualizzazione, il più visto sulla piattaforma, anche più di League of Legends, IRL e Dota 2. PUBG è soltanto quinto con 36 milioni di ore.
Se guardiamo al numero di streamer che trasmettono in diretta le sessioni di gioco, allora la questione è diversa: Fortnite resta primo (874mila) ma PUBG sale al secondo posto, con un più modesto 149mila, sufficiente per superare League of Legends e Overwatch, per dire.
Infine abbiamo la scena competitiva. Fortnite deve ancora dimostrare tutto ma, dicevamo, ha già messo sulla bilancia un malloppo da 100 milioni di dollari. In autunno ci saranno le qualificazione per la World Cup del prossimo anno. Un evento aperto a tutti, lontano da leghe e franchigie care invece a Overwatch.
PUBG è alla seconda stagione del suo Invitational. Dal 25 luglio a Berlino le venti squadre di professionisti migliori del mondo, selezionate tramite le fasi regionali, si daranno battaglia per il montepremi di due milioni di dollari in totale. Una somma enormemente più alta rispetto ai 350mila dollari che hanno caratterizzato il primo maxi evento di eSports alla Gamescom dello scorso anno.
Cosa dicono, insomma, questi numeri? Raccontano Fortnite come un fenomeno trasversale e molto più mediatico di PUBG, vuoi per la sua vena scanzonata, vuoi per l'essere gratuito o perché è presente su tantissime piattaforme con contenuti sincronizzati (scusate, utenti PS4). Battlegrounds è però lontanissimo dall'essere battuto: ha una comunità più vasta (400 milioni di utenti), guadagna cifre straordinarie e ha una scena competitiva consolidata.
La sfida è apertissima, ma l'impressione che le due produzioni possano convivere, più o meno pacificamente, si fa sempre più forte.