Skip to main content

Frammenti dal passato (Reminiscence) - recensione

L'uomo che ricorda i ricordi degli altri.

Dopo i lunghi mesi di chiusura, i cinema hanno riaperto con un gruppetto di film di un certo spessore come Nomadland, The Father e Un altro giro, seguiti poi nel proseguire dell'estate da qualche titolo più "popcorn" come Jungle Cruise, The Suicide Squad, Fast & Furious 9.

A cavallo fra questi due gruppi di film, diciamo un film commerciale d'autore, esce adesso nei cinema Frammenti dal passato, molto atteso perché interpretato da Hugh Jackman dopo l'abbandono del suo amato Logan-Wolverine, e scritto e diretto da Lisa Joy al suo esordio in un lungometraggio, produttrice e creatrice di Westworld, insieme al marito Jonathan Nolan, fratello del notissimo Cristopher.

Siamo nel 2030 e Miami sta marcendo con le fondamenta affogate nell'acqua a causa del riscaldamento globale. Nick (Hugh Jackman) e Watts (Thandiwe Newton) sono due ex veterani di troppe battaglie, che hanno messo su un'azienda che grazie a una nuovissima tecnologia, aiuta le persone a rivivere i propri ricordi. Del resto, "quando non c'è più un futuro da sognare non resta che perdersi nei ricordi del passato".

La nostalgia per molti è diventata uno stile di vita e Nick è come un Caronte che traghetta anime a ritroso nel fiume del tempo. Una sera però nello studio era entrata Mae, una donna bellissima e misteriosa, una femme fatale irresistibile per il solitario cavaliere dall'ammaccata armatura. Lei cantava in equivoci locali la canzone preferita di Nick, la dolcissima, malinconica Where or When (And so it seems that we have met before and laughed before, and loved before, but who knows where or when?).

Guarda su YouTube

Con un pretesto si era sottoposta al trattamento e la sua presenza lo aveva folgorato. Ma dopo mesi di totalizzante passione, lei però è scomparsa e Nick non ha mai smesso di cercarla. Ingaggiato dalla Polizia per altre indagini, scopre che Mae era forse collusa con tutto quel "mondo di sotto" che si è creato dall'inondazione delle città in poi, in cui sulle masse dei miserabili si sono imposti i Baroni, ricchi e potenti affaristi che si sono ritirati nelle zone ancora asciutte.

E che da lì continuano i loro traffici spietati ("chi si è salvato dal Titanic? I ricchi e i topi, e i Baroni sono entrambe le cose"). Nella sua incredula disperazione, Nick non si dà pace e da vero investigatore risale la catena delle responsabilità. E se i propri ricordi non bastano, si può ricorrere a quelli degli altri.

Ottima la prestazione degli attori, che riesce ad alzare il gradimento nei confronti di una storia che aggiorna quello che è un puro noir vecchio stile immaginando una tecnologia fantascientifica e un'ambientazione quasi realistica (che le città costruite in riva al mare siano condannate sembra ormai certo, il dubbio è solo sul quando). Hugh Jackman è intenso e credibile nella sua disperazione e lo lega una vera chimica alla sua partner nel film che è l'attrice Rebecca Ferguson, già con lui in The Greatest Showman.

Due soci senza sogni che scavano nei ricordi.

Thandiwe Newton è Watts (il suo personaggio ricorda Angela Bassett in Strange Days), una dura con il cuore spezzato, Cliff Curtis è il villain, un duro senza un cuore da spezzare, Daniel Wu è un trafficante che dal suo locale spaccia una potente nuova droga. Nel resto del cast compaiono varie facce note, fra cui Angela Sarafyan, che era anche lei, come la Newton, in Westworld. Sceneggiatura e fotografia traggono ogni suggestione dalla città semi sommersa, dalle ambientazioni spesso notturne, mentre nella colonna sonora di Ramin Djawadi echeggiano tracce di uno dei temi di Inception.

Trattandosi di un film scritto e diretto da Lisa Joy ci si aspetta in continuazione un ribaltamento delle carte in tavola, un twist che metta in crisi quanto appurato finora e rilanci verso qualcosa di diverso. Questo perché siamo ben memori dell'esperienza vissuta con Westworld. Ma così non è e Frammenti dal passato si accontenta di essere un malinconico noir, con uno dei finali più disperatamente romantici di un genere che non ha mai brillato per ottimismo o "lieti finali".

Come infatti dice Nick alla sua amata "anche la storia più bella non ha mai un happy ending". E proprio nel titolo originale forse sta la spiegazione di questo film, perché cosa significa Reminiscence? È' un ricordo vago, come una visione fuggevole vista con l'angolo degli occhi, qualcosa che riecheggia nell'inconscio, che bussa insistentemente alla nostra mente. Ma è anche "la ripresa, più o meno consapevole, di motivi propri di autori e opere precedenti in un'opera letteraria, teatrale, musicale ecc".

Il fantasma di un sogno evocato.

Quindi è impossibile non cogliere le tante allusioni che la Joy mette in campo, la voice over tipica dei noir degli anni '30, poi ripresa in Blade Runner, di cui a sua volta si citano le buie atmosfere, le luci che si riflettono sulle acque di una Miami mai stata così noir pure lei, con battellini che solcano i canali dei quartieri più fatiscenti come le auto volanti che atterravano in un turbine di cartacce nella piovosa Los Angeles dei miserabili. E ventole che con le loro pale spezzano le lame della luce di grandi spazi sempre in penombra e i neon dei locali equivoci nei quartieri pericolosi.

Ma il film si apparenta a Blade Runner e pure a Strange Days soprattutto per il tema del ricordo, elemento discriminante senza il quale saremmo vuoti contenitori di organi, quei ricordi dei quali possiamo gioire o disperarci ma che fanno di noi quello che siamo. Per cosa sono fatti però, per essere conservati o dimenticati?

Molte le frasi alate dedicate all'argomento, molte le suggestioni quindi, alcune forse non originali come ci si sarebbe aspettato, per un film con un protagonista che definire chandleriano è fin troppo facile. Eppure, forse perché meno cervellotico del previsto, Frammenti dal passato riesce a toccare il cuore, come una qualunque antica favola triste, come un lontano mito, quello di Orfeo ed Euridice, che Nick racconta alla sua amata.

Il sogno che forse diventa vero.

Senza la tristezza del presente non ci volgeremmo verso un passato che è in fondo solo una sequenza di momenti. Sta a noi scegliere quali conservare come fossero "perle della collana del tempo".