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Game of Thrones A Telltale Games Series - A Nest of Vipers - recensione

In vista del finale, Telltale ha deciso di tirare le fila del discorso.

Abbiamo deciso di trattare le serie episodiche senza assegnare voti ai singoli capitoli ma giudicandoli una volta sola nella loro interezza. Al fine di fornirvi tutte le informazioni e le nostre impressioni in modo unitario, tratteremo ciascun episodio aggiornando di volta in volta il corpo principale della recensione, e assegnando il voto solo quando la serie sarà giunta a conclusione.

Game of Thrones Episodio 4: A Nest of Vipers - recensione

La prima stagione della serie di Telltale Games dedicata a Game of Thrones si sta avvicinando alla conclusione e inevitabilmente gli sviluppatori sono costretti a tirare le fila dei discorsi aperti fino a questo momento. A Nest of Vipers, ecco il nome del quinto episodio, vede concentrarsi diversi momenti dall'alto impatto emotivo e buone scene d'azione, che vanno ad affiancarsi ai classici difetti della serie e della produzione dello sviluppatore californiano in generale.

Infatti, ogni volta che un personaggio conosciuto del libro o del telefilm entra in scena, cade il sottile velo di illusione che copre tutta la produzione e che ci fa sperare ogni volta che la classica frase che compare dopo ogni bivio "Il personaggio se ne ricorderà" in effetti sia indice di un effettivo cambiamento nella trama del gioco.

Usher si troverà a dover rischiare la vita per creare un esercito da portare a Ironrath.

Perché minacciare di morte Ramsey Snow quanto tutti sanno che il bastardo non può morire, dato che si sa che sarà protagonista di eventi successivi a quelli narrati dal gioco? Come si può affidare a Tyrion Lannister il destino del proprio casato alla vigilia delle nozze del nipote Joffrey?

Coloro che hanno seguito la serie televisiva o letto i libri sanno, infatti, benissimo che dietro quel bivio, in realtà, non c'è una grande scelta, cosa che limita fortemente sia il coinvolgimento emotivo sia la sensazione di poter effettivamente influire sullo svolgimento della trama.

Quando non devono pagare dazio alla licenza, però, gli sceneggiatori hanno potuto gestire la storia in maniera ottimale, riuscendo a confezionare un episodio davvero intenso, con tanti momenti memorabili, buoni dialoghi e persino qualche bella scena d'azione. Senza dimenticare la necessità di apparecchiare le vicende in vista della seconda, scontatissima, stagione.

Gli ingredienti utilizzati sono quelli che hanno reso famosa la serie di Game of Thrones in tutto il mondo: ci sono tradimenti, uccisioni, torture, dialoghi al fulmicotone e per la prima volta persino una castissima scena di "sesso". C'è un combattimento che ricorda il confronto tra la Montagna e la Vipera Rossa, la missione oltre la barriera che è una via di mezzo tra quella di Jon Snow e Bran e le vicende di Rodrik che ci portano alla memoria i giorni da Primo Cavaliere del Re di Eddard Stark.

Ogni volta che i personaggi conosciuti della serie compariranno in video, la sensazione di controllo verrà meno.

Tutti eventi, tematiche e situazioni ben care agli amanti delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e che quindi è bello poter giocare in prima persona.

Mira è sempre ad Approdo del Re dove sta cercando di uscire illesa dalle continue schermaglie tra Tyrion, Cerseri e Margaery, mentre Asher sta tentando di assemblare un esercito da portare a Ironrath. Nel frattempo Gared Tuttle continua la sua fuga verso nord entrando in contatto con tutte le mostruosità che si aggirano oltre la Barriera, mentre Rodrik dovrà fronteggiare un traditore tra le sue fila.

Il conflitto tra i Whitehill e i Forrester sta infatti giungendo al culmine e vi assicuriamo, senza fare troppi spoiler, che il sangue scorrerà a fiumi. Questo garantisce un buon ritmo a tutto l'episodio, che sarà un susseguirsi di momenti più riflessivi ad altri nei qual combattere per la vita dei protagonisti o per aiutarli a conquistare la fiducia di qualcuno.

L'unico dubbio è se gli sviluppatori abbiano deciso di giocarsi troppi assi nella manica in questo episodio, soprattutto grazie all'ottimo finale, impoverendo di conseguenza l'epilogo di questa stagione di alcuni picchi emotivi che avrebbero lasciato un ricordo più dolce di questo Game of Thrones.

La scampagnata oltre la barriera sarà ricchissima di insidie.

Inutile comunque fasciarsi la testa prima del tempo, dato che al momento TellTale Games è riuscita preparare la serie in maniera perfetta in vista di quello che ci auguriamo sia un finale scoppiettante.

Speriamo dunque che si dimostri brava a concludere questa prima stagione, sempre mantenendo il delicato equilibrio tra la fedeltà all'universo di Martin e il dover dare ai giocatori i mezzi con i quali influenzare realmente le vicende.

Game of Thrones: Episodio 4 Sons of Winter - recensione

Dopo essere stati maltrattati in tutti i principali regni di Westeros e d'oltremare, il casato dei Forrester è pronto a prendersi qualche rivincita. Le alleanze strette in passato e la perseveranza dei vari protagonisti sembrano finalmente accendere delle flebili speranze ma, in pieno stile Martin, tutto sembra essere stato apparecchiato per rendere ancora più fragoroso lo schianto finale.

La Regina dei Draghi, bellissima e letale.

Avete presente quando vi siete rilassati dopo aver mangiato il sale e il pane alle Due Torri? O la gioia provata per Reek dopo che era riuscito a trovare qualcuno disposto ad aiutarlo a fuggire? Ecco, ci stiamo avvicinando a qualcosa del genere.

Godiamoci dunque questo breve momento di serenità, dove ad Approdo del Re, finalmente, Mira riesce ad avere delle buone argomentazioni con le quali provare a riavviare il commercio dell'Ironwood, mettendo i bastoni tra le ruote all'emissario dei Whitehill.

In Essos, Asher incontra finalmente la Regina dei Draghi e riesce a stringere un accordo con lei che lo porterà, forse, ad avere i mercenari di cui tanto ha bisogno. Sulla Barriera Gared Tuttle parte un po' rocambolescamente per il suo viaggio, affiancato da fedeli compagni. Infine il coraggioso e inflessibile Rodrik riesce a tenere testa all'arroganza di Gryff Whitehill.

Tutto questo, ovviamente, non potrete ottenerlo senza lottare con i denti e con l'ostinazione, attraverso diversi momenti in cui la tensione salirà alle stelle e sarete costretti a prendere delle decisioni davvero difficili.

Ad Approdo del Re, Mira ha la possibilità di mettere i bastoni tra le ruote dei Whitehill.

Nonostante sia un episodio di passaggio (mancano ancora due puntate prima della fine della prima stagione), Sons of Winter alterna tutto quello che TellTale ha proposto in questi anni. Ci sono combattimenti a fil di spada a Mereen, confronti altrettanto intensi basati però sulle parole ad Approdo del Re, sezioni in cui occorre muoversi di soppiatto e decisioni difficili da prendere che ancora non sappiamo che effetto avranno.

Nulla d'innovativo, dunque, sempre piuttosto guidato e lineare, ma assolutamente in linea con gli ottimi livelli raggiunti da Games of Thrones. Grazie a personaggi ben caratterizzati, anche grazie a un doppiaggio d'eccezione, ottimi dialoghi e un buon intreccio con le vicende narrate nella serie televisiva o descritte dai libri, la serie di TellTale Games riesce a tenere incollati allo schermo e a far patire, almeno in parte, le sofferenze dei vari protagonisti.

Quello che forse non ci ha convinto pienamente è la costruzione della puntata, con i momenti più intensi e riusciti posizionati al centro dell'episodio, elemento che fa scemare la tensione nelle battute finali, nelle quali un nuovo colpo di scena ci preannuncia che ne vedremo delle belle in A Nest of Vipers.

Tecnicamente continuiamo ad apprezzare la direzione artistica di TellTale, anche se ormai il loro motore di gioco è troppo vecchio e rigido persino per le ambizioni dei suoi programmatori, com'è possibile notare dalla sigla iniziale che scimmiotta quella televisiva pasticciando però con musica e animazioni.

Non mancheranno i momenti di tensione al di là della Barriera.

Complessivamente Game of Thrones: A Telltale Games Series continua a mantenere un buon livello qualitativo e a gestire in maniera abile e coerente la pesante licenza di cui fa uso. La storia del casato Forrester è interessante e in linea con quelle scritte da Martin, sesso escluso, e non vediamo dunque l'ora di scoprire quali altri massacri e sofferenze l'attendono nel finale di stagione.

Game of Thrones: Episodio 3 The Sword in The Darkness - recensione

Continua l'epopea, o meglio la discesa all'inferno, della Casata Forrester. Nel pieno rispetto della tradizione della serie creata da G.R.R. Martin le cose non possono che andare sempre peggio e gli eredi di questi scalcagnati bannerman degli Stark si trovano a dover affrontare costantemente situazioni più grandi di loro.

Ogni volta che la speranza sembra essere a portate di mano, ecco che sfugge loro dalle dita. Questo terzo episodio, chiamato The Sword in The Darkness, è nell'economia di una stagione il classico momento di transizione, dove le tensioni si accumulano per dar vita, si spera, ad un emozionante finale.

Draghi? Chi ha detto draghi?

C'è da dire, però, che TellTale Games sembra trovarsi a proprio agio tra i Sette Regni e anche questo episodio, seppur senza strafare, si lascia giocare con piacere, tra una citazione dei tanti personaggi presi in prestito dalla serie televisiva a qualche momento di sanguinaria azione.

Ognuna delle linee narrative, infatti, alterna parti più tranquille con altre nelle quali la tensione si alzerà alle stelle e sarete sempre combattuti tra il provare a mostrare orgoglio e coraggio, a discapito della sicurezza vostra e della vostra famiglia, o il tenere un profilo più basso, nella speranza che il temporale passi sopra la vostra testa senza lasciare grossi danni alle sue spalle.

Si ha sempre l'impressione che, comunque, le cose vadano avanti per un binario prestabilito e, perlomeno in questo episodio, le conseguenze delle vostre azioni siano minimali. Non ci spingiamo oltre perché rovineremmo la sorpresa a coloro che devono ancora giocare, ma la sensazione è che i grandi sconvolgimenti siano stati risparmiati per i prossimi episodi.

C'è da dire che a contribuire a questa sensazione concorre un utilizzo forte dei personaggi della serie televisiva, fondamentale da una parte per dare credibilità e riconoscibilità alle vicende narrate, ma che dall'altra mette degli enormi paletti a quello che si può o non si può fare.

Come al solito sarà difficile distinguere i nemici dagli amici.

Un esempio? Voi ve la sentireste di affidare il futuro della vostra famiglia a Tyrion Lannister alla vigilia delle nozze di Joffrey? Ecco, situazioni come come questa da una parte aiutano il giocatore a scegliere da che parte schierarsi, dall'altra tolgono un po' la tensione e la sensazione di poter incidere attivamente sulla storia, dato che -perlomeno nei punti in comune- non potrete modificare di una virgola quello che è stato mostrato nella serie televisiva o scritto nei libri.

Nonostante questo The Sword in The Darkness si lascia giocare con piacere, mette in campo tutte o quasi le frecce della faretra di Telltale, con combattimenti a fil di spada, duelli oratori, qualche colpo di scena e persino un piccolo puzzle da risolvere. Niente da sconvolgere le convenzioni create dallo sviluppatore in questi anni, ma sufficiente a farvi muovere il pad (o il mouse) in maniera meno passiva che in passato.

A questo punto non ci resta che attendere e vedere se nel prossimo episodio lo sviluppatore vorrà impartire un'ulteriore accelerazione agli eventi, e soprattutto speriamo che qualcuna di queste storie cominci ad intrecciarsi in maniera più diretta. La cosa positiva per il lavoro di Telltale è che gli sceneggiatori sono stati in grado di scrivere una storia che crea empatia e vi troverete sempre a soffrire per la passività con la quale dovrete subire alcuni eventi, forse persino più graffiante e potente di quella che si prova nei panni di Clementine in The Walking Dead.

Quindi si continua, c'è ancora sangue da versare su questo Ironwood!

Game of Thrones: Episode Two - The Lost Lords - recensione

Con il secondo episodio di Game of Thrones, TellTale game prosegue speditamente nel cammino della sua definitiva maturazione e consacrazione, avvicinando ulteriormente i suoi giochi alla licenza dalla quale traggono ispirazione.

The Lost Lords, pur non riuscendo a raggiungere le vette emozionali di altri giochi dello sviluppatore californiano, si dimostra un prodotto estremamente solido, ben confezionato e rodato. La trasformazione da avventure grafiche a film interattivi operata da TellTale è stata completata, cosa che ora consente loro di concentrarsi maggiormente su altri elementi, come una regia più attenta e una direzione artistica più curata.

La regia di alcune scene è molto più raffinata che in passato.

Talvolta si cade ancora nei limiti del passato, forse per non abbandonare completamente il segmento dei videogiocatori, ma forse adesso l'abusare di primi piani e "faccette" per far comprendere gli stati d'animo, o sottolineare se un personaggio si ricorderà o meno di un tale evento risultano superflui.

Ciò accade un po' per la buona "recitazione" dei vari personaggi, in grado di trasmettere emozioni, stati d'animo e sofferenze grazie alla loro espressione o al loro portamento, un po' perché la scrittura dei testi e la sceneggiatura risultano piuttosto chiari ed è un superfluo soffermarsi sul protagonista che guarda con aria furbetta il suo istruttore dopo ogni prova superata.

Come al solito il secondo episodio rischia di essere quello più debole, essendo il momento nel quale si costruiscono le diverse vicende che troveranno un culmine al termine della stagione, ma nonostante questo TellTale lo ha riempito di scene di azione e combattimento sufficientemente robuste da soddisfare anche coloro che si sono annoiati con i lunghi dialoghi di The Wolf Among Us o le lente camminate di The Walking Dead.

Le vicende dei Forrester si incupiscono e complicano e nonostante tutti i vostri sforzi il futuro della famiglia sembra sempre più grigio. Rispetto al primo episodio fanno il loro debutto due nuovi protagonisti, in grado di dare maggior ritmo e varietà all'ambientazione e soprattutto in grado di essere maggiormente credibili nelle vesti di avversari di tipi quali Ramsay Bolton.

Faremo la conoscenza di nuovi membri della famiglia Forrester.

Continuano anche le apparizioni dei volti più noti del telefilm, come Jon Snow o Tyrion, e i riferimenti ad avvenimenti descritti dai libri o dalla stessa serie HBO in grado di dare una straordinaria continuità a queste tre differenti versioni della stessa storia. Continuità data anche dalle musiche e dal doppiaggio, entrambi di ottima fattura e in grado di elevare il livello produttivo di tutta questa stagione.

The Lost Lords non sarà in grado di scuotervi dal profondo come per esempio ha fatto il finale del primo episodio di Game of Thrones, ma risulta estremamente godibile per tutta la sua, canonica, durata.

Nell'ora e mezza che impiegherete a portarlo a termine complotterete ad Approdo del Re, lotterete per la vostra vita in Essos, vi allenerete all'ombra della Barriera e resisterete alle provocazioni dei Whitehill a Ironrath, in attesa che la situazione degeneri ulteriormente o arrivi la svolta per lo sfortunato casato.

Nell'economia della stagione, dunque, The Lost Lords è un tassello molto importante che riesce a costruire la tensione senza cadute di stile ma anche senza grossi picchi, in attesa che in The Sword in the Darkness le vicende accelerino ulteriormente.

Una buona prova, che di sicuro non vi farà rimpiangere di aver dato fiducia a TellTale Games.

Game of Thrones Episode One: Iron From Ice

Sembra che entrare a far parte della scuderia di Telltale Games sia diventato un elemento di prestigio, un sigillo di qualità che è capace di elevare il rango del proprio brand e portarlo immediatamente all'attenzione dei cosiddetti influencer.

Grazie alla prima, memorabile, stagione di The Walking Dead lo sviluppatore californiano è stato in grado di levarsi di dosso gli sfortunati esperimenti di Ritorno al Futuro e Jurassic Park e di dare vita ad un genere videoludico (o narrativo?) piuttosto originale e ben definito, che scende a patti con gli evidenti limiti tecnici del motore utilizzato, ma che riesce, attraverso la storia, a catturare l'attenzione di videogiocatori di tutte le età.

Quelli che per molti sono dei limiti, come la poca interattività o le poche e semplici scene di azione, in realtà hanno spalancato a Telltale le porte del mercato mobile e con esso quello di tantissime persone interessate alla licenza ma con poche abilità da videogiocatore.

Molti dei personaggi più amati faranno la loro comparsa e saranno immediatamente riconoscibili.

Inoltre la struttura stessa della licenza di The Walking Dead ha consentito loro di cancellare facilmente le "tracce" e poter far morire, letteralmente, molte decisioni prese dai videogiocatori. Portare avanti nel tempo troppe ramificazioniè infatti molto difficile, soprattutto per un team indipendente come Telltale.

Per questo motivo la scelta di realizzare Game of Thrones: A Telltale Games Series, il videogioco basato sul Gioco dei Troni o meglio Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, è quantomeno azzeccata. La serie nata dalla penna di George R.R. Martin, poi portata in televisione dalla HBO, è celebre per la facilità con la quale fa morire i suoi protagonisti, oltre che per i dialoghi serrati, il raccontare le vicende attraverso diversi punti di vista e le scene di sesso.

Tutti elementi, tranne il sesso, che fanno la comparsa in Iron from Ice, il primo episodio di questa prima stagione. La struttura scelta da Telltale per convertire la serie televisiva in videogioco è quella già rodata in passato, ovvero un'avventura grafica molto lineare basata sui dialoghi e sulle scelte più che sull'azione nuda e cruda.

La storia narrata è originale, ma fortemente incastonata all'interno delle vicende già conosciute. I protagonisti sono i Forrester, un piccolo casato del nord caduto in disgrazia assieme agli Stark, che cerca di mantenere il proprio rango nonostante le pressioni esterne. Le vicende cominciano alla vigilia delle nozze rosse e da lì si evolvono coinvolgendo di volta in volta i volti e i personaggi più famosi visti in televisione.

Ecco l'adorabile Ramsay Snow!

I valori produttivi della serie sono quelli più alti raggiunti finora da Telltale, con personaggi del calibro di Cersei, Tyrion e Ramsay Snow ad avvicendarsi sui nostri schemi, sfoggiando i volti e le voci originali degli attori del telefilm.

Questo da una parte crea un legame indissolubile con lo show televisivo, dall'altra pone dei paletti agli sceneggiatori, che ovviamente non possono contare su di loro come carne da macello. Inoltre questo elemento richiede al giocatore una conoscenza piuttosto approfondita della serie per poter apprezzare la storia narrata e soprattutto per capire come comportarsi di fronte ad alcuni soggetti. Cersei vuole sentirsi potente, Margaery Tyrell vuole provare a farsi strada ad Approdo del Re, mentre Ramsay, beh, lui è pazzo.

Le due ore di questo primo episodio introducono bene i nuovi protagonisti, tratteggiano una storia avvincente e soprattutto finiscono con un crescendo davvero di impatto, lasciando già la voglia di giocare al secondo dei sei episodi previsti per la stagione, grazie a ottimi dialoghi e alla fedeltà con la serie HBO.

Sono presenti anche alcune scene di azione, ma il motore grafico, nonostante un notevole potenziamento e miglioramento, non consente agli sviluppatori di avere animazioni fluide e credibili. Lo si nota principalmente durante le scene di corsa o anche guardando l'affettata sigla iniziale, che prova a scimmiottare quella televisiva, ma con dei cambi di camera troppo veloci che confondono sulla geografia dei Sette Regni, più che aiutare nell'inquadrare spazialmente l'azione.

Alcune animazioni sono ancora piuttosto legnose, ma i colori e i dettagli sono notevoli.

Inoltre la nuova versione del motore grafico richiede un po' di ottimizzazione aggiuntiva, dato che è possibile notare qualche compenetrazione di troppo e qualche rallentamento. La scelta di utilizzare colori pastello, di sfumare i bordi e di consentire di avere maggiori dettagli è comunque apprezzabile e testimonia il costante lavoro di Telltale nel migliorare le proprie tecnologie.

Ottimo come al solito il lavoro sotto il profilo audio, con buone musiche, ma soprattutto con un doppiaggio stellare, soprattutto nelle guest star.

Le premesse, dunque, sembrano esserci tutte. La stagione debutta con un episodio molto solido, piacevole da vedere e da giocare, soprattutto per gli amanti della serie, che parte lentamente per arrivare al notevole crescendo finale. Gli sforzi produttivi di Telltale, uniti ad una licenza che calza a pennello con il loro sistema narrativo, sta già dando i suoi frutti e promette davvero scintille.

Avatar di Luca Forte
Luca Forte: Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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Game of Thrones

PS3, Xbox 360, PC

Game of Thrones (Telltale)

Android, iOS, PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PC, Mac

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