The Last of Us - preview
Abbiamo visto il capolavoro dei Naughty Dog!
Colonia - Naughty Dog è sicuramente uno dei protagonisti di questa generazione di console. La trilogia di Uncharted, nonostante un inizio, perlomeno dal punto di vista delle vendite, un po' in sordina, è riuscita a conquistare un pubblico sempre maggiore, grazie all'eccezionale capacità di raccontare storie estremamente godibili sia dal punto di vista visivo, sia da quello ludico, imperniate intorno ad un cast di personaggi carismatici e divertenti.
Il cambio di registro che i ragazzi di Santa Monica hanno impresso con il loro ultimo lavoro, The Last of Us, sorprende, ma fino ad un certo punto. Dietro al paesaggio post-apocalittico del gioco è, infatti, possibile trovare tutti gli elementi che hanno reso grandi le loro precedenti produzioni. Si tratta di una sorta di racconto interattivo nel quale i giocatori sono chiamati, ovviamente, a recitare la parte del protagonista. Ancora una volta il nostro alter ego sarà una sorta di estensione del nostro corpo, grazie soprattutto alla naturalezza dei suoi gesti e al modo con il quale interagirà con lo scenario. Joel, infatti, sembra vivo: si appoggerà a una parete nel caso in cui ci avvicineremo troppo ad essa, o cercherà l'equilibrio posando le mani sul pavimento, una volta accucciati dietro un riparo.
Grazie a tutta questa piccola, grande serie di dettagli Naughty Dog è riuscita, per l'ennesima volta, a immergere il giocatore in uno scenario da incubo, nel quale rimanere sconvolti per gli occhi iniettati di sangue del razziatore appena soffocato, o tratterrete il fiato ogni volta che girerete un angolo dietro al quale non sapete cosa vi attende.
Un altro fattore determinate a rendere immersiva l'esperienza è Ellie, la giovane ragazza che vi accompagnerà lungo tutta l'avventura. Il suo comportamento e i suoi commenti sempre pertinenti rifletteranno la vostro condotta all'interno dell'universo di The Last of Us. Joel è un sopravvissuto al misterioso disastro che ha sconvolto l'umanità, che ostinatamente cerca di rimanere in vita a dispetto di tutto e tutti. È un uomo silenzioso, spietato e determinato, ma non è uno dei tanti mostri che popolano il pianeta.
Sarà dunque naturale vedere la ragazzina inorridire di fronte ad un suo atteggiamento troppo violento, così come sarà commovente assistere ad un dialogo nel quale la giovane proverà a carpire qualche dettaglio sulla vita precedente il cataclisma. Ellie, infatti, è sempre vissuta all'interno di questo mondo sconvolto dalla follia umana e per questo è costantemente alla ricerca di notizie su com'era la vita in passato, quando non si doveva lottare quotidianamente per la sopravvivenza, andando a rovistare tra negozi saccheggiati e case abbandonate. Un rapporto che potrebbe ricordare per certi versi quello tra padre e figlio in The Road di Cormac Mc Carthy, dove l'età, il silenzio o la forza dell'adulto nascondo soltanto il suo disperato bisogno di una speranza per il futuro, rappresentata, in entrambi i casi, dall'innocenza e la vita dei loro piccoli compagni.
"Joel è un sopravvissuto al misterioso disastro che ha sconvolto l'umanità, che ostinatamente cerca di rimanere in vita a dispetto di tutto e tutti"
La presentazione avvenuta durante la Gamescom 2012 ha voluto sottolineare come l'amalgama tra i due protagonisti è sì da ricercarsi in una precisa volontà degli sviluppatori, ma anche nell'abilità dei due attori principali, ovvero Troy Baker (celebre doppiatore di anime e videogiochi) e Ashley Johnson (The Avengers, Growing Pains) di immedesimarsi con i loro personaggi, trovando, grazie anche a ben un anno e mezzo di riprese, una certa affinità anche al di fuori del set.
Secondo i due attori, questo feeling è stato particolarmente importante per rendere credibili Ellie e Joel. Un lavoro non semplice, soprattutto considerando che il novanta percento delle scene sono state filmate all'interno di enormi stanze vuote, dove solo la capacità di astrarsi e vivere il personaggio di Troy e Ashley ha consentito di avere gli eccezionali risultati che è già possibile intuire nei vari trailer. Oltretutto l'avanzamento delle tecnologie a disposizione di Naughty Dog ha consentito a diversi attori di recitare la stessa scena contemporaneamente, elemento che ha aiutato a rendere più naturale l'interazione tra i diversi personaggi. Ricreare in post produzione il ritmo dei dialoghi, il movimento degli occhi e il contatto fisico che viene naturale in presenza di altre persone è praticamente impossibile e solo questo dettaglio ha consentito di migliorare drasticamente le performance dei vari attori. Registrare i dialoghi direttamente durante l'azione è un altro 'trucco' che Naughty Dog ha imparato con l'esperienza, dato che riesce a rendere perfetta l'intonazione delle battute col movimento del corpo. Tutti questi elementi hanno contribuito a rendere The Last of Us un prodotto dalla qualità cinematografica.
Sul talento degli attori, gli sviluppatori di Naughty Dog hanno poi sovrapposto un layer tecnologico di primo livello, in grado di dare letteralmente vita a personaggi incredibilmente simili alla loro controparte reale, ma allo stesso tempo diametralmente opposti. Ellie è infatti una ragazzina di 14 anni e non una donna matura e indipendente di circa trent'anni come Ashley, così come Joel è un personaggio estremamente forte, determinato e fisico, decisamente poco affine a Troy, decisamente più slanciato e solare.
Quello che stupisce maggiormente osservando The Last of Us è la capacità degli sviluppatori di rendere credibile il mondo di gioco amalgamandolo alle scelte del giocatore. L'essere riusciti, in altre parole, a catturare l'espressività, i movimenti e il carattere di attori reali, ma soprattutto essere riusciti a riprodurre tali caratteristiche per consentire al giocatore di muovere personaggi assolutamente identici a quelli che recitano durante le cut-scenes.
"Quello che stupisce maggiormente osservando The Last of Us è la capacità degli sviluppatori di rendere credibile il mondo di gioco amalgamandolo alle scelte del giocatore"
Anche in questo caso un compito non semplice, dato che similmente a quanto accade in I Am Alive, i protagonisti vivono in un mondo spietato, nel quale ogni proiettile e ogni oggetto potranno separarvi da una possibile morte. L'esplorazione sarà dunque funzionale alla ricerca di qualsiasi cosa possa essere utile quale arma d'offesa o quale strumento di recupero. In base al vostro equipaggiamento potrete tenere un atteggiamento differente, più o meno aggressivo. Sia Ellie, sia i nemici reagiranno in maniera coerente alle vostre azioni, ovvero in maniera aggressiva se percepiranno una vostra debolezza, rappresentata da un clic a vuoto della pistola o dall'affrontare gli avversari a mani nude, o più conservativa nel caso in cui mostriate un potere di fuoco superiore. Questo ha richiesto la registrazione di centinaia di linee di dialogo similari, ma recitate in contesti diversi in modo tale che siano sempre coerenti con la situazione di gioco nelle quali sono state utilizzate.
Nonostante i grandi sforzi produttivi appena illustrati è forse il lavoro svolto sull'intelligenza artificiale la principale differenza tra il lavoro Naughty Dog e quello Ubisoft: in The Last of Us il mondo sembra molto più vivo, palpitante, vibrante e pericoloso. Non si tratta semplicemente delle scelte cromatiche fatte dai ragazzi di Santa Monica o del gameplay, ma di un modo di raccontare una storia attraverso dettagli, sguardi e giochi di telecamera, un linguaggio che solo loro, perlomeno in questa generazione di console, sono riusciti a codificare e sembrano essere in grado di adattare anche a tipologie differenti di videogioco. L'incessante chiacchiericcio di Ellie non stato inserito a caso, ma è funzionale alla narrazione e aiuta i giocatori desiderosi di scoprire maggiori dettagli a comprendere meglio cosa spinge i protagonisti ad andare avanti e cosa è successo al loro mondo. Altrettanto importanti saranno i silenzi di Ellie e Joel, capaci di sottolineare più di mille parole l'orrore e la disperazione che serpeggiano nel mondo di gioco.
Anche con The Last of Us, Naughty Dog sembra aver colto nel segno, creando un titolo assolutamente interessante sia dal punto di vista delle meccaniche ludiche, grazie ad un'intelligenza artificiale raffinata, sia da quello narrativo, attraverso una storia raccontata più grazie ai dettagli dell'ambientazione, al linguaggio del corpo e ai dialoghi tra i protagonisti che grazie a cut-scene. Qui a Colonia abbiamo scoperto che parte di questo successo è da ricercare nella capacità degli attori di immedesimarsi coi loro personaggi e, di conseguenza, di trasmettere forti emozioni e nell'abilità degli sviluppatori di catturarle e digitalizzarle, in modo da darci il potere di controllarle a nostro piacimento. In poche parole un titolo che noi di Eurogamer seguiremo con attenzione fino alla sua pubblicazione, prevista per il 2013.