XCOM: Enemy Unknown - prova
Possiamo definirlo un "last alien standing deathmatch"?
Colonia - Essere incaricati di riportare in vita un classico del passato è sempre stato un compito improbo, che spesso ha portato gli sviluppatori coinvolti nel progetto a subire feroci critiche da parte dell'incontentabile community, divisa tra coloro che vogliono un titolo che riproponga pedissequamente le meccaniche di un tempo e chi nutre il desiderio di vedere la formula originale evolvere ed espandersi in nuove e sensazionali maniere.
Quanto accaduto col recente Syndicate è un monito difficile da ignorare, essendo Strabreeze rimasta schiacciata tra un publisher che voleva uno a tutti i costi uno shooter con una componente online e la community che desiderava una maggiore fedeltà con la licenza. E le scarse vendite registrate sono il triste ma inevitabile risultato di una simile gestione del prodotto.
La serie di XCOM ha rischiato di incorrere nello stesso destino non fosse che i vertici di 2K, sentita puzza di bruciato, hanno preferito mettere in stand-by lo shooter per affidare a Firaxis lo sviluppo di un nuovo capitolo del filone originale.
Nonostante la grande fedeltà col titolo di Microprose, uno sviluppatore capace e orgoglioso come quello fondato da Sid Meier non poteva limitarsi a svolgere il compitino ed è per questo che il gioco in arrivo il 23 ottobre rappresenterà a tutti gli effetti il nuovo capitolo della serie XCOM e non un remake del primo, sensazionale episodio.
Molti dei cambiamenti studiati da Firaxis saranno quasi sicuramente oggetto di feroci discussioni da parte dei tanti super affezionati della serie, ma probabilmente in molti, soprattutto coloro che acquisteranno il gioco su console, non noteranno queste grandi differenze tra l'utilizzo delle time unit o la separazione tra movimento e azione. Allo stesso modo in molti potrebbero prediligere la praticità delle console alla presenza di un'interfaccia più completa e una visuale più ampia, elementi disponibili solo su PC.
Un altro elemento che potrebbe far discutere è la forte componente narrativa del gioco, in grado di rapire l'utente grazie ad una storia piuttosto avvincente, capace di modificarsi a seconda delle scelte effettuate durante la partita. La cosa che più ci ha sorpreso avviando XCOM: Enemy Unknown è che non cominceremo con la classica mappa terrestre, ma saremo catapultati direttamente nel bel mezzo dell'azione.
"Il gioco si aprirà facendovi vivere il primo contatto tra un manipolo di soldati e gli invasori extraterrestri"
In altre parole il gioco si aprirà facendovi vivere il primo contatto tra un manipolo di soldati e gli invasori extraterrestri. Questa sezione fungerà sia da preludio giocabile, sia da tutorial, introducendovi in maniera molto scaltra in quello che sarà il gioco, organizzato in maniera più classica.
Un altro elemento controverso sarà l'abbandono delle mappe generate casualmente a favore di quelle pre-impostate dagli sviluppatori. Sul lungo periodo questa scelta potrebbe privare di varietà l'intero pacchetto di gioco, che però beneficerà di livelli più complessi e bilanciati di quelli che sarà possibile ottenere da un algoritmo.
Nonostante tutti questi argomenti, quello che sicuramente farà più parlare i fan sarà l'aggiunta di una modalità multiplayer competitiva all'interno di una serie dalla forte vocazione single player, baciata oltretutto da una longevità stellare, grazie alle tante variabili che rendono ogni partita diversa dalla precedente.
Un'aggiunta che, a detta degli sviluppatori, è stata figlia della loro volontà di dare la possibilità di comandare le truppe aliene e non è stata presa per recepire una precisa richiesta del publisher, nonostante ultimamente quest'ultimi provino ad infilare opzioni multigiocatore pressoché ovunque.
"Quello che sicuramente farà più parlare i fan sarà l'aggiunta di una modalità multiplayer competitiva"
Firaxis assicura comunque che questa novità non ha sottratto risorse e talento dallo sviluppo della componente in singolo giocatore. Quasi a voler dimostrare la poca incidenza del multigiocatore sullo sviluppo di XCOM: Enemy Unknown, al momento sono state mostrate semplicemente cinque mappe ed una sola modalità, il deathmatch. Sembra, infatti, che il tentativo sia quello di provare a sondare il terreno per studiare le reazioni dei fan e capire se, e in che modo, supportare questa opzione.
Nonostante sia una sorta di tentativo, XCOM: Enemy Unknown si è dimostrato sorprendentemente solido anche in versione competitiva, grazie all'ottima versatilità del gameplay proposto, in grado di modellarsi in maniera convincete a seconda della strategia adottata.
Il cuore del gioco sarà sempre quello di uno strategico a turni nel quale le coperture saranno fondamentali per la sopravvivenza delle vostre unità, soprattutto quando non sapete cosa vi aspetta al di là della fog of war. La differenza principale è la presenza di un timer che vi obbligherà ad effettuare tutti i vostri movimenti in meno di 30 secondi.
Questo semplice elemento ha un duplice beneficio: da una parte rende il ritmo della partita piuttosto elevato, tanto che raramente si vedranno scontri durare più di un'ora, ma soprattutto elimina i potenziali momenti morti. Questo perché durante la fase avversaria non solo dovrete osservare le mosse nemiche, ma anche elaborare il piano da mettere in atto durante il vostro turno.
Particolarmente importante sarà, durante i primi istanti di gioco, provare a conquistare una posizione sopraelevata, grazie alla quale controllare la maggior porzione di mappa possibile. Come, dipenderà dalle scelte fatte in fase di pianificazione della squadra. I due giocatori partiranno con diecimila crediti a testa e tutte le unità a disposizione tra le quali scegliere. Sarà dunque importante decidere se investire tutte le risorse in poche, ma potenti unità, o acquistare diversi incursori veloci ed economici.
"Il bilanciamento tra le diverse unità rende il gioco una sorta di versione digitale della morra cinese"
Tutti gli elementi, anche quelli più imponenti, avranno delle debolezze evidenti, che li rendono vulnerabili a determinate armi. Il bilanciamento tra le diverse unità rende il gioco una sorta di versione digitale della morra cinese nella quale dovrete avere sempre a disposizione un'unità in grado di vanificare le specificità di quella avversaria. Una squadra bilanciata sembra dunque essere al momento la soluzione migliore, ma grazie al cospicuo numero di unità tra le quali scegliere, le variabili saranno davvero molteplici.
Questa modalità sembra dunque essere un buon diversivo alla campagna in singolo giocatore, anche se, a conti fatti, dà l'impressione di essere un po' castrata, soprattutto per la mancanza di un numero sufficiente di mappe e modalità. Nonostante le remore iniziali, possiamo affermare che quello fatto da Firaxis è un passo coraggioso, ma anche piuttosto ben riuscito.
Sarebbe dunque un peccato che il debutto di una serie storica come questa nell'universo online fosse mortificato dallo scarso supporto da parte degli sviluppatori. Speriamo dunque che la comunità dia una chance a questa modalità, consentendo agli sviluppatori di provare a sviluppare qualcosa di più sostanzioso per il multiplayer
XCOM, ad ogni sua uscita, continua a dimostrarsi un prodotto dalla qualità assoluta, destinato, se tutto andrà come previsto, a dimostrarsi un degno erede di questa storica serie e l'ennesimo gioco di qualità di Firaxis.