Gamescom 2015: la sfida europea di Microsoft - editoriale
Per conquistare l'Europa, Xbox One deve necessariamente offrire una grande prova alla più importante fiera del nostro continente.
Microsoft è uscita in gran forma dall'E3 2015. Ormai la sensazione di tutti è che la guida di Phil Spencer abbia fatto un gran bene ad Xbox One e che l'abbia riportata sui giusti binari per tornare a darci un'altra grande generazione di gaming.
Adesso però è il turno della Gamescom: l'altra mega-fiera della nostra industria, tutta in salsa europea. Una prova importantissima per Microsoft, che non a caso sembra intenzionata a presentarsi all'appuntamento con i cannoni spianati e le baionette ben lucidate. Spencer e soci sono consapevoli del fatto che, se in USA la battaglia tra Xbox One e PS4 è ancora abbondantemente aperta, il territorio europeo invece è (ed è sempre stato) una vera roccaforte per la console di Sony. Una roccaforte che, se si vuole davvero recuperare il gap di vendite esistente tra le due macchine, va espugnata a tutti i costi.
Per capire le dimensioni del problema, basta guardare ai numeri: dei circa 13 milioni di unità vendute finora da Xbox One, soltanto 3,5 sono appannaggio degli utenti europei (dati di VGchartz). Cifre non troppo lontane da quelle del disastroso Wii U, che dipingono una situazione da invertire assolutamente prima che diventi cronica e irrecuperabile.
Quello della Gamescom 2015 è un passaggio fondamentale per avviare questa lunga e difficile missione. Il pubblico europeo è ancora molto diffidente nei confronti di Xbox One, che non solo è stata presentata al mondo come una macchina dotata di funzionalità pensate principalmente per gli utenti americani (la gestione dei canali TV, lo streaming di eventi sportivi made in USA eccetera), ma si è anche macchiata del peccato originale di uscire con forte ritardo nei paesi europei considerati come appartenenti al famigerato "tier 2". Nonostante tutte le buone cose fatte in seguito da Spencer e soci, questa sorta di delusione iniziale non si è ancora dissipata e la storia d'amore tra il Vecchio Continente e l'Xbox One non è ancora cominciata. In fondo, a nessuno piace essere messo in secondo piano.
La missione di Microsoft, nei prossimi giorni, sarà dunque quella di dimostrare definitivamente che l'Xbox One non è una macchina pensata solamente per il pubblico a stelle e strisce. Una difficile opera di convincimento che passa in parte per il marketing e la comunicazione, in parte per la qualità dei servizi e delle iniziative concrete.
La prima parte di questa equazione è già stata messa in atto: non è un caso se Microsoft, a differenza delle sue principali avversarie, ha evitato di sparare tutte le sue cartucce migliori all'E3 di giugno, scegliendo di riservare per la Gamescom tre grandi esclusive come Quantum Break, il nuovo Crackdown e soprattutto Scalebound, la nuova IP di Platinum Games che tutti attendiamo con grande ansia di vedere finalmente in azione.
Il messaggio è chiaro: se ai gamer europei viene lasciato il privilegio di assistere in anteprima a tre presentazioni del genere, ciò significa che nei pensieri di Spencer e soci non c'è solo l'America. Si tratta di una mossa sicuramente furba e azzeccata, ma non sufficiente. Se davvero Microsoft vuole cancellare le diffidenze del pubblico europeo, dovrà mettere sul piatto anche qualcosa di ben più concreto. A partire da un restyling integrale del proprio hardware.
Quello di Xbox One è ormai un hardware indubbiamente maturo: la console è sul mercato da quasi due anni e tutte le componenti al suo interno sono più che collaudate. I tempi per un redesign estetico e funzionale sono pronti. E non si tratta semplicemente di un vezzo, ma di un passaggio necessario: l'aspetto estetico di Xbox One è stato pensato appositamente per sedurre l'americano medio, assuefatto al concetto di "bigger is better", e in particolare per poter essere spacciato alle famiglie e al mass-market dei non giocatori come una sorta di grosso set-top box, un dispositivo multimediale che (secondo i vecchi piani della dirigenza) doveva diventare il moderno videoregistratore.
Nella mente e agli occhi del pubblico europeo, un simile progetto non ha mai attecchito e il risultato è che Xbox One viene vista come una macchina troppo grande, poco accattivante come design e dotata di funzioni poco utili se non addirittura ignorate del tutto. È per questo che il vero colpo di genio da parte di Microsoft sarebbe presentare, a questa Gamescom o comunque il prima possibile, una Xbox One "slim" più piccola, magari dal design più curato, priva di componenti accessorie come l'ingresso HDMI e magari anche della porta di connessione per Kinect (che ormai, l'abbiamo capito tutti, è stata abbandonata al suo destino). Una macchina rinnovata sotto quasi tutti gli aspetti, più focalizzata sul gaming, realizzata tramite un nuovo ciclo produttivo che consenta i consueti risparmi e che porti magari ad un prezzo ulteriormente rivisto al ribasso rispetto ai 350 euro attuali.
È un'aspettativa senz'altro molto ambiziosa, specialmente dopo nemmeno due anni dal lancio iniziale, ma è di mosse del genere (oltre che di grandi giochi) che Xbox One ha bisogno per sfondare veramente in Europa e cominciare ad impensierire una Sony oggi totalmente certa del suo monopolio sul Vecchio Continente.
L'ultima pietra angolare della Gamescom di Microsoft, infine, non potrà che essere Windows 10. Il nuovo sistema operativo è appena uscito sul mercato, con il suo carico di interessanti novità, incluso il lancio delle tanto attese DirectX 12. Quello che ci aspettiamo è che alla sua conferenza di domani l'azienda cominci a dimostrare in maniera concreta quali sono i vantaggi dell'integrazione tra Windows 10 e Xbox One, quali sono le potenzialità delle nuove librerie grafiche e perché, in sostanza, il gaming targato Microsoft sarà sempre più emozionante nel corso dei prossimi anni.
Ancora poche ore e potremo finalmente scoprire se, dopo un E3 strabiliante, Spencer e soci riusciranno a stupirci con una Gamescom di pari livello e rilanciare definitivamente il marchio Xbox anche in Europa.