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Gamescom 2017: Gravel - prova

Non temete di giocare sporco...

Che Milestone sforni un altro titolo dedicato alle quattro ruote non è certo una novità, ma se si tratta di un gioco di corse prevalentemente fuori strada e non simulativo, beh un po' ci sorprendiamo. Gravel, lo si intuisce dal nome stesso, vuole portarci letteralmente fuori strada, dall'asfalto a cui siamo abituati a pensare alla prossima curva allo sterrato dove concentrarsi per non finire a pezzi al prossimo salto.

L'uscita era prevista proprio per questa estate ma i lavori di rifinitura hanno spostato la deadline ai primi mesi del 2018, per cercare di dare più spessore a Gravel. Al posto di recensirlo lo abbiamo quindi provato in anteprima alla Gamescom di Colonia e non siamo rimasti delusi dal lavoro svolto fin'ora.

Niente simulazione quindi, i bestioni offroad che possiamo guidare in questo racing non hanno bisogno di una fisica colma di calcoli precisi e realistici: qui si procede spediti e accaniti verso il traguardo senza troppi pensieri. Si tiene schiacciato il grilletto destro a fondo e si derapa ad ogni curva facendo a sportellate con tutti gli altri. L'approccio di Milestone sembra essere quello cool e accattivante di altri titoli del genere, e i primi a venirci in mente sono i primi Dirt di Codemasters. Non ci esibiremo (molto probabilmente) in spettacoli di gymkhana o altro come nella serie citata, perché qui si tratta sempre di arrivare primi, che sia in una gara da punto a punto o in una su un circuito.

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Sono infatti quattro le discipline in cui possiamo metterci alla guida in Gravel: Cross Country, Wild Rush, Stadium Circuit e Speed Cross. Nella versione finale i circuiti che le ospitano saranno ben sessantacinque. Le approfondiremo tutte in fase di recensione, per ora possiamo dire che le prime sono dei raid, in cui si parte da A e si arriva a B, con tutto il fango che potete immaginare in mezzo.

Le seconde sono gare su un circuito sempre sterrato dove bisogna completare quattro giri. Si prosegue con gli eventi chiusi in stadio e infine lo Speed Cross con superfici miste. Ogni corsa richiede un approccio differente, più ragionato sui circuiti e più aggressivo sui raid. Su ogni terreno abbiamo avuto reazioni differenti e sono queste che andranno poi assimilate per essere sfruttate a dovere per trovare la giusta sterzata.

Prima però va scelto il mezzo con cui affrontarle. Ce ne saranno più di settanta, tutte di marchi reali e con diverse livree a disposizione. Contando anche i DLC previsti i numeri citati aumenteranno. Abbiamo provato diverse auto, partendo da colossi come Toyota t100 e il Volkswagen Touareg 3, fino a piccole ma brutali Ford Fiesta ST e Hyundai Veloster, passando per miti intramontabili come la Celica e la RS200.

Prima di ogni gara possiamo selezionare le condizioni metereologiche che preferiamo.

Come avrete capito in Gravel non si fa molto caso a tutti i parametri che distinguono una categoria dall'altra e le differenze, anche se presenti, non richiedono tanto tempo per riadattarsi. Ci lanciamo quindi tra il fango e i detriti e non rimaniamo delusi: il sistema di guida di Gravel ci è sembrato subito semplice ma efficace, divertente sotto molti punti di vista.

Tenere la ruote ben incollate a terra mentre derapiamo e slittiamo affondando nel fango non è facile, soprattutto se ne frattempo stiamo cercando di tenere dietro tutti gli altri piloti che provano a superarci anche a colpi di sportellate. Il sistema di danni è previsto ma, così come l'aspetto simulativo, è ridotto principalmente l'estetica e, solo marginalmente, alla manovrabilità.

Al livello più facile non abbiamo problemi a tagliare il traguardo per primi, mentre cambiando le opzioni gli avversari spingono molto più forte. Qui scopriamo altre opzioni per i veicoli, anche se bloccate nella demo. Si può intervenire su alcuni aiuti come controllo della trazione, freni automatici, traiettoria ideale e così via, senza poter scendere in inutili fronzoli più complessi. È lo spirito del gioco.

Tante ambientazioni in cui sfrecciare e sporcarsi, dall'Alaska all'Australia.

Dopo diverse gare provate ci sentiamo di dire che il modello di guida fino a qui funziona: è semplice da imparare e col tempo s'intuisce quali sono le correzioni per migliorare. Non ci hanno convinto però gli impatti, troppo irrealistici e alcune volte imprevedibili o penalizzanti. Speriamo quindi che Milestone lavori bene e a fondo per arrivare alla versione migliore.

Intanto i passi in avanti rispetto al passato ci sono sicuramente. I vecchi motori di gioco proprietari sono stati ormai accantonati e tutta la produzione è passata all'Unreal Engine 4, che riesce a portare sugli schermi una buona veste grafica degna dei titoli di nuova generazione. Tralasciando qualche riflesso di luce sulle livree ancora troppo basilare, i modelli e i terreni sono ben realizzati e mostrano un livello di dettaglio delle texture decisamente più ricco. Anche i particellari, chiaramente tanti per un gioco del genere, non sfigurano.

Milestone ha in mente di completare le modalità sia con un multiplayer con modalità alternative, come il ruba bandiera, sia con un single player non anonimo, bensì dotato di una sua anima chiamata Gravel Channel, una sorta di show televisivo dove i protagonisti saranno i giocatori che gareggeranno per ottenere il titolo di Off Road Master. Ci è piaciuto perché avevamo trovato i vecchi titoli della software house milanese poco curati dal punto di vista della grafica delle interfacce utente, troppo semplici e senza carattere, mentre stavolta tutto sembra seguire la linea più "cool" delle corse fuori strada.

Lo sporco si vede e si sente, occhio alla diversa risposta delle superfici

Le premesse per far bene ci sono tutte. Gravel ha dalla sua ottime intenzioni, i numeri giusti e i frutti di nuove soluzioni tecniche adatte ad una produzione di livello. Il modello di guida divertente, le tante auto e i tanti circuiti, le condizioni di tempo selezionabili e le diverse modalità di gara sia online che offline, potrebbero fare la sua fortuna. E chissà che arrivi il momento per promuovere finalmente a pieni voti un gioco targato Milestone.

Ci si vede sulla linea di partenza nei primi mesi del 2018 su PC, Xbox One e PlayStation 4!

Avatar di Michele Sollazzo
Michele Sollazzo: Provenendo dalla leggendaria regione del Molise, non poteva fare a meno di vivere avventure in mondi virtuali. Dopo un'infanzia vissuta tra gli arcade dei bar diventa adulto firmando petizioni per far uscire Shenmue 3. Ora è passato a Outcast 2.
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Gravel

PS4, Xbox One, PC

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