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Gamescom 2019: Code Vein - prova

Sete di sangue animato, in salsa soulslike.

Dall'annuncio ad oggi, molto è cambiato per Code Vein, passando da prime build che mostravano un progetto interessante ma ancora troppo poco rifinite per poter avere un qualunque tipo di quadro, sino ad una presenza decisamente meno convincente all'E3 2018, quando il rinvio del progetto divenne comprensibile. Annunciato e mostrato nel 2017, il soulslike di Bandai Namco fu previsto inizialmente per un lancio nel settembre dello scorso anno, ma è stato poi ufficialmente rimandato al 2019.

Le leggi e le pressioni del mercato, si sa, talvolta sono tiranne, ma il rinvio di un progetto dev'essere recepito come un'opportunità e non come un fallimento dall'utenza. Ben venga, in fin dei conti, un progetto tardivo ma di qualità. E la qualità che Code Vein ha mostrato nelle sue ultime apparizioni è sembrata giustificare nettamente il rinvio.

Ora che il titolo è in dirittura d'arrivo, ci abbiamo messo le mani sopra verosimilmente per l'ultima volta prima del lancio qui a Colonia, e possiamo confermare quanto di buono ed interessante ci ha lasciato intuire nel corso dei mesi il progetto. La sezione di gioco a cui abbiamo avuto accesso era sostanzialmente la stessa mostrata in occasione dell'E3, ma con qualche piccolo accorgimento e ritocco riguardante soprattutto stabilità e pulizia.

Alcune animazioni sono davvero affascinanti.

Di base, Code Vein è un action-RPG che ripesca dai Souls il sistema di combattimento reinterpretandoli in salsa anime. Dimostrandosi molto più japan style nell'immaginario e nella caratterizzazione estetica, a partire da un editor del personaggio copioso e rifinito e da un progression system ben strutturato.

Il tradizionale sistema di classi viene soverchiato da due elementi: il Blood Code e il Void. Il primo è il cuore attorno cui ruota l'intera struttura ruolistica: ciascun Code presenta delle abilità e caratteristiche peculiari, andando a sostituire la canonica struttura a classi. La particolarità davvero interessante di Code Vein è che il nostro Revenant alter-ego, attraverso il Void, potrà impossessarsi del sangue dei propri nemici, acquisendo la possibilità di equipaggiare diversi Blood Code e diversificare, di conseguenza, l'esperienza di gioco in maniera mutevole e dinamica.

Il Blood Code è l'essenza del sangue del Revenant e le tre scelte che si sono mostrate nella build testata sono di matrice piuttosto classica: Prometheus, fragile ma efficace offensivamente; Dark Knight, tank con una elevata quantità di HP; infine Harmonia, improntato all'utilizzo delle abilità. A partire da una di queste tre tipologie di Blood Code, potrete potenziarvi attraverso un albero di abilità attive e passive, che si diramerà a seconda dell'investimento di risorse in questo o quel Code, offrendo varietà ed un pizzico di tatticismo nella gestione di alcune sezioni che potranno richiedere anche una modifica sostanziale nell'approccio.

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Le abilità equipaggiabili saranno un massimo di 8 per volta e tra attacchi speciali, vere e proprie serie di combo e buff o nerf passivi, le combinazioni sono davvero infinite. In questo caso l'abuso dei poteri è scongiurato da un altro elemento denominato Ichor, una sorta di equivalente del mana. Per ricaricare quest'ultimo dovremo impossessarci del sangue nemico, oppure colpirlo ripetutamente.

Se sul combat system in sé e per sé c'è gran poco da aggiungere a quanto già detto e visto, con la classica alternanza di attacco leggero/pesante e schivata, molto più interessante è invece la gestione dei parry. I contrattacchi non sono qui gestiti attraverso l'arma, come avviene nei Souls, bensì sono differenti nei tempi di reazione e nelle animazioni a seconda dei vari abiti indossati. Di norma, quelli più pesanti e robusti vi conferiranno un notevole aumento nelle statistiche, ma potrebbero mettervi in difficoltà nel dover eseguire il parry di riferimento. Il prezzo da pagare per uno stile di gioco più incentrato sulla realizzazione del parry, dunque, sarà indubbiamente una maggiore vulnerabilità ai colpi, o minori bonus offensivi.

Questa gestione del parry è una delle peculiarità di Code Vein, cui va il merito di ripescare un'infrastruttura ludica (in termini di combat system) ormai inflazionata, ma in maniera attiva ed intelligente, reinterpretandola parzialmente ed offrendo nel complesso un'esperienza appagante. A ciò contribuisce senz'altro un livello di difficoltà che si assesta su standard alti, e che ha spinto il team di sviluppo, come dichiarato anche dallo stesso producer Keita Iizuka, ad introdurre la co-op, anche con l'IA. Un fido compagno, difatti, ci ha accompagnato per tutta la durata del test nei nostri combattimenti comportandosi dignitosamente, fornendoci preziosi buff e soprattutto rianimandoci quando eravamo finiti KO.

Louis è uno dei companion da poco svelati del titolo.

La volontà, come sottolineato da Iizuka stesso, è quella di scongiurare qualsiasi tipo di frustrazione in una formula che, altrimenti, avrebbe potuto rivelarsi eccessivamente punitiva. Ed in effetti l'impatto che abbiamo avuto con Code Vein è stato di quelli amari, sanguinosi, in cui lo studio dei pattern dei nemici e riflessi pronti sono il pane quotidiano, con ogni errore pronto a scaraventare il giocatore nel baratro della morte.

In merito al design del titolo ed al plot, qualche considerazione possiamo farla. Il cel-shading porta una resa discreta, tuttavia lo stile estremamente orientale dal forte richiamo alla serie God Eater non trasuda troppa originalità. Inoltre, sul fronte prettamente tecnico, quest' ultima build non ci è parsa sfavillante, con elementi secondari dello scenario in bassa risoluzione e qualche imprecisione in termini di pulizia. Quanto alla narrativa, sappiamo che il background ci porterà alle soglie di un mondo consunto da una piaga denominata Rovi del Giudizio, la quale ha disseminato morte e desolazione ovunque.

I superstiti, vampiri assetati e bisognosi di sangue, si riuniscono in una comunità denominata Vein, e la loro brama di sangue genera entità vuote, i Corrotti, che è compito degli stessi Vein eliminare. Lo scopo del viaggio è recuperare dei particolari semi generati da un albero, la cui esistenza si è preservata in un miasma di morte. Questi semi sono la sola risorsa in grado di liberare i Vein dal loro cruccio più grande, ossia lo scellerato scambio che sono costretti a subire a causa della loro sete di sangue: dei poteri speciali in cambio dei loro ricordi.

La spettacolarità delle boss fight è notevole.

Ad un mese circa dall'approdo sul mercato, Code Vein si conferma come un titolo dalle potenzialità interessanti, soprattutto per via di una struttura profonda e di un livello di sfida stimolante. Qualche lieve incertezza sul design e sul fronte tecnico permangono, ma soprattutto rispetto alle sensazioni agrodolci delle prima build e ad una gestazione piuttosto travagliata, c'è da essere fiduciosi. L'appuntamento è per il 27 settembre su PS4, Xbox One e PC. Una demo pubblica è stata confermata per il 3 settembre.

Avatar di Luca Del Pizzo
Luca Del Pizzo: Sedotto dalle avanguardie tecnologiche e da tutto ciò che porti emozione, Luca non può restare indifferente al fascino prorompente dei videogiochi. Ha la fortuna di coniugare questo amore con quello incondizionato per la scrittura. La vita, a volte, riserva cose meravigliose. Sino ad un nuovo Silent Hill degno di questo nome, tuttavia, non è ancora abbastanza.
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