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Gamescom 2019: Final Fantasy VII Remake - prova

E se l'attesa del remake fosse essa stessa il remake?

Passano i mesi, passano gli anni, ma le emozioni e l'aspettativa dietro il remake della leggendaria settima Fantasia Finale non accennano a smorzarsi. Il director Tetsuya Nomura ha già discusso negli scorsi mesi come, secondo lui, il progetto sia stato "annunciato troppo presto": anche e soprattutto a causa delle forti voci di corridoio che avevano iniziato a girare, il rischio di leak era diventato troppo alto e per questa ragione l'azienda ha preferito rilasciare una dichiarazione ufficiale, piuttosto che lasciar trapelare informazioni imprecise e fuorvianti.

Queste e molte altre ragioni hanno dato vita a svariati meme, tipici della moderna Internet Culture: l'idea che "tanto Final Fantasy VII Remake non uscirà mai" e che "tanto farà schifo perchè non è più a turni" sono alcune tra le affermazioni più diffuse (in ogni lingua, non solo l'italiano) e associate a questa o quell'altra immagine virale sui canali social di tutto il mondo.

Il cambio di rotta fra il design iniziale del protagonista e quello definitivo è evidente.

È innegabile che il lavoro dietro un progetto simile sia mastodontico e anzi, lo stesso CEO di Square Enix, Yosuke Matsuda, ha affermato che realizzare un remake sia spesso e volentieri più complesso della realizzazione di un titolo ex novo, proprio per via del target di riferimento: non è possibile puntare solo al fattore nostalgia, bisogna anche attrarre del pubblico che non ha familiarità con il prodotto originale e, come nel caso di opere datate come l'originale Final Fantasy VII (che ricordiamo aver soffiato su oltre venti candeline di compleanno) la modernizzazione della forma va eseguita senza stravolgerne l'essenza, tenendo in considerazione molte più variabili rispetto a un lavoro completamente originale. Inoltre, non bisogna dimenticare che il titolo era stato inizialmente assegnato a CyberConnect2 ma che, nel 2016, Square-Enix ha deciso di far tabula rasa e far ripartire i lavori come progetto interno alla stessa azienda, anche per per le ragioni di cui sopra.

Non sono mancate nemmeno le polemiche di numerosi giocatori sul nuovo design dei personaggi principali del titolo. Cloud è troppo magro, Tifa ha il seno troppo piccolo, Aerith non è abbastanza giapponese e Barrett è "troppo bianco": osservazioni per buona parte sterili e infondate, basate su screenshot di scene in movimento o di materiale ancora in fase di sviluppo e quindi da prendere con le pinze sia per animazioni che per post produzione, ma che dimostrano come i riflettori siano puntati sul gioco da abbastanza tempo per generare reazioni esagerate ed esasperate.

Insomma, la tensione di pubblico e sviluppatori è palese e l'annuncio prematuro non ha certamente aiutato: la preoccupazione è condivisibile per ambo le parti ed è dovuta agli enormi investimenti di denaro e speranza dietro a un titolo così leggendario nella storia del medium.

I recenti concept art condivisi da Square-Enix confermano la professionalità del comparto artistico del titolo.

Titolo che, ricordiamo, non sarà unico nella sua declinazione remake, dato che è ormai ufficiale che il nuovo Final Fantasy VII verrà diviso in più episodi, o meglio, giochi: è intenzione degli sviluppatori quella di offrire esperienze abbastanza estese e complete da essere considerabili esperienze stand alone, sviluppati e presentati con la stessa cura e professionalità dedicata ai capitoli della numerazione principale della saga.

Non mancano ovviamente dubbi circa l'attuabilità di un programma sì ambizioso e la demo mostrata nel corso della Gamescom 2019 non è ancora abbastanza per fugarli tutti. La sezione giocabile è la stessa mostrata a porte chiuse durante l'E3 2019 e in forma di trailer al pubblico di tutto il mondo. Siamo quindi ben distanti dal conoscere cosa si nasconde oltre l'iconico Guard Scorpion della Bombing Mission.

Abbiamo già discusso in passato l'effettivo contenuto di questa demo, per cui ciò che rimane è riflettere a mente fredda su quanto abbiamo (ri)provato. Innanzi tutto il feeling, controller alla mano: il sistema di movimento di Cloud e alleati risulta più arcade rispetto alle animazioni concatenate e non interrompibili dei protagonisti di Final Fantasy XV. L'impatto visivo è "più giocoso", ma estremamente più piacevole da impiegare tanto nell'esplorazione quanto, soprattutto, durante i combattimenti. Gli avversari incontrati nel corso della demo sono nemici molto scolastici, semplici da leggere sia per un giocatore esperto della saga che per i neofiti e per questo è difficile stabilire quale sarà l'effettivo peso strategico che avranno le azioni in combattimento, in primis il passaggio tra un personaggio e l'altro, durante delle battaglie più avanzate.

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Lo scontro con l'amato scorpione dalla coda laser risulta dinamico, vario e soddisfacente, con i cambiamenti di strategia e forma dell'arena tra le diverse fasi del combattimento; l'estetica di ogni singolo modello e ambientazione mostrati trasudano cura da ogni poligono e texture e non hanno nulla da invidiare al comparto artistico del recente Final Fantasy XV, fin troppo maniacale nell'inserimento di dettagli invisibili al giocatore a meno d'impiegare mod alla telecamera. Anche i concept art ufficiali rilasciati in questi giorni, dedicati al Settore 8 di Midgar e allo Shinra Building, dimostrano desiderio e competenza cristallini nel ripresentare aree e figure iconiche, in una veste modernizzata ma rispettosa dello stile originale: per questo motivo, non condividiamo la preoccupazione di molti circa il restyle (confermato ufficialmente da Nomura stesso) dell'Honey Bee Inn e non nascondiamo genuina curiosità per le nuove attività che saranno inserite all'interno della città, il riposizionamento di alcuni boss e l'aggiunta di nuovi mostri da affrontare.

Le perplessità su quanto abbiamo avuto modo di giocare sono praticamente nulle, mentre ancora troppe rimangono le incognite sul progetto e il suo futuro nel medio e lungo termine. Mancano informazioni sul numero di giochi/episodi, non ancora stabilito nemmeno dal team di sviluppo, almeno in maniera ufficiale; non si conosce il peso e/o canonicità che avranno i titoli "spin-off", rilasciati negli anni successivi l'originale Final Fantasy VII e quanto questi influenzeranno il contenuto narrativo del remake; non abbiamo idea della cadenza di pubblicazione dei prossimi titoli, il cui sviluppo è stato confermato sarà "più efficiente, ma non per questo più veloce" e questo porta a un enorme punto interrogativo sulla durata che il progetto avrà nel corso degli anni futuri.

A mente fredda, la struttura di pubblicazione episodica, che ha smembrato senza pietà l'Hitman del 2016 di Io Interactive, nel caso di Final Fantasy VII Remake risulta la soluzione migliore per non tarpare le ali del progetto con scadenze di pubblicazione troppo stringenti, come invece accaduto a Final Fantasy XV, il cui cut content è ormai leggenda.

Nonostante le proteste serpeggiate fra i social, il supposto whitewashing di Barrett è stato dovuto a un giudizio su un frame di una scena in movimento e fortemente illuminata, analizzata da qualcuno senza le dovute competenze.

Quello che Square-Enix deve evitare, però, è creare un mostro di Frankenstein, con team di sviluppo modificati in corso d'opera e tempi e budget assottigliati dal passare del tempo: se per una buona causa, il pubblico sa essere abbastanza maturo da sopportare tempi di attesa anche titanici e l'azienda non può assolutamente piegarsi ai capricci di "pochi rumorosi" modificando la propria roadmap o, peggio ancora, sentirsi obbligata ad "annunciare troppo presto" del contenuto ancora non definitivo. La speranza è l'ultima a morire, ma la fiducia è una creatura effimera, che va preservata anche e soprattutto nel caso di progetti più unici che rari nella storia del videogioco.

La retrocompatibilità della prossima console Sony solleva ancora più interrogativi, dato che non vi è nemmeno certezza su come Final Fantasy VII Remake sarà gestito: avremo una "versione migliorata", costruita ad hoc per sfruttare la potenza hardware superiore? Se sì, questo potrebbe rallentare ulteriormente lo sviluppo, ma in caso contrario non si potrebbe ignorare un doloroso pensiero su "quanto sarebbe stato meglio il gioco", se si fosse atteso qualche anno per pubbblicarlo direttamente su nona generazione.

Tifa, mostrata per la prima volta nel trailer dell'E3 2019, è già riuscita a conquistare il cuore di tutti... nonostante il reggiseno sportivo ne “limiti le grazie”.

Il producer Yoshinori Kitase ha confermato che il team dietro Final Fantasy VII Remake è composto sia da elementi che hanno lavorato al progetto originale, che da nuove leve cresciute giocando il titolo del 1997: scopo di questa unione è trovare il giusto equilibrio fra classicità e innovazione, tra nostalgia e modernità.

In ogni caso, è ufficiale che Final Fantasy VII Remake punti a superare l'originale sotto ogni punto di vista e non solamente sull'aspetto grafico: maggiore maturità narrativa, più spazio ai personaggi secondari e agli ambienti di gioco, level design più vario e sistema di combattimento dinamico e di più ampio respiro sono solo alcune delle promesse fatte da Square-Enix e che, in base alla demo a nostra disposizione, per adesso sembrano essere state mantenute: l'essenza dietro l'universo che ha determinato il successo del titolo di oltre venti anni fa è ancora intatta e anzi, risplende più luminosa che mai.

Final Fantasy VII è già stato incoronato come Best of Show per l'E3 2019 Game Critics Awards e in questi giorni dai lettori di Famitsu come il titolo più atteso, conquistando il primo posto con quasi il doppio dei voti rispetto alla seconda posizione e superando titoli come Persona 5: The Royal e Pokèmon Spada e Scudo, a dimostrazione di quanto il progetto sia destinato a scuotere il cuore dei giocatori e dello stesso medium come forse mai accaduto nella storia.

Se questa "nuova" Fantasia potrà anche avere un lieto fine, solo il tempo potrà stabilirlo.

Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.
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