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Gangstar New Orleans: Online Open World Game - recensione

Abbiamo esplorato le strade di New Orleans su iPad e vi raccontiamo come è andata.

L'Open World è ormai diventato una sorta di genere trasversale che si sovrappone ai generi classici e diventa una seconda natura, spesso incardinata nelle aspettative degli stessi giocatori. Da FPS, giochi d'azione ed RPG ci si aspetta sempre, in qualche misura, un mondo aperto in cui alla narrativa principale si affianchino sia ridde di missioni secondarie, che un free roaming/sandbox che possa intrattenere in maniera leggera e spensierata.

Questa tendenza è probabilmente legata sia al successo di titoli che hanno fatto la storia recente del medium (GTA in primis ma anche The Witcher 3), sia alla richiesta sempre più pressante di abbondanza di contenuti e di libertà di azione all'interno del mondo di gioco. È così che l'offerta di mondi aperta si è letteralmente moltiplicata ed è ormai una sorta di standard del settore.

Prova di questa situazione è che questo genere sia ora disponibile anche su piattaforme non proprio adatte, sia per capacità tecniche che per limitazioni a livello di controlli; un esempio è proprio il tema di questa recensione, ovvero Gangstar New Orleans per iPad, la nuova puntata della serie di Gameloft preceduta dal non proprio soddisfacente 'Gangstar: Vegas'.

Si tratta di un open world che scimmiotta pedissequamente due celebri titoli che ben conosciamo: GTA e Saints Row. Il primo nella struttura del gameplay generale e nel tema, il secondo nell'atmosfera leggera e nell'abbondanza esagerata di contenuti.

Quando non siete in movimento, il mondo di Gangstar New Orleans sembra piuttosto ben realizzato.

Il gioco si svolge principalmente alternando la mappa del mondo di gioco all'azione vera e propria. Si scelgono le missioni, si selezionano armi ed equipaggiamento, si passa all'azione e, raggiunto l'obiettivo, si torna nei menù a selezionare ricompense e sblocchi attraverso la consueta struttura ibrida di risorse in-game e denaro reale.

La narrativa principale è realizzata discretamente, anche se segue un canovaccio che definire 'formulaico' è riduttivo; siamo infatti di fronte a una quantità enorme di stereotipi pseudo-hollywodiani e di cultura popolare postmoderna in cui non c'è spazio alcuno per originalità o per sorprese di alcun tipo. Tutto è già visto in mille film e altrettanti videogiochi.

Le missioni secondarie seguono le stesse meccaniche che abbiamo imparato a conoscere ormai a memoria: si raggiunge un obiettivo, si interagisce in qualche modo, scatta una sparatoria (o una semplice consegna/dialogo) e si conclude con una fuga più o meno rocambolesca.

La descrizione pare riduttiva...non è forse la stessa struttura che ha fatto le fortune di titoli super blasonati? Sì, ma la differenza sta nella qualità dei contenuti, nella ricchezza del mondo di gioco, nella profondità dei personaggi, nella varietà che si crea nelle sfumature, nel coinvolgimento emotivo creato da una storia scritta da professionisti. Niente di tutto questo si applica in Gangstar New Orleans che è, in definitiva, un clone senz'anima che appiccica contenuti mediocri su una formula di successo.

Parlavamo di stereotipi hollywodiani…dove avete già visto questi interni?

Il mondo di gioco è blando e insapore, i personaggi sono unidimensionali e senza spessore, le missioni ripetitive e i contenuti, in generale, sono una mera scusa per portare il giocatore alla ricompensa successiva e, Gameloft spera, alla monetizzazione.

Il gameplay si sviluppa principalmente attraverso il sistema di guida e quello di combattimento. Il primo utilizza i comandi a schermo per farvi guidare (destra, sinitra, accelleratore e freno) ed è perlomeno approssimativo, visto che utilizza due tasti per la direzione; ma è anche scomodo perché il dito deve continuare a saltare tra destra e sinistra e tra accelleratore e freno. Diventa così estremamente complicato (se non impossibile) guidare con precisione ad alte velocità, cosa che parrebbe fondamentale quando si fa il mestiere del bandito urbano...

Il sistema di combattimento è invece estremamente semplicistico: si preme un pulsante per usare una copertura e se ne preme un altro per sparare al nemico più vicino. Quando il nemico è fuori cover lo si danneggia, quando è in cover no. Anche qui, simile ai maestri del genere ma semplificato in maniera così estrema che si perde completamente il divertimento e l'immedesimazione.

Ancora più grave è comunque il fatto che muoversi a piedi, guidare e sparare sono tutte attività che richiedono un grande sforzo da parte del giocatore; questo perché i comandi a schermo sono una soluzione decisamente sub-ottimale, soprattutto quando sono associati alla necessità (sempre presente) di spostare la telecamera per avere una visione ottimale degli eventi. Insomma, non solo non ci si diverte, ma si fa anche molta fatica a interagire col mondo di gioco.

Il sistema di combattimento è questione di premere due pulsanti…non che la cosa sia particolarmente semplice su iPad, soprattutto considerati i problemi di inquadratura sempre presenti.

Graficamente Gangstar New Orleans sembra metterci grande impegno nel mimare gli stilemi del genere, ma il risultato è, anche qui, piuttosto amatoriale. La città sembra tale solo in alcune panoramiche, ma quando si tratta di giocare è chiaro che ci si trova di fronte a un mondo di poligoni che 'poppano' sullo schermo a intermittenza e sono ricoperti da texture di qualità limitata, sia tecnicamente che artisticamente. A livello audio le cose vanno un filo meglio con un parlato recitato da professionisti e musiche adatte al contesto.

In generale Gangstar New Orleans offre decisamente poco per giocatori che abbiano avuto a che fare con i mondi aperti su piattaforme più consone. In nessuna occasione l'esperienza di gioco può ricordare quella di GTA (o di altri titoli del genere) né sperare di costituire un clone decente da portarsi in giro per sessioni di gioco lontano da casa. La piattaforma tablet è decisamente poco adatta al genere ma questo non vuol dire che non possa ospitare capolavori di generi differenti.

Il consiglio è semplice: lasciamo i mondi aperti su PC e/o console e godiamoci altri generi su tablet. E se proprio vogliamo l'azione e/o i mondi aperti evitiamo cloni raffazzonati che puntano spudoratamente sulla monetizzazione risparmiando sulla qualità dei contenuti e sull'ispirazione generale.

4 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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