Skip to main content

Generazione rinvio - editoriale

Esistono ancora giochi in grado di non uscire in ritardo?

La notizia che tutti i possessori di PlayStation 4 temevano è arrivata: Uncharted 4 è stato rimandato al 2016. E nello stesso giorno in cui i Naughty Dog hanno spezzato il cuore di milioni di appassionati, Slightly Mad Studios e BANDAI NAMCO hanno annunciato per l'ennesima volta il rinvio di Project CARS. Nuova data prevista, maggio 2015. Non va meglio neanche a chi in salotto ha una Xbox: la stessa sorte, è notizia di ieri, toccherà infatti a Quantum Break, probabilmente posposto al 2016.

La cosa ormai non stupisce più perché stiamo vivendo in un periodo in cui sono pochissimi i giochi tripla A che escono per la data in cui vengono annunciati. E molti di quelli che lo fanno poi si rivelano pieni di bug, spesso pure critici.

A questo punto tiriamoci un po' su il morale facendoci una risata: tutti i giochi erano nella lista dei titoli più desiderati da voi lettori di Eurogamer nel 2014! Sfogliando il nostro articolo sui giochi più attesi del 2014, si trovano anche The Witcher 3 e Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Ci sono anche nomi come The Division, Kingdom Heart 3 e The Legend of Zelda per WiiU, che però non erano mai stati annunciati per il 2014. Anche la top 10 della redazione aveva ben quattro titoli che non sono usciti nel 2014: The Order 1886, The Witcher 3, Below e Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.

Quantum Break potrebbe slittare al 2016 e visto quanto accaduto con Alan Wake, non sorprenderebbe da parte dei Remedy Entertainment.

Non c'è da stupirsi dei ritardi: programmare videogiochi è una cosa difficile, a maggior ragione se lo si fa su delle macchine nuove come sono Xbox One e PlayStation 4. Se poi ciò che si sta creando è un titolo tripla A, si ha a che fare con team di sviluppo di centinaia di persone alla ricerca dell'eccellenza. Due cose che, si sa, possono portare a ritardi imprevisti.

Quello che stupisce, però, è quanto frequentemente questo stia succedendo. Sembra quasi che non ci sia un singolo videogioco per le nuove console che sia in grado uscire nella prima data annunciata.

Ma quello che in molti fanno fatica a capire e che si chiedono nei commenti agli articoli è che senso abbia annunciare una data mesi, a volte anni prima, se poi si sa già che non sarà possibile rispettarla.

La prima cosa da dire è che, ovviamente, nel momento in cui gli sviluppatori comunicano una data, credono davvero di rispettarla. Hanno fatto lunghe riunioni per confrontare i piani di sviluppo e il tempo necessario per ogni singolo reparto (audio, grafica, gameplay, controllo qualità, eccetera).

BioShock Infinite, uno dei titoli più rimandati della scorsa generazione.

Hanno creato delle roadmap da seguire e rispettare, con delle scadenze precise (in gergo "milestone", cioè pietra miliare) in cui ogni reparto sa cosa dovrà aver realizzato per quel giorno. Si sono persino riservati un po' di tempo nelle settimane dopo la fine dello sviluppo per dedicarsi esclusivamente alla correzione dei bug.

Poi, però, succede qualcosa: una meccanica di gioco non sta venendo come si pensava e va rifatta. Viene aggiunto o tolto un capitolo e via discorrendo. Sono infinite le cose che possono causare un ritardo. Ma allora perché annunciare una data quando si è ancora a molti mesi dalla fine dello sviluppo?

Qui entra in gioco il marketing. Non si può far passare troppi mesi senza un nuovo trailer, senza un'intervista a uno sviluppatore o un incontro con la stampa specializzata. Il tutto per evitare di correre il rischio che il videogiocatore si dimentichi dell'esistenza del prodotto.

Restano altri due aspetti importanti da considerare. Il primo è che il pubblico VUOLE sapere quando uscirà un gioco. Non basta più un trailer e qualche dettaglio sul titolo in lavorazione. Nell'era di internet e delle decine di news che si macinano all'ora, e che dopo due giorni sono antiche, l'attenzione è minima, la memoria inesistente e la pazienza completamente assente. Quindi come si fa a mantenere sulla corda un appassionato?

I pre-order sono ormai una realtà imprescindibile per ogni sviluppatore di videogiochi.

Gli si dà una data da mettere sul calendario. Così si crea un'aspettativa che cresce al passare dei mesi (ovviamente solleticata dal continuo flusso di informazioni che il reparto PR distribuisce senza tregua), e che diventa spasmodica quando mancano pochi mesi. A quel punto c'è chi è disposto a tutto pur di avere il titolo, anche fare delle minacce idiote pur di mettere le mani il prima possibile sul gioco da mesi sognato.

L'altro aspetto fondamentale è il pre-order. Una nuova, spiacevole novità del mondo dei videogiochi che ha radicalmente cambiato il modo in cui questi vengono venduti. Per riuscire a raccogliere le prenotazioni, nella stragrande maggioranza dei casi devi avere una data di uscita. E prima puoi cominciare a raccoglierli, meglio è.

Da qui la fretta di annunciare al mondo intero una data di uscita. Tanto se poi il gioco slitta di qualche mese, quante persone vanno davvero a disdire la prenotazione?