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Genesis Noir - recensione

Un'avventura DECISAMENTE diversa dal solito.

Di inventiva ne hanno tanta i ragazzi di Feral Cat Den. Li immaginiamo nel loro piccolo studio di New York, intenti a leggere opere letterarie di tutti i tipi mentre ascoltano smooth jazz, sorseggiano caffè lunghissimi e si ingozzano di tacos ai gamberi.

Genesis Noir è il loro primo titolo e per questo esordio hanno scelto un genere non facile, quello delle avventure grafiche. Come se non bastasse, hanno scelto una tematica di fondo che definire surreale è riduttivo.

La storia di Genesis Noir si svolge durante il Big Bang, l'evento con cui la scienza fa coincidere la nascita dell'intero universo. Il setting sarebbe forse perfetto per un libro di Douglas Adams, ma che razza di avventura si può vivere prima, durante e dopo un evento così catastrofico e misterioso?

Molti di voi a questo punto di aspetterebbero qualcosa a tema sci-fi e invece stiamo parlando di una storia d'amore... un triangolo amoroso per essere precisi. Beh, non un triangolo tradizionale a dire la verità, in gioco infatti entrano così tante cose strane da far sembrare Alice nel Paese delle Meraviglie un manuale di economia domestica.

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Lo ammettiamo, all'inizio non ci abbiamo capito molto e tutto ci è sembrato piuttosto strano... ma anche dannatamente attraente, con una storia di sentimenti che travalicano il tempo e lo spazio. Per una decina di minuti siamo stati avvolti da una serie di filmati uno più bizzarro dell'altro, caratterizzati da un stile grafico che ricorda i disegni fatti a gesso su lavagne di ardesia.

Inquadrature ardite, forme che si ingrandiscono e allungano delineando una storia che sembra uscita da un sogno avuto dopo una cena particolarmente pesante. Il protagonista è un tizio lungo, senza nome, che a quanto pare ha una passione smodata per gli orologi e il passare del tempo. Vive in una città che tutto deforma e da tutto è deformata, ma il mood è quello dei romanzi di Raymond Chandler, con tanto di sassofoni a fare da contrappunto.

Ma da giocare com'è Genesis Noir? Normalmente questa è una domanda a cui si possono dare una miriade di risposte, più o meno lunghe ma comunque chiare. Stavolta invece così facile non è. In teoria il gioco rientra nella categoria delle avventure punta e clicca e in effetti di tanto in tanto si punta e si clicca alla ricerca di elementi interattivi "che facciano succedere qualcosa".

Lo stile grafico di Genesis Noir è unico ma ad avvolgervi in modo ancora più sorprendente sarà la sua colonna sonora.

Quel qualcosa però non risponde sempre alla semplice relazione causa-effetto. Esempio: toccando un determinato oggetto non è detto che esso diventi un mezzo d'interazione per proseguire nel gioco; è più probabile invece che averlo toccato dia il via ad una serie di eventi che portano ad un risultato totalmente diverso.

Avete presente l'effetto farfalla? Qualcosa di simile. Tutto prende vita in forma astratta ma gli effetti visivi provocati da ogni azione sono a dir poco ipnotizzanti. Inutile provare a trovare da subito un senso al tutto, consigliabile invece lasciarsi trasportare "tentando" di stare dietro alla folle inventiva del team Feral Cat Den.

Con il tempo riuscirete ad entrare nell'ottica un po' distorta del gioco e gli enigmi inizieranno ad acquistare un loro senso, rendendo più comprensibile ma pur sempre bizzarro ciò che scorrerà davanti ai vostri occhi. Apprezzabile in questo senso la varietà dei puzzle proposti, che variano dalle prove di memoria a quelle di (il)logica, per spaziare addirittura nel sotto-genere dei rhythm games.

Inizialmente gli enigmi sembrano piuttosto canonici, ma andando avanti le cose diventeranno decisamente più... particolari!

Per certi versi Genesis Noir ci ha ricordato i giochi di Amanita Design e questo non può che essere un bene. Al tempo stesso però la sua natura così derivativa lo allontana in maniera estremamente decisa dai canoni delle avventure, rendendolo di difficile assimilazione per un pubblico che non sia di nicchia.

Genesis Noir è un gioco talmente particolare che il poterlo giocare fin dal Day One tramite il Game Pass Microsoft (PC e Console) rappresenta una benedizione sia per i giocatori, che avranno così l'occasione di provarlo a "rischio zero", che per il team di sviluppo, che avrà l'opportunità di far conoscere il frutto delle proprie fatiche ad un bacino d'utenza nettamente superiore a quello che sarebbe stato possibile raggiungere con un sistema di distribuzione tradizionale.

Se capitate da quelle parti fateci un giro, sarà un viaggio discretamente breve ma difficilmente lo dimenticherete.

7 / 10