Ghost Recon: Wildlands - Reloaded
Ubisoft sopravvive a un anno e mezzo di guerra con il cartello della droga boliviano.
Ghost Recon Wildlands ha segnato, nel marzo 2017, il ritorno di Ubisoft a uno dei suoi brand più amati, quello dei fantasmi firmati Tom Clancy che dopo anni di titoli non proprio al top della forma, si sono confermati una delle più interessanti esperienze di gioco cooperative dell'anno scorso. Trattandosi di un open world piuttosto complesso il lancio non è stato propriamente semplice, ma la discreta accoglienza, tra cui anche la nostra recensione, e un buon passaparola, ne hanno fatto un gioco apprezzato dagli amanti degli sparatutto tattici: a diciotto mesi dal lancio il momento è propizio per una retrospettiva che prenda in considerazione, supporto postlancio, pubblicazione DLC e destini della community in relazione al venduto.
Il gioco è uscito il 7 marzo per tutte le piattaforme (Xbox One, PS4, PC) e come al solito quella per home computer ha fatto da battistrada per tutte le altre per quanto concerne il supporto e le prime patch: tre giorni dalla pubblicazione proprio la build windows era quella caratterizzata da maggiori problemi di gioventù e immediatamente è arrivato un aggiornamento per migliorare la gestione dei processori quad-core, in particolare gli I5 in concomitanza con il supporto dei possessori di sistemi multi-gpu. Il grosso del lavoro stato svolto per la patch pubblicata a fine marzo che con i suoi 5GB di correzioni condivise tra tutte le piattaforme, ha rappresentato la risoluzione del grosso dei problemi del gioco un po' in tutte le aree.
Anche se non è stato possibile risolvere ogni cosa con questo update, diciamo che Ubisoft ha sia corretto i bachi di gioventù del gioco, sia implementato suggerimenti da parte della community in termini di gameplay. Tra questi degni di nota sono la possibilità di scegliere il veicolo al momento del respawn, la possibilità di disattivare gli aiuti a schermo cercando indizi per le missioni (con un notevole impatto sul livello di difficoltà) e la disattivazione di tutte le radio in gioco su richiesta.
In termini di correzioni è stata riveduta la posizione di molti marker e waypoint GPS che rischiava di far andare fuori strada i giocatori insieme a trigger di missione non correttamente configurati. Anche l'esperienza di gioco cooperativa è stata migliorata in particolare in relazione a problemi di sincronia video e audio che non facevano vedere le stesse situazioni o dettagli ai giocatori collegati in rete. Migliorata anche la stabilità delle connessioni, e vari elementi di gameplay come teletrasporti bloccati verso le safehouse, sedili impossibili da occupare in auto, morti improvvise per cadute da moto e così via. Alla versione PC è stata aggiunta anche la possibilità di attivare la modalità antialias SMAA oltre crash del gioco assortiti legati a differenti configurazioni di schede madri, processori, schede video.
Tempo venti giorni ed è arrivato il secondo grosso aggiornamento il 12 aprile con ben 8GB di patch su console e 6GB su PC. Anche questo si è concentrato sul bugfixing e connettività, i due aspetti che hanno penalizzato maggiormente il lancio del gioco: un tipico aggiornamento per i bachi e i problemi più rari non visti nella prima patch, ma anche l'occasione per implementare modifiche di gameplay suggerite dalla community. Oltre a un'abbondanza di bugfix a missioni, interfaccia e modalità cooperativa ma anche grafica e audio, sono arrivate nuove feature come le sfide stagionali con missioni pubblicate settimanalmente da giocare da soli o in coop per guadagnare XP e premi stagionali. Interessante anche la challenge dedicata all'intera community di Ghost Recon che ha richiesto l'intervento dell'intero parco giocante di utenti per essere premiati o meno.
La sequenza si è ripetuta a metà maggio con l'arrivo dell'update 4: anche in questo caso correzioni in quantità ma soprattutto un intervento importante sulla qualità del gameplay per il solitario e il coop, insieme ad una serie di interventi per l'interfaccia di gioco. Nel primo caso, molto importanti sono stati gli interventi sulla dinamica delle missioni cooperative in particolare la possibilità di avvertire un compagno che si sta morendo, il respawn al punto di inizio missione e non in una posizione randomica nel mondo di gioco e soprattutto la possibilità di eliminare un nemico per un brevissimo periodo di tempo quando si viene scoperti durante le missioni stealth invece del fallimento immediato della missione. A queste si sono aggiunte delle opzioni più dettagliate nella configurazione dell'HUD a tutto vantaggio di una migliore capacità di coordinazione con i compagni, navigazione nel mondo di gioco e definizione degli obiettivi.
L'estate e l'autunno sono trascorsi senza grosse novità sotto il profilo degli aggiornamenti (ma molto si è lavorato sui DLC, come vedremo tra poco) se non patch di piccole dimensioni ad intervalli regolari che hanno corretto sostanzialmente bug e problemi legati proprio ai DLC. L'ultimo importante round di aggiornamenti del 2017 arrivato per Natale in concomitanza con un nuovo DLC: tuttavia, le correzioni erano veramente limitate, a conferma di come tutto il lavoro di supporto del team di sviluppo di Ubisoft avesse ben lavorato durante il 2017 per rifinire le problematiche di Ghost Recon Wildlands.
Il lancio è stato difficoltoso, ma trattandosi di un open world così complesso era tutto sommato lecito attendersi qualche problema di questo genere. Come sempre più spesso ci ha abituato Ubisoft negli ultimi anni, dopo un decennio in cui l'azienda francese non brillava per supporto all'utenza, l'attenzione postvendita al prodotto è stata solida e ci ha consegnato a un gioco a inizio 2018 molto rifinito, in particolare la versione PC, bellissima da vedere e aggiornata praticamente di pari passo con le versioni console anche per problematiche specifiche legate alla grafica.
Dicevamo dei DLC e contenuti aggiuntivi in generale che hanno viaggiato di pari passo con la correzione di errori e bachi: oltre all'introduzione delle sfide stagionali, la prima vera novità è arrivata Fallen Ghosts, il primo contenuto che ha introdotto parecchie novità per chi ha già spolpato il gioco nella sua interezza e vuole il più classico del more of the same: quindici missioni principali affiancati ad altre opzionali sparse in tre nuove aree con nuovi boss a capo di una nuova tipologia di mercenari, una ventina di nuove armi (la balestra!) e l'innalzamento del level cap a 35. Degne di nota anche tutta una serie di nuove abilità tattiche per i droni e capacità degli operatori.
A dicembre è partita la campagna degli update gratuiti con l'aggiornamento Jungle Storm che ha aggiunto veramente un sacco di roba a partire dal ranking stagionale per il match multigiocatore PVP per cui sono state preparate due modalità specifiche: Incursione e Uplink, entrambe con delle mappe ad esse dedicate insieme a due nuove classi per i tiratori e gli assaltatori, ovvero il Pathfinder e il Predator. Quest'ultima aggiunta è stata preparata per salutare l'introduzione nel gioco di una nuova modalità dedicata all'omonimo alieno in cui i giocatori se la devono vedere proprio con questo spietato cacciatore ricreato in maniera molto fedele proprio per mettere i giocatori nella stessa situazione del film originale di cui l'anno scorso ricorreva il trentennale dall'uscita.
Sempre per il PVP Ghost War mode è arrivata una nuova modalità (Extraction) e mappe a fine gennaio, insieme a numerose modifiche e aggiornamenti legati al primo feedback della community per quanto fatto un mese prima. A febbraio è stata la volta di tre nuove classi (trapper, guerrilla, stalker), due nuove mappe e la possibilità di votarle prima di entrare in gioco, seguito poi dall'update 5 e 6 (Reinforcement e Bravo 6). Questi aggiornamenti hanno concluso l'anno 1 per far posto all'anno due e alla partenza del nuovo season pass che, sulla falsariga del primo ha dato agli utenti la possibilità di livellare più velocemente e accedere ad armi e gadget esclusivi.
Finora siamo arrivati al secondo update della seconda stagione che prevede, oltre alle nuove modalità e mappe per la Ghost War, anche una nuova missione singleplayer intitolata Operation Archangel (un curioso crossover con Rainbox Six Siege) e la possibilità di giocare l'intera campagna in solitario. Ma per i più masochisti, ecco il Ghost Mode giocabile in solitario o in coop: morte permanente con fuoco amico, e munizioni perse ricaricando con colpi ancora nel caricatore. Siamo praticamente a metà dei contenuti dell'anno 2, ma è chiaro che Ubisoft andrà in fondo a quanto promesso con la sua roadmap a conferma di come il gioco, per quanto non si tratti un top, seller abbia riscosso almeno parte del successo sperato.
Le vendite, tutto considerato, non sembrano essere andate poi così male, soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che si tratta di un gioco meno accessibile rispetto ai classici Far Cry, decisamente orientato verso l'aspetto tattico e cooperativo e soprattutto che il brand Ghost Recon era fermo praticamente dal 2012, (escludendo il solo multiplayer Phantoms). Dalle stime di VGChartz, fermi comunque alla scorsa primavera, il gioco sembra aver piazzato sul mercato quattro milioni e mezzo di copie suddivise tra tre milioni su PS4 e un milione e mezzo su Xbox One.
Mancano all'appello i dati del defunto Steamspy ma una stima prudenziale potrebbe tranquillamente aggiungere almeno altre seicento-ottocentomila copie portando il totale nell'orbita dei cinque milioni, un valore sicuramente da arrotondare per difetto, visti i mesi trascorsi e il prezzo del gioco ormai in fascia midprice per entrambe le versioni console per quanto riguarda le pacchettizzate di Amazon: lecito quindi pensare si tratti di un gioco che ha ormai raggiunto i sei-sette milioni di copie complessive. Sugli store digitali di Ubisoft siamo ancora a 39 euro, ma è più che probabile attendersi qualche promozione da qui al prossimo Natale, rendendo Ghost Recon Wildlands il classico gioco dove piazzare venticinque euro extra per un prodotto impegnativo e anche piuttosto longevo.
La scelta della piattaforma su cui comprarlo è ovviamente in base alle proprie disponibilità e alla popolazione multigiocatore: l'ecosistema Sony è in vantaggio, ma ci sono ottime probabilità di trovare giocatori disponibili al drop-in anche su Xbox One. La versione PC, sicuramente non allo stesso livello del venduto di quella Xbox One, conferma la presenza di uno zoccolo duro di giocatori che si attesta sui 3-4000 giocatori ogni giorno sempre in partita, garantendo un buon investimento in termini di multiplayer cooperativo e competitivo anche per chi non ha amici con cui effettuare l'acquisto coordinato, per quanto sia caldamente consigliato farlo.
C'è anche un altro importante fattore da tenere in considerazione per i più danarosi tra voi, ovvero la qualità dell'immagine: e in questo senso, possedendo schede video di fascia elevata e monitor di alto livello non ci sono dubbi che per risoluzione e frame rate, una nuova 2080 fresca di catena di montaggio possa restituire un'esperienza di gioco senza paragoni su PC. Ma le nuove generazioni di console hanno veramente poco da invidiare ai personal computer da gioco se pensiamo che PS4 Pro renderizza a 1440p e Xbox One X lo scorso Natale ha avuto una versione dedicata con risoluzione maggiorata a 1800p ovvero il 3200 × 1800. Non un 4K nativo, ma il salto qualitativo rispetto alla versione PS4 Pro è netto, considerando anche che texture, tessellation, riflessi e distanza di rendering sono state maggiorate permettendo a questa build di esaltarsi su pannelli di grandi dimensioni.
Nel complesso Ubisoft conferma il suo cambio di passo in termini di supporto ai suoi prodotti di lungo respiro anche con questo episodio della serie Ghost Recon. Un passo avanti enorme rispetto ai trascorsi dei vecchi Ghost Recon, pubblicati senza un adeguato testing, ma soprattutto abbandonati a loro stessi nel postvendita, in particolare le versioni PC. Da qualche anno a questa parte la musica è cambiata e Ghost Recon Wildlands ne è la conferma, nonostante i primi due mesi difficili legati soprattutto alla natura open world e sandbox del gioco, esacerbata dalla necessità di testare il tutto in un ambiente cooperativo fino a quattro giocatori, con tutte le problematiche in termini di sincronizzazione dei client che queste comportano.
Missione compiuta per Ubisoft e per gli appassionati di sparatutto tattici dunque: oltre ai bachi, buona parte dei problemi relativi alla fruibilità della modalità cooperativa di cui avevamo parlato al termine della nostra recensione sono stati risolti. Tolta la ripetitività di alcune missioni opzionali, Ghost Recon Wildlands si conferma uno dei migliori sparatutto cooperativi degli ultimi anni ed è un'ottima alternativa ritardata alle strenne natalizie a prezzo pieno in arrivo sugli scaffali in questi giorni.