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Ghostbusters: Il Videogioco

Dopo la PS3, gli ectoplasmi ora infestano le nostre X360!

A distanza di cinque mesi dalla nostra recensione della versione PS3 torniamo a parlare di Ghostbusters, da poco uscito sia per Xbox 360 che Wii. Vista la differenza tecnica tra queste edizioni, abbiamo pensato di pubblicare una recensione per la console di casa Microsoft, cui farà seguito a breve una trattazione separata per la versione Wii.

Ghostbusters è senza dubbio alcuno uno dei franchise culto dei gloriosi e plasticosissimi anni '80: qualcosa di non propriamente definibile, capace per milioni di fan sparsi in tutto il globo di andare ben oltre due lungometraggi hollywoodiani. Ghostbusters è per me e per quelli della mia generazione un'icona pop, un credo cementato con anni di devota e viscerale passione.

L'idea di produrre un videogame su licenza ispirato ai quattro strampalati cacciatori di fantasmi newyorkesi è apparsa così sin da subito delicata ma vincente: da un lato la sacralità di un'IP con cui è vietato combinare cazzate per definizione, dall'altro le appetibilissime potenzialità ludiche, con la promessa di vivere un'avventura in grado di far tornare tutti un po' bambini a colpi di flussi protonici.

In questo senso il lavoro svolto dagli sviluppatori Terminal Reality si è rivelato encomiabile: l'evidente occasione in termini di business si è infatti accompagnata a un'operazione di omaggio e celebrazione permeata in maniera quasi commuovente di amore e cristallina passione.

Ghostbusters: il videogioco è palesemente un prodotto creato dai fan per i fan, caratterizzato da un'attenzione per i dettagli struggente. L'atmosfera è quella giusta, con la peculiare miscela di sci-fi maccheronica e gag a profusione, e il fatto che questa parentesi videoludica sia stata trattata alla stregua di un vero e proprio nuovo episodio ufficiale risulta evidente a più riprese, per un titolo che racchiude e rinnova lo spirito di Venkman & Co.

Aspettatevi nuove armi (anche se nulla batte il classico raggio protonico!) e diavolerie tecnologiche di ogni tipo, corredate da pagine e pagine di esilaranti spiegazioni pseudo-scientifiche.

Merita un plauso particolare da questo punto di vista anche il lavoro svolto per l'adattamento italiano. Come ho spesso ribadito nelle review e sul forum, non sono affatto un fan del doppiaggio nei videogame (le versioni originali americane sono sempre dalle otto alle settantadue spanne sopra a qualsiasi adattamento nostrano...), eppure Ghostbusters è la proverbiale eccezione che conferma la regola.

Tutte le voci storiche sono state richiamate in servizio, a eccezione di Claudio Capone, indimenticato doppiatore di Egon Spengler passato a miglior vita lo scorso anno, sostituito in maniera comunque trionfale da Michele Gammino, ovvero Mr. Indiana Jones.

L'esperienza appare di conseguenza squisitamente familiare, in un emozionante continuum con l'infanzia di tutti noi. Sentire le deliranti telefonate di Janine per credere...

Se l'essenza filosofica è insomma impeccabile la sostanza ludica non è comunque da trascurare, per uno shooter che segue evidentemente la scia di Gears of War presentando al tempo stesso meccaniche peculiari e ben riuscite.