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Ghostly Matter - recensione

Ghostbustersvania!

Quando parliamo della nostrana Milestone la prima cosa che viene in mente sono corse forsennate su due (ma anche quattro) ruote. Oltre a sviluppare bolidi che divorano l'asfalto e motori rombanti virtuali, di recente l'editore ha fornito il proprio supporto a Small Bros per la pubblicazione di Ghostly Matter. A dispetto di quello che potrebbe lasciar intendere il nome dello studio, il team è composto da una sola persona che risponde al nome di Ivan Porrini.

Quello che ci troviamo tra le mani è quindi un progetto italiano fino al midollo, un titolo cresciuto sotto l'ala protettrice della casa milanese, ma indie al 100% nell'anima. Si tratta di un metroidvania duro e puro, un gioco che fa delle meccaniche dei gloriosi tempi andati il suo cavallo di battaglia.

La storia narra di due professori, Penderghast e Melvin, luminari del paranormale che durante gli anni '70 sono riusciti a mettere a punto il Polterscope. Questo tecnologico visore permette a chi lo indossa di scrutare oltre il velo della vita mortale, distinguendo con chiarezza ectoplasmi, fantasmi ed esseri eterei assortiti. Per contro, l'utilizzatore, spostandosi anche solo parzialmente nel regno dei morti, subisce una lenta quanto inesorabile discesa che lo condurrà per forza di cose a far compagnia agli esseri che osserva.

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Melvin non è soddisfatto e spinge fortemente verso sperimentazioni più pericolose che non collimano con i limiti morali del collega. L'amicizia e la collaborazione professionale tra i due subisce quindi una battuta d'arresto e gli scienziati si separano per proseguire le ricerche ognuno per conto proprio. A distanza di dieci anni però Penderghast, durante un esperimento nel suo laboratorio casalingo, intercetta una richiesta d'aiuto. Nel messaggio, frammentario e disturbato, egli riconosce la voce del collega e decide quindi di recarsi a casa sua per indagare. Dopo essersi armato con un fucile pressoché identico allo zaino protonico dei Ghostbusters, il vecchietto parte alla volta della villa del suo amico. Ed è proprio qui che ha inizio l'avventura, con l'esplorazione della magione di Melvin che fa da tutorial e preambolo all'intera vicenda.

Il gameplay è certamente quello dei metroidvania più classici, con enormi zone intricate ed interconnesse tra loro traboccanti di nemici e oggetti da recuperare. L'esplorazione è importantissima, dato che attraverso un'analisi attenta delle ambientazioni si recuperano non solo i consumabili, ma anche oggetti indispensabili per risolvere enigmi e proseguire con l'avventura.

La scelta di affidare l'incedere al ritrovamento di determinati manufatti da utilizzare in specifici luoghi (previo l'aver capito il come e il dove) è una decisione che sottolinea in modo molto marcato l'indole del titolo. Spesso infatti vi troverete a vagare per ore nelle gigantesche ambientazioni, domandandovi dov'era la porta di cui (supponete) di aver trovato la chiave, oppure schiacciando forsennatamente il pulsante di ispezione sperando di beccare per puro caso l'hot-spot in grado di farvi proseguire. La mappa, dal canto suo, non aiuta e orientarsi diventa un puro esercizio di memoria e ri-esplorazione compulsiva delle zone già viste in precedenza.

Le ambientazioni sono davvero curate, piene di oggetti da esaminare e segreti da scoprire.

Girovagare in lungo e in largo non è nemmeno così semplice visto che, oltre alla serie assortita di nemici materiali, come scheletri e zombie, in giro ci sono anche parecchi fantasmi. Questi fastidiosi farabutti ectoplasmici sono totalmente invisibili e colpiscono duro ogni volta che ci sfiorano. L'unico modo per evitarli è indossare il Polterscope, che permette di distinguerli con chiarezza in cambio di una continua e costante perdita di energia. Che sia per un attacco etereo o per aver ecceduto nell'uso del visore, potete stare certi che la schermata di game over si presenterà davvero spesso.

Ghostly Matter mostra con vanto la sua natura hard core in una variegata serie di modi, scelta che i giocatori più tradizionalisti apprezzeranno certamente ma che potrebbe scoraggiare gli avventori meno scafati. Alcune cattiverie poi sono fin troppo gratuite, come ad esempio gli oggetti contenuti negli scrigni che spariscono se non recuperati immediatamente, o lo spawn di alcuni nemici messo sulla traiettoria di un salto obbligato proprio per colpire il giocatore con una percentuale di probabilità sin troppo vicina alla certezza assoluta.

Come detto, il titolo è assolutamente un metroidvania, ma la massiccia dose di dialoghi unita alla possibilità di esaminare nel dettaglio parecchi elementi delle ambientazioni, aggiunge una profondità narrativa che abbiamo molto gradito. Notevole anche la trovata di poter utilizzare il Polterscope per esaminare i documenti recuperati e scoprire dettagli nascosti, oppure sfruttarlo per svelare passaggi segreti celati nei livelli.

Il fantasma della vecchia in biblioteca è un easter egg che i fan di Ghostbusters non potrebbero mancare nemmeno volendo.

Così come il suo spirito è fortemente ancorato al passato, anche la veste grafica non poteva essere da meno. Ghostly Matter è realizzato con una splendida pixel art che rende un degno omaggio ai capisaldi del genere. Colorata, dettagliata e traboccante di particolari esaminabili dal buon dottore, la componente visiva è di certo ben riuscita.

Sarà inoltre apprezzato dai più nostalgici un intero set di impostazioni grafiche utile a modellare l'esperienza in modo da renderla più simile possibile a quanto visto durante l'era 16 bit. Dalle linee orizzontali del monitor CRT, passando per i disturbi simulati e finendo con i glitches dei vecchi TV a tubo catodico, ce n'è davvero per tutti i gusti se si vuole tornare indietro nel tempo.

Tirando le somme possiamo quindi dirvi che Ghostly Matter è un pezzo di artigianato digitale davvero di valore, soprattutto considerato che è il risultato dell'impegno di un singolo individuo. La sua natura hard core è però un'arma a doppio taglio, che lo rende appetibile per i giocatori di vecchia data, ma che di certo verrà mal digerita da chi invece è ormai abituato a un gameplay più scorrevole e leggibile.

7 / 10
Avatar di Andrea Forlani
Andrea Forlani videogioca da sempre e scrive da parecchio. Il suo ambiente naturale è la sedia davanti al PC e si nutre principalmente di cibo spazzatura. Se importunato, potrebbe difendersi tirandovi contro manciate di dadi da 20.

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