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Ghostwire Tokyo Anteprima: Il fascino dell'ignoto

Un action adventure a tinte horror da tenere sotto stretta osservazione.

C'è qualcosa di straordinariamente affascinante in Ghostwire Tokyo. Già dalle prime presentazioni risalenti al periodo estivo di due anni fa, il nuovo progetto di Tango Gameworks, già creatori di quel piccolo gioiellino che porta il nome di The Evil Within (e del suo controverso sequel), ha saputo catturare la nostra attenzione grazie ad un setting incredibilmente ispirato, ad un intreccio narrativo piuttosto interessante e a un gameplay che sembrava porsi a metà tra il survival horror e l'action più puro e adrenalinico.

D'altronde, dalla nuova opera dello studio nipponico fondato ormai oltre dieci anni fa da Shinji Mikami, il padre della leggendaria serie di Resident Evil, era lecito aspettarsi livelli qualitativi piuttosto elevati e quei primi trailer non facevano altro che gettare un bel po' di benzina sull'ardente fuoco dell'hype.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, tanto che nel frattempo l'intera Zenimax Media (la compagnia a cui fa capo Bethesda Softworks, ndR) è stata acquista dal colosso statunitense Microsoft che, però, ha deciso di rispettare gli accordi di esclusività temporale stipulati con PlayStation proprio come nel caso di Deathloop, altra IP totalmente inedita di Bethesda approdata in anticipo sui lidi della console ammiraglia di Sony.

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La reale natura di Ghostwire Tokyo, la sua struttura ludica e il suo complesso immaginario, tuttavia, sono sempre stati solo suggeriti tramite alcune brevi clip di gameplay e le inevitabili interviste al team di sviluppo, almeno fino alla fine dello scorso anno quando, durante uno Showcase di PlayStation, abbiamo potuto affondare i denti per la prima volta nelle atmosfere cupe e grottesche del titolo che sembra avere tutte le carte in regola per catturare gli appassionati del genere in una ragnatela fatta di spiriti maligni, combattimenti furiosi e misteri da risolvere in una Tokyo oppressa dagli spaventosi poteri occulti di una creatura terrificante.

Recentemente abbiamo partecipato alla presentazione ufficiale di Ghostwire Tokyo in cui il director del gioco, Kenji Kimura, ha letteralmente squarciato il velo di Maya e ci ha mostrato una lunga sequenza di gameplay studiata appositamente per darci una visione di insieme dell'incubo che sta per abbattersi sulle nostre PS5 e sui nostri PC.

La capitale del Giappone è sotto attacco da parte del criptico Hannya, un personaggio ancora avvolto in una fitta coltre di mistero che sembra intenzionato a sovvertire l'ordine costituito scatenando sulla città una piaga ancestrale: le strade di Tokyo sono state invase da una misteriosa nebbia che ha spazzato via l'intera popolazione mentre mastodontici portali Torii sono sorti dalle viscere della Terra aprendo un varco tra il mondo terreno e quello degli spiriti.

In tutto questo, il nostro protagonista, Akito, per qualche motivo è sopravvissuto all'epurazione ma giace esanime sull'asfalto in uno dei molteplici e caratteristici incroci del quartiere di Shibuya. Al suo risveglio scoprirà che la sua anima si è fusa con quella del cacciatore di spettri noto come KK che garantisce al nostro malcapitato alter-ego la possibilità di accedere a un set di arti mistiche note come 'Etheral Weaving'.

La capitale giapponese immaginata da Tango Gameworks per Ghostwire Tokyo è invasa da incubi e amenità varie. Meravigliosa, dunque!

In buona sostanza, Akito può ora fare affidamento su un potere che gli consente di controllare gli elementi come il vento, il fuoco e l'acqua e dovrà usarlo al meglio delle sue capacità per fermare la follia che si sta riversando nei vicoli della metropoli e le creature sovrannaturali che hanno preso il sopravvento.

L'obiettivo è semplice: dovremo tentare di sigillare tutti i portali che sono apparsi in città mentre cerchiamo di fare luce sul tetro destino che ha interessato gli sventurati cittadini, facendoci largo tra nutrite schiere di mostri e amenità che faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote.

Queste ultime, in particolare, rappresentano uno dei punti di forza maggiori della nuova produzione di Tango Gameworks poiché appaiono davvero minacciosi sotto il profilo visivo e sono ispirate a miti e leggende metropolitane ma anche agli yokai della millenaria tradizione giapponese, da sempre foriera di storie inquietanti ma al contempo dannatamente intriganti.

Ci sono demoni che ricordano in modo palese il famigerato Slenderman, altri che sembrano provenire direttamente dalle pellicole di Ju-On e Ringu, altri ancora che ricordano i kappa e le yuki-onna delle leggende nipponiche. Perfino il principale villain, Hannya, è ispirato ad una delle maschere del teatro tradizionale giapponese ed ha una presenza scenica di tutto rispetto. Insomma, c'è tanto di cui avere timore nell'oscurità che permea la Tokyo immaginata dagli autori di Ghostwire.

L'enigmatico Hannya ha scatenato l'inferno tra le strade della metropoli. Tocca a Akito e allo spirito di KK trovare una soluzione.

Fortunatamente, Akito può far fronte alle numerose minacce grazie alle sue nuove abilità ma anche con una serie di strumenti più ordinari come un poderoso arco utile per colpire i nemici a distanza o una tecnica di difesa personale che, in modo simile ai parry tanto in voga nei moderni giochi action, permette di annullare i colpi in entrata se eseguita con il giusto tempismo.

Il sistema di combattimento di Ghostwire Tokyo, in effetti, sembra calibrato sapientemente per offrire al giocatore un'esperienza piuttosto equilibrata in cui attacco e difesa hanno eguale importanza. In tal senso, l'impostazione in prima persona adottata dal gioco dovrebbe garantire un senso di immersione più spiccato nelle vicende che interesseranno Akito, KK e l'inquietante Hannya.

C'è anche l'immancabile skill-tree che consente di migliorare le prestazioni del nostro protagonista spendendo i punti esperienza conquistati sul campo per potenziare le tecniche dell'Etheral Weaving e sbloccare nuove, devastanti manovre offensive.

Particolare rilevanza è stata data, ovviamente, al 'Ghostwire' che da il titolo al gioco, una sorta di cavo spirituale che Akito può utilizzare dopo aver inflitto abbastanza danni agli avversari per bandirli dal mondo terreno e ottenere maggiori ricompense in termini di risorse. Quest'ultimo potrà essere utilizzato anche per navigare più facilmente il mondo di gioco raggiungendo punti sopraelevati in un batter d'occhio o riducendo repentinamente la distanza con le creature.

Il sistema di combattimento basato sull'arte mistica dell'Etheral Weaving unisce poteri elementali, armi tradizionali e alcune tecniche particolari come l'uso del Ghostwire.

La struttura dell'open world, dal canto suo, è stata architettata in modo tale da scoprire nuove porzioni della città di Tokyo man mano che si ripuliscono le zone, si completano gli obiettivi e si sigillano i portali Torii sparsi nella metropoli. Ci sono, ovviamente, missioni principali, attività secondarie e compiti opzionali che potrebbero aumentare a dismisura il quantitativo di tempo da investire nel gioco ma, allo stato attuale, non abbiamo una contezza precisa delle dimensioni della mappa imbastita da Tango Gameworks.

Dal momento che si tratta di un action adventure con un occhio di riguardo alla narrativa e popolato da una serie di personaggi ben caratterizzati, tuttavia, azzarderemmo nello scommettere che non si tratterà di un mondo sconfinato come quello visto, ad esempio, nei Far Cry di Ubisoft, bensì di un setting più ristretto che mette bene in risalto la qualità dei contenuti proposti e che spinge l'utente ad esplorare ogni angolo della città in cerca di sfiziosi segreti e oggetti utili alla sopravvivenza. Per ulteriori informazioni sotto questo punto di vista vi rimandiamo alla prova con mano che, dal momento che la data di uscita si avvicina a grandi falcate, siamo sicuri che non tarderà ad arrivare.

Un altro elemento di gameplay che ha catalizzato la nostra attenzione sono alcune sezioni in cui il tempo e lo spazio del piano materiale vengono distorti all'improvviso costringendo il nostro Akito a districarsi rapidamente in percorsi prestabiliti in modo da trovare l'origine dell'anomalia prima di essere inghiotto dai poteri occulti dei suoi nemici. Si tratta di un'interessante variazione sul tema che, se ben implementata nel gioco finito, potrebbe tradursi in esperienze memorabili dal ritmo elevatissimo.

Sotto il profilo tecnico, infine, Ghostwire Tokyo sembra già sulla strada giusta per offrire ai giocatori una presentazione visiva di prima qualità per via, come dicevamo, di un reparto artistico in autentico stato di grazia. La metropoli di Tokyo sembra essere stata modellata con dovizia di particolari, le creature sono tante, variegate e riconoscibili mentre le fasi di combattimento sono un tripudio di effetti grafici, luci e colori vibranti.

L'open world del gioco è suddiviso in sezioni da sbloccare man mano che si sigillano i portali Torii sparsi in tutta Tokyo.

Le strade della città, da cui gli abitanti sono letteralmente scomparsi da un momento all'altro, presentano ancora i vestiti dei malcapitati abbandonati sui marciapiedi, le automobili sono ferme al centro degli incroci e le insegne al neon dei negozi sono accese, come se non fosse mai successo nulla. Lo studio di Tango Gameworks è riuscito a restituire correttamente la sensazione di un mondo che si è fermato di colpo in maniera del tutto inaspettata, elemento che contribuisce alla creazione di un'atmosfera che non vediamo l'ora di esplorare in prima persona.

Resta da appurare la bontà della storyline principale, delle attività secondarie e delle situazioni di gameplay sul lungo periodo ma, già allo stato attuale, possiamo dirvi che Ghostwire Tokyo è uno dei giochi da tenere maggiormente sotto osservazione in questi primi tre mesi di fuoco del 2022: la nuova IP di Tango Gameworks, in arrivo il 25 marzo su PS5 e PC, sembra avere tutte le potenzialità per essere una delle più gradite sorprese dell'anno.