Ghostwire Tokyo Provato: I demoni invadono Tokyo!
Abbiamo mossi i primi passi nel nuovo mondo horror di Shinji Mikami.
A poco più di un mese dalla presentazione ufficiale del gameplay e a dieci giorni dal lancio ufficiale del gioco, abbiamo messo le mani sulla versione finale di Ghostwire Tokyo, ultima fatica di Shinji Mikami e del suo team Tango Gameworks. Per ora non possiamo ovviamente rivelarvi tutto ma ci è concesso dirvi le nostre impressioni riguardanti le primissime ore di gioco, che per ora sono più che positive.
Il papà di Resident Evil ha sempre amato le atmosfere capaci di mettere a disagio il giocatore e di tenerlo costantemente sulle spine. Mikami è stato capace di evolvere la celebre saga Capcom verso nuove direzioni per poi mettersi in proprio ed evolversi a sua volta.
Il primo The Evil Within mantenne dei punti di contatto con Biohazard ma virò più decisamente verso un tipo di esperienza sospesa tra terrore manifesto e psicologico. Con Ghostwire Tokyo il buon Shinji ha deciso di tornare alle radici dell'orrore, proiettando l'immaginario folcloristico giapponese in un setting moderno che strizza l'occhio ad un certo tipo di produzioni cinematografiche occidentali.
L'incipit lo conoscete: siamo in una Tokyo improvvisamente sprofondata in un incubo. Le persone spariscono inghiottite da una misteriosa nebbia, di loro non resta che un mucchietto di vestiti e la città si trasforma presto in un teatro di marionette demoniache. Un'orda infinita di Yōkai invade le strade della capitale nipponica con scene che ricordano l'apertura delle terme de La Città Incantata.
Qui però non abbiamo a che fare con spiriti benevoli, bensì con demoni che puntano a sterminare qualsiasi essere vivente rimasto per risucchiarne poi lo spirito. Il perché per ora non ci è dato saperlo. Sappiamo già che dietro a tutto c'è un'inquietante figura coperta da una maschera Hannya del Teatro Nō giapponese, e scopriamo che dietro a quello che sembra il burattinaio ci sono altre figure che indossano maschere altrettanto inquietanti e che probabilmente fungono da "generali".
Le prime ore di gioco ci hanno permesso di esplorare solo una piccola parte della mappa, che inizialmente è quasi del tutto ricoperta dalla nebbia malvagia che preclude ogni progresso. Di conseguenza le prime fasi risultano piuttosto pilotate, ma già dopo aver purificato i primi 2/3 portali Torii il gioco svela la sua natura di open-world dalle dimensioni più che generose.
Ciò che ci ha lasciati fin da subito stupefatti è l'estrema "densità" dell'esperienza. Tokyo può essere esplorata in lungo, largo, in alto e in basso. Con i giusti strumenti potremo salire sui grattacieli più alti o scendere nelle fondamenta dei palazzi, esplorare i condotti metropolitani e vagare liberamente anche nei vicoli più stretti.
Ogni angolo di Ghostwire Tokyo nasconde missioni secondarie (di cui per ora non possiamo parlarvi), shop in cui fare rifornimento o portare a termine qualche commissione per felini fluttuanti, oggetti spiritici da polverizzare per ricaricare l'Etere che funge da benzina per i poteri di attacco.
Ci sono poi cani da accarezzare e sfamare che ci ricompenseranno sempre con qualcosa, gatti che forniranno misteriosi indizi, spiriti erranti, bestie mitologiche da seguire e catturare e molto, molto altro ancora. Se fate parte della categoria di videogiocatori completisti vi facciamo fin da ora un grandissimo in bocca al lupo, perché una volta svelata l'intera mappa di cose da fare ne avrete a volontà.
Ovviamente andarsene in giro per la città comporta qualche rischio, ricordiamoci sempre che siamo in una Tokyo letteralmente infestata. I poteri di KK che prenderanno fin da subito possesso del corpo del protagonista gli donano però capacità sovrannaturali in grado di contrastare gli Yokai.
I poteri di vento, fuoco e acqua vanno alternati sapientemente per eviscerare il nucleo di ogni demone e permetterci di proseguire. Ma non finisce qui perché avremo anche altri strumenti a disposizione come talismani per bloccare temporaneamente i demoni o per distrarli, frecce da scagliare con precisione quando saremo a corto di Etere, accessori capaci di ampliare i poteri e via dicendo.
I combattimenti sono inizialmente abbastanza facili, anche se spesso è necessario fronteggiare un numero di nemici piuttosto soverchiante e quindi muoversi con una certa agilità per evitare problemi seri. I tre diversi tipi di attacco sono ben differenziati e utili in base all'occasione: il vento fornisce colpi veloci e rapidi mentre l'acqua ha uno spettro d'azione più largo utilissimo in presenza di più nemici affiancati, il fuoco infine è il colpo più potente e se potenziato a dovere è in grado di perforare più nemici.
Le "munizioni" non scarseggiano quasi mai e gli oggetti spiritici utili a ricaricarle sono presenti in abbondanza in ogni angolo della città. Molto importanti però sono anche gli altari votivi, ben nascosti ma utilissimi. Quando ne troverete uno fermatevi per una veloce preghiera e verrete ricompensati da un potenziamento dell'inventario.
È anche possibile utilizzare tecniche stealth per sfoltire il gruppo ma i mostri che vi troverete ad affrontare sembrano avere un orecchio abbastanza fino e prenderli alle spalle non è cosa facile. I problemi veri arriveranno un po' più avanti perché nelle profondità più remote di Tokyo si nascondono pericoli ben peggiori, per i quali sono richieste abilità superiori. Queste andranno sbloccate accumulando Punti Esperienza, che aumentano in accordo con il livello di Akito.
Completare le missioni è ovviamente importante ma lo è altrettanto salvare le anime degli abitanti assorbendole e poi "liberandole" in un modo assai particolare. Ce ne sono oltre 240.000 in tutta la città e vi diciamo solo che nelle prime 10 ore di gioco siamo arrivati a recuperarne sì e no il 25%.
Di cose da dire ce ne sono ancora tantissime ma non è questa la sede giusta. Abbiamo ancora un po' di tempo per scavare più a fondo nella corruzione spiritica narrata da Tokyo Ghostwire. Fin da ora però abbiamo una certezza, che il lavoro fatto dal team di Mikami sembra sulla strada giusta per regalarci un'esperienza divertente, ricchissima di atmosfera e dannatamente stimolante.
Appuntamento a tra qualche giorno per la recensione... e ora scusateci ma dobbiamo prendere il Tengu delle 12.30 per Shibuya!