Giga Wrecker Alt. - recensione
I cyborg sono belli, in uniforme da studentessa lo sono di più.
Giga Wrecker Alt. è l'edizione per console dell'originale Giga Wrecker, pubblicato nel 2017 solo per PC. La nuova versione di questo puzzle game a piattaforme (con una sempre benvenuta spruzzatina metroidvania), prevede l'aggiunta di tante nuove stanze da esplorare durante la campagna principale, un personaggio che accompagna la protagonista in grado di dare suggerimenti sulla maniera in cui risolvere gli enigmi ambientali, e l'inserimento di un'ottima localizzazione in lingua italiana di menu e dialoghi a schermo.
Ultima, ma non meno importante, la modalità Ironman, ovvero una nuova, benvenuta sfida per chi ha già spolpato il gioco ai tempi del lancio e non vede l'ora di cimentarsi ancora una volta nella battaglia tra Reika e i robot Ajeet.
La trama di Giga Wrecker Alt. è inalterata rispetto alla sua versione originale: in un mondo devastato dall'invasione di alieni robotici in cerca di forza lavoro e cavie, la giovane protagonista finisce vittima di uno dei tanti incidenti che vedono colpire gli esseri umani, tra rapimenti e soprusi. Subito dopo aver incontrato un'altra ragazza dalle intenzioni poco chiare, infatti, un crollo improvviso la priva di un braccio e la riduce in fin di vita a causa di numerose fratture e contusioni.
Uno scienziato (personaggio inizialmente misterioso e cinico, ma che si confiderà sempre di più man mano che la storia avanza) salverà Reika impiantandole una tecnologia tanto versatile quanto inquietante, che le permette di plasmare con il suo braccio cibernetico ogni componente ambientale che contiene una determinata tecnologia aliena al suo interno.
Gli impianti cibernetici della protagonista sono la chiave per il superamento delle varie aree di gioco, colme di nemici ed enigmi ambientali. La soluzione non è sempre immediata, specialmente una volta che le trasformazioni a disposizione del giocatore si faranno più numerose, ed è quindi possibile resettare l'area per provare un metodo diverso senza pericolo di rimanere "incastrati" per sempre.
Lo stesso purtroppo non si può dire sul rischio di bloccarsi all'interno delle piattaforme di gioco: punto imprescindibile di titoli come Giga Wrecker Alt. deve essere la cura certosina nella fisica e nelle hitbox di ogni superficie, proprio per rendere il gioco una sfida d'arguzia e non di fortuna.
Sfortunatamente i comandi di Reika non sono precisi, specialmente nei movimenti aerei e molte volte basta una minima angolazione diversa da quella pensata nel gioco per far schizzare in una direzione completamente sbagliata questo o quel detrito, piattaforma o la protagonista stessa, con la conseguenza di dover riavviare la stanza e sperare che la volta seguente tutto vada per il verso giusto.
Durante la decina abbondate di ore necessarie a portare a termine l'avventura, abbiamo riscontrato diverse volte situazioni simili, sopratutto nelle fasi avanzate di gioco in cui il superamento del livello prevede l'innesco di più reazioni a catena; un paio di volte il nostro avatar è rimasto persino incastrato a mezz'aria all'interno di una piattaforma, senza riuscire a liberarsi se non dopo abbondanti decine di secondi di "smanettamenti" con il controller. Trattandosi di una seconda edizione del medesimo gioco, ci saremmo aspettati da Giga Wrecker Alt. una rifinitura del level design di gran lunga superiore, vista anche la piacevole, affascinante varietà di enigmi che il software presenta, senza mai annoiare.
L'idea di mescolare il platforming al combattimento action 2D e a enigmi basati sulla distruttibilità degli ambienti e la fisica degli oggetti risulta anche semplice da padroneggiare grazie al sapiente binding dei comandi ai controller delle edizioni console.
Quel che può dar noia è invece l'aspetto di personaggi e ambientazioni: queste ultime soffrono di poca varietà dall'inizio alla fine dell'avventura e, pur con qualche differenza cromatica, la sensazione è quella di muoversi sempre nello stesso identico luogo, il che risulta stancante vista la durata del gioco.
Per quanto riguarda l'estetica di protagonisti e nemici, lo stile di disegno può essere apprezzato o meno e ciò rientra nella sfera soggettiva, ma il design vero e proprio non è particolarmente ispirato o originale né per gli alleati né per i nemici, ad esclusione dei boss che, pur soffrendo di una massiccia "sindrome lolicon", riescono comunque ad affascinare . Alcune zone, inoltre, tendono a risultare leggermente "pasticciate" nella palette di colori e stancano l'occhio del giocatore, che deve staccare i fondali dagli elementi con cui interagire.
Il sistema di salvataggio di Giga Wrecker Alt. Risulta assai "vecchia scuola", per cui il nostro consiglio è quello di non fidarsi dei checkpoint intermedi e di registrare i propri progressi ogni volta che se ne ha la possibilità. Old school risultano anche gli scontri con i boss, ciascuno dotato di un pattern da memorizzare e al quale reagire muovendosi o attaccando in pochi istanti.
Proprio come buona parte dei puzzle, anche le battaglie prevedono quindi una buona dose di trial and error per l'ottenimento della sudata vittoria. È possibile potenziare la resistenza della protagonista sbloccando alcuni nodi nell'albero delle abilità, che a dispetto del nome è però focalizzato principalmente sull'aspetto difensivo della giovane, ovvero Punti Ferita e Rigenerazione.
Non mancano alcune azioni ottenibili, ma si tratta perlopiù di potenziamenti e miglioramenti per le abilità già a disposizione, senza quindi che la presenza di punti esperienza e livelli inserisca nel gioco la possibilità di creare una propria build personalizzata, come nei giochi di ruolo tradizionali.
Infine, il comparto audio, aspetto forse meno ispirato di Giga Wrecker Alt.: le musiche sono orecchiabili ma davvero ridotte in numero, superate solo dagli effetti sonori per monotonia: i suoni emessi dai colpi degli alieni Ajeet, ma soprattutto da Reika sono pochissimi e possono arrivare a risultare fastidiosi nel caso di sessioni di gioco mediamente lunghe.
Giga Wrecker Alt. si dimostra solido nelle idee, meno solido nell'esecuzione, con comandi e hitbox non sempre precise. La storia piacevole è accompagnata da uno stile grafico non sempre pulito e da una colonna sonora poco memorabile. Il risultato finale soddisfa, ma rischia di non lasciare il segno quanto il concept alla base del gioco avrebbe meritato.