I giochi dell'anno - World of Warcraft: Shadowlands
Un'espansione che unisce e fa riflettere.
In un anno come il 2020, che ha ristretto e talvolta impedito incontri fra amici e familiari, un gioco come World of Warcraft ha avuto un ruolo fondamentale per molti, risolvendo almeno in parte problemi di isolamento e solitudine. Collegarsi online e incontrare le versioni digitali dei nostri amici e membri di gilda, spesso provenienti da diverse nazioni e culture, ci ha permesso di rimanere collegati col resto del mondo, restando al sicuro nelle nostre abitazioni.
Ma l'espansione Shadowlands è andata oltre, fornendoci un mondo mai visto, quello dell'aldilà, che per molti versi i nostri eroi potranno visitare solamente da ospiti, data la natura del gioco e del protagonista, immune alla morte in senso definitivo. Ogni area delle Terretetre incarna diverse filosofie e ospita tipologie diverse di anime dannate, un po' come i cieli e i gironi danteschi. E la caratterizzazione di ciascuna di queste zone è ciò che rende l'espansione unica.
Le tematiche trattate durante il viaggio sono mature e colpiscono in profondità, mettendo allo scoperto le nostre paure e inquietudini. Dubbio, abbandono e ingiustizia sono emozioni che tutti abbiamo provato almeno una volta, quando abbiamo perso qualcuno a noi caro; vedere questi temi trattati in un videogioco MMO come World of Warcraft potrebbe sembrare fuori luogo, ma lo sfondo si rivela tremendamente adeguato e rappresenta un'area che non avremmo mai pensato di approfondire.
La regione che mi ha colpito più duro di tutte è sicuramente Bastione, la prima visitata dal nostro eroe. È perfetta in ogni punto nella rappresentazione del paradiso da cartolina: pace dei sensi, campi di grano che ondeggiano al vento e trasmettono serenità. Ma è una perfezione che nasconde tribolazione, dubbio e incertezza sul cammino verso l'illuminazione. Un cammino che costringe le anime qui destinate ad abbandonare i propri ricordi e le emozioni mortali per ascendere.
Molti degli NPC non riescono in questo percorso, e con una sorta di ribellione decidono di formare una fazione che semplicemente non ci sta: imperfezioni, emozioni e ricordi sono infatti le caratteristiche che ci rendono unici. Mi sono ritrovato molto in questi ribelli, ho condiviso le loro motivazioni e l'intera esperienza mi ha fatto riflettere.
Si tratta di pensieri ed emozioni che un gioco come WoW non mi aveva mai trasmesso. Ed è veramente strano vedere questo gioco in una luce diversa, accanto alle note assai leggere a cui siamo abituati.
Il 2020 ha cambiato tutti, per molti versi ci ha reso più riflessivi, più attenti a chi ci circonda, e in alcuni versi ha amplificato la nostra empatia. WoW si è adeguato a questo nuovo modo di vivere la nostra vita, fornendoci qualcosa di cui non sapevamo di aver bisogno.