Giochi del decennio: Bastion è un gioco fatto col cuore - articolo
Il pioniere di un genere indie.
A volte ci si lega a un gioco in maniera molto solida e duratura, e Bastion è di quei titoli con cui è facile che si crei questa speciale connessione. Si tratta di uno di quei giochi in cui finisci per abbatterti quasi per caso e che fanno nascere un genere unico perché sono talmente ben fatti, che poi altri programmatori si ispirano ad essi. Non sorprende allora che lo abbiamo selezionato come uno dei giochi migliori del decennio.
Inizialmente la narrazione può essere pesante. Del resto può sembrare un po' inquietante avere una vocina che vi segue mentre il vostro personaggio rimane muto, ma appena vi rendete conto di quanto questa cosa sia geniale, cambierete presto idea. Bastion potrebbe essere stato un semplice gioco action con un personaggio che non parla, ma invece è un perfetto esempio di quanto la storia sia importante.
Con niente di più e niente di meno di poche frasi sparse qua e là, lo sviluppatore Supergiant è riuscito a portare in vita un mondo e a raccontare una storia di conflitti, di comunione e di tolleranza. Ha raccontato abbastanza di quella storia da farla sembrare reale, ma è stato altrettanto abile nel lasciare punti in sospeso da elaborare con l'immaginazione.
Il suo rifiuto di dirvi tutto ha l'effetto di sembrare un qualcosa di unico, così come unico è il modo in cui Bastion racconta la sua storia. Ma, cosa più importante, vi presenta un mondo che va oltre la retorica: non ci sono poliziotti e ladri, non ci sono cowboy o cavalieri. C'è solo un ragazzo col suo martello.
Bastion è anche un ottimo esponente dell'ardimentoso spirito dei primi anni 2010, la golden age dei giochi indie. Tantissimi sviluppatori di giochi indipendenti erano ansiosi di offrire la loro visione di generi di giochi che non si vedevano più così tanto nei blockbuster, sia che si trattasse di un horror disturbante come Amnesia, che di un retro masocore come Super Meat Boy.
Sono giochi accessibili, che risultano familiari a tutti noi, ma quel che vi rapisce realmente di essi è l'amore viscerale con cui sono realizzati. Bastion è un gioco da ammirare. Nonostante sia ambientato in un mondo in rovina di cui sono rimasti solo ruderi, si riesce a vedere con l'immaginazione tutto quello che manca ma che c'era in passato, raffigurando nella mente la città di Caelondia, e cercando con estrema curiosità ogni storia che aggiunga dei tasselli nel puzzle di ciò che c'era una volta.
Per non parlare della splendida colonna sonora composta da Darren Korb: quando si pensa che una musica orchestrata sia il massimo a cui aspirare da un gioco simile, Bastion arriva vantando l'opera di un musicista di grande talento, capace di suonare nel suo studio tantissimi tipi di chitarre.
Nel complesso Bastion dà la sensazione di qualcosa realizzato a mano con estrema cura, quasi fatto in casa. Questo gioco è l'esempio di cosa può accadere se si guarda oltre i preconcetti quali "il gameplay prima di tutto", ed anche se ormai è difficile tener traccia di tutti i giochi realizzati che hanno lo stesso spirito e che affrontano una concorrenza più aspra, Bastion indubbiamente ci ricorda quanto merito ci sia nel fare le cose con onestà.
Alcune volte per scoprire il gioco che fa per voi, basta solo il consiglio di un amico.