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Giochi del decennio: The Elder Scrolls V: Skyrim e la sua incredibile magia - articolo

Una vita vissuta dall'altra parte dello schermo.

Con l'arrivo del 2020 abbiamo deciso di celebrare i 30 giochi che hanno lasciato il segno negli ultimi dieci anni. Potete trovare tutti gli articoli pubblicati nell'archivio dei Giochi del decennio, e leggere dell'idea da cui è nato il progetto nel nostro editoriale.


Il viaggio nei meandri della terra passa attraverso orde di Draurgr assetati di sangue, riemersi dai tumuli per impedirci di portare in salvo qualche antico manufatto Nord. Un labirinto di caverne, rovine, testimonianze della Prima Era, grandi saloni sorvegliati da entità antiche e pericolose, quasi a ricordare le Miniere di Moria del Signore degli Anelli. Grotte umide che custodiscono stralci della cultura dei draghi, l'eredità dei Dwemer, le grida disperate degli esploratori caduti. Poi, finalmente, si torna all'aria aperta per riempire i polmoni d'ossigeno.

Una canzone dalle tinte norrene accoglie il Sangue di Drago, e lo spettacolo che gli si para davanti ha dell'incredibile: la nebbia, trafitta dalle prime luci dell'alba, nasconde vallate immense, vette irraggiungibili, antiche fortezze arroccate sui colli e strette nell'abbraccio dei torrenti scroscianti. Sembra quasi di poter toccare la corteccia delle conifere, di percepire il peso degli stivali mentre affondano nella neve fresca, di sentire la gelida brezza del nord che accarezza le braccia scoperte.

Ascoltate questo brano della colonna sonora e raccontateci cosa vi ricorda.Guarda su YouTube

Il mondo di Skyrim è avvolto da un rarissimo incantesimo, una magia senza tempo che dona la vita a ciascun anfratto della regione. Il cinguettio degli uccelli, le nubi che si spostano minacciose, un cervo che spunta in mezzo alle fronde prima di scappare circospetto. Chiunque abbia percorso quei sentieri, presto o tardi, si è ritrovato catturato dal mondo virtuale, al punto da arrivare a chiamarlo casa.

Alcuni di noi tornavano dal lavoro, altri da una giornata di studi intensivi, altri ancora cercavano una distrazione dalle difficoltà della vita. Ma non era fra le mura dei nostri appartamenti che ci sentivamo finalmente a casa. Provavamo quella sensazione solamente varcando i cancelli di Whiterun per abbandonarci, ancora una volta, all'esplorazione di quell'universo magnetico e affascinante, scavando nel mosaico dei pixel per trovare la nostra dimensione.

"Arriva, arriva, il Sangue di Drago". Nel corso dell'E3 2011 Todd Howard ha presentato al mondo il trailer che ha lasciato milioni di videogiocatori a bocca aperta. Il capitolo precedente della serie The Elder Scrolls, ovvero Oblivion, era ancora un prodotto di nicchia, ma Bethesda aveva recentemente assaggiato il successo internazionale grazie all'incredibile successo di Fallout 3. Erano gli anni in cui colossi come Call of Duty raggiungevano quote di mercato monopolistiche, riservando solo poche briciole alle grandi avventure in single player.

Per Bethesda, riuscire a costruire un mondo altrettanto perfetto sembra un'impresa impossibile.

Skyrim è piombato sulla scena con la forza di una palla da demolizione. La più ambiziosa esperienza RPG all'occidentale mai realizzata, uno scatolone immenso, un tributo senza pari alla potenza dell'immaginario fantasy. Ha spazzato via la concorrenza, ha annichilito i risultati del suo post-apocalittico predecessore, si è imposto nella cultura di massa come mai nessun videogioco aveva fatto prima.

"Una volta ero un avventuriero come te, poi mi sono buscato una freccia nel ginocchio". Era impossibile girarsi sul web senza incappare in qualche riferimento all'affascinante regione dei Nord. Uno strambo bug, un nuovo segreto scoperto, un dialogo particolarmente geniale: non passava giorno senza che l'universo creato da Bethesda svelasse nuove chicche, trascinando nella sua rete un gigantesco esercito di appassionati.

Anche ragionando con metriche attuali, 30 milioni di copie vendute è un dato che continua a far spavento. Nel caso di Skyrim si tratta di un risultato ancor più impressionante, perché prima del suo esordio nessuna opera costretta nei confini del single player aveva mai potuto ambire ad un traguardo tanto importante. Non aveva alcuna importanza che fossi un fanatico di FIFA, un "coddaro" o un accanito giocatore competitivo su PC: Skyrim doveva essere tuo. Le ore diventavano giorni, i giorni settimane, le settimane stagioni, e Skyrim era sempre pronto ad accoglierci nel suo mistico abbraccio. Ancora oggi, non c'è fuga dalla realtà più coinvolgente di quella offerta dal mondo di Tamriel, non c'è esperienza che abbia messo sul piatto un costrutto esplorativo altrettanto emozionante. Ancora oggi, quando il sole inizia a calare scomparendo per qualche secondo dietro l'arco roccioso di Solitude, le emozioni continuano imperterrite a farsi largo attraverso lo schermo.

Il primo e indimenticabile trailer di Skyrim. Era l'alba del 2011.Guarda su YouTube

Il 2019 volge al termine: sono passati più di 8 anni da quel lontano e nevoso novembre del 2011, ma il prossimo episodio nella saga di The Elder Scrolls non sembra voler raggiungere gli scaffali, mentre Bethesda sta inanellando un insuccesso dietro l'altro. A pensarci bene, è una situazione che non deve sorprendere: se fossimo al posto degli sviluppatori, saremmo terrorizzati solamente all'idea di doverci misurare con un mostro sacro come Skyrim, nel tentativo di superare quell' atmosfera irripetibile. Verrebbe quasi da dire che nel mondo di Skyrim tutto è magico. Tutto tranne il mago.

Non potremo mai più scorgere la silhouette di un drago che sorvola le nubi in tempesta, attaccando qualche malcapitato animale selvatico. Non potremo più assorbire e scatenare il potere dei Thu'um, sfruttando forze arcane per manipolare la realtà. Non riemergeremo più dagli intricati tumuli Nord, trovando ad accoglierci fitti boschi di abeti coperti di brina. Non sveleremo più i segreti nascosti fra le montagne imbiancate, nelle fauci della terra e in cima ai picchi più alti del continente.

D'altra parte, Skyrim sarà sempre lì, un universo fuori dal tempo e dallo spazio, una casa scolpita nella memoria di tutti i videogiocatori, un rifugio sicuro per sfuggire all'incessante scalata della vita. Skyrim è senza dubbio uno fra i titoli più incisivi della decade, forse uno dei pochi capaci di oltrepassare i confini del decennio. In fin dei conti non ha alcuna importanza cosa ci attenda in futuro: un pezzo del nostro cuore abiterà per sempre fra quelle indimenticabili vallate.