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Gli eleganti esagoni di Endless Legend - review

Un emulo di Civilization accessibile e di qualità.

La prima cosa che colpisce quando ci si avvicina a Endless Legend è il suo aspetto estetico. Soprattutto è il mondo di gioco a conquistare, con un design insieme moderno e capace di risvegliare le immagini di un fantasy più tradizionale.

Sono linee forti quelle che ne caratterizzano le forme, ma difficilmente aggressive, decise nel dare vita a una mappa ricca di elementi in movimento ed arricchita da scelte cromatiche sempre indovinate. I colori sono morbidi, ma decisi, e l'elevata saturazione di alcuni elementi tradisce uno studio profondo da parte del team artistico, volto a mettere in evidenza determinati oggetti o punti d'interesse.

Alla comparsa delle prime unità, durante il tutorial, si ha un attimo di smarrimento e ci si ritrova sospesi tra fantasy e sci-fi, ed anche le architetture che appaiono per insegnarci i rudimenti di gestione cittadina si discostano quel tanto che basta dai canoni per essere originali. Per un paragone potremmo citare la sigla d'apertura di Game of Thrones, sia per estetica, che per il modo i cui i centri abitati compaiono sulla mappa sbucando dal terreno ed armoniosi si ergono sui terreni circostanti, ampliando la loro area d'influenza.

Esteticamente siamo rimasti decisamente convinti dal titolo amplitude, non mancano gradevoli effetti come il tilt-shift che si vede nell'immagine.

Ogni città permette di recuperare risorse dalle zone immediatamente limitrofe, analizzabili grazie ad una visuale speciale che ne evidenzia la produzione (dividendo tra alimentare, economica, industriale e scientifica) e che, con un solo click del mouse, trasforma la calma apparente della mappa in una festa di statistiche e indicatori.

La rappresentazione delle specifiche di ogni area è chiara e leggibile, le icone sono cicciotte e facilmente interpretabili, ma non si può nascondere che uno schermo così gremito un po' faccia rimpiangere la pulizia dell'interfaccia di base. Endless Legend non stravolge il genere cercando di innovare là dove forse non serve nemmeno, ma esegue il suo compito con eleganza anche quando va a presentarci le fasi di combattimento, altra componente fondamentale nel gameplay.

Le unità hanno chiaramente segnalati punti deboli e forti, ed anche la loro disposizione sulla scacchiera dello scontro è semplicemente gestibile, magari per sfruttare i vantaggi derivanti dalla posizione e cercare di architettare strategie che si sviluppino su più turni.

I nemici a loro volta mostrano una discreta abilità anche a livello normale, per poi diventare una sfida gustosa (ma mai incredibilmente ardua) nel caso si volesse affrontare maggiori gradi di difficoltà, anche se non manca la possibilità di ridurne le doti strategiche lungo quel sentiero lastricato di accessibilità che sembra essere il preferito dal titolo.

I combattimenti sono chiari e sfruttano le peculiarità del campo di battaglia, ma i nemici difficilmente metteranno in difficoltà il giocatore più abile.

Interessante la possibilità di utilizzare degli eroi dotati di abilità speciali, e potenziabili grazie a diversi alberi dei talenti, o tramite oggetti da assegnargli (quest'ultima è un'opzione disponibile anche per le unità normali).

Ad approfondire non è che manchino gli aspetti più dettagliati, ma è probabile che il giocatore più assetato di complessità non trovi di che soddisfarsi completamente, sospetto rinforzato da un albero dello sviluppo tecnologico che non sembra offrire scelte drastiche tra le opzioni.

Lo sviluppo della nostra civiltà (scelta da un nutrito gruppo di razze più o meno canoniche per l'ambientazione) è sì diversificato su più fronti (produzione di cibo, industria bellica, sviluppo economico), ma non si ha mai la sensazione di avere toppato nello scegliere, e la velocità con la quale le nuove tecnologie vengono sbloccate garantisce una rapida evoluzione.

Di fianco all'immancabile soluzione bellica troviamo anche qualche opzione più pacifica per lo sviluppo di rapporti amichevoli con le altre fazioni, e soprattutto per l'interazione con i gruppetti minori che si incontrano sparsi per la mappa. Questi possono chiaramente essere conquistati con la forza, ma è anche possibile eseguire delle semplici missioni per loro così da votarli alla nostra causa tanto da assimilarne città e abilità speciali. Ognuna di queste micro fazioni, infatti, garantisce vari bonus che vanno ad arricchire le nostre opzioni una volta conquistati, aprendo a un ulteriore livello strategico nella scelta di quale assimilare e quale distruggere.

Il tutto è poi arricchito dallo svilupparsi della componente narrativa, forse non fondamentale, ma comunque presente e capace di rendere più coinvolgenti gli eventi a schermo, dando una ragione alle proprie azioni e portando a comportarsi in accordo alle motivazioni della fazione prescelta. Impersonando i Necrofagi sarà difficile non votarsi a distruzione e conquista, mentre nei panni dei più sofisticati Drakken sarà naturale svilupparsi sul fronte tecnologico.

Torna allora il tema di un'atmosfera elegante e pulita, quello che dobbiamo fare è chiaro e unità e fazioni sono eloquentemente presentate lungo il cammino che ci porterà al dominio sul mondo, magari attraverso una pianificazione a livello macroscopico della nostra civiltà, possibile grazie all'apposita schermata che permette di incanalare le nostre risorse verso lo sviluppo preferito.

Il susseguirsi di prospere estati e rigidi inverni (ottimamente rappresentato anche sul fronte estetico) costringe a pensare al futuro, sia sul piano economico, che su quello bellico visto l'effetto di freddo e neve sulle truppe, anche se nella maggior parte dei casi il respiro dell'azione sarà su scala minore. Difficile avere battaglie campali o perdere di vista le province dell'impero, la produzione Amplitude riporta la nostra attenzione costantemente sui dettagli.

Siete arrivati al punto di non ritorno con Civilization e cercate disperatamente altri esagoni da calcare? Ci sono ottime probabilità che Endless Legend sia il gioco adatto alle vostre esigenze, con la sua atmosfera pulita e curata, un gameplay accessibile (forse non troppo stuzzicante per ci cercasse una sfida impossibile), ed una realizzazione tecnica di buon livello.

Non mancano le opzioni diplomatiche, rese ancora più interessanti da un aspetto narrativo curato quel tanto che basta.

La direzione artistica riesce nel difficile compito di coniare uno stile personale pur senza stravolgere i canoni dell'ambientazione, e non manca una componente multiplayer ad arricchire il tutto.

A questo ci aggiungiamo l'invitante prezzo di 31,99 Euro su Steam, anche se il pacchetto da 39,99 sembra decisamente quello su cui ripiegare: contiene infatti una fazione minore extra, un'unità esclusiva, e diversi bonus per l'acquisto di Endless Space, il precedente titolo della serie ambientato nello spazio.

C'è anche la versione pacchettizzata completamente in italiano contenente un artbook del gioco, che vi consente oltretutto di risparmiare qualche euro sul prezzo di copertina, oltre che di avere il disco e la confezione completamente adattati in un buon italiano.

8 / 10
Avatar di Alessandro Arndt Mucchi
Alessandro Arndt Mucchi: Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

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