God of War Collection
Un corposo antipasto in attesa di GoW III.
"Non m’interessa l'innovazione ma solo il divertimento", dichiarò David Jaffe, lead designer di God of War, durante un'intervista rilasciata nel marzo del 2005, e questo è esattamente ciò che il franchise ha garantito nel corso degli anni attraverso due straordinarie incarnazioni.
Sin dalla sua release, la serie di God of War non ha rappresentato solo una delle punte di diamante del parco titoli Sony, ma anche un vero e proprio punto di riferimento nel campo degli action game, divenendo rapidamente la massima fonte d'ispirazione per molti dei giochi che sarebbero stati rilasciati negli anni a venire.
Indipendentemente dai propri gusti, è infatti innegabile che questa serie abbia rappresentato un netto passo avanti per quanto riguarda i titoli d'azione, elevando questo genere videoludico verso nuovi e migliori standard rispetto al passato.
I due titoli non hanno proposto solo un sistema di combattimento intenso, affascinante e tremendamente coinvolgente (impreziosito da violentissimi QTE divenuti poi un must per molti titoli della categoria), ma anche enigmi stimolanti e mai frustranti, una struttura narrativa a sfondo mitologico avvincente e ben articolata e, per l'epoca, un comparto audio-video di prim’ordine in grado di lasciare a bocca aperta anche i videogiocatori più esigenti.
Il tutto senza dimenticare un gameplay semplice, intuitivo e soprattutto appagante (seppur difficile da padroneggiare al meglio), impreziosito da un ottimo sistema di crescita del personaggio che, con il passare delle ore, permetteva a Kratos di acquisire una forza distruttiva sempre maggiore sbloccando nuove abilità, attacchi aggiuntivi, armi inedite e, ovviamente, i poteri degli dei.
A un primo sguardo i due titoli potevano infatti sembrare dei semplici button-masher, ma la realtà dei fatti era ben diversa. Sebbene nelle prime fasi di gioco fosse sufficiente premere furiosamente i tasti a caso per avere la meglio sui nemici, con il passare delle ore le avventure si facevano sempre più complesse (evidenziando così tutta la profondità delle meccaniche di gioco), costringendo i giocatori a schivare, bloccare, eseguire potenti combo e fare un uso molto accurato degli incantesimi.
La profondità del gameplay si faceva poi sempre più evidente durante ognuna delle straordinarie battaglie coi boss, da affrontare all’interno di ambientazioni suggestive e visivamente splendide. Nell’arco delle due avventure proposte da Sony Santa Monica, i giocatori si sono infatti ritrovati a intraprendere adrenalinici scontri multi-stage contro nemici tanto potenti quanto belli da vedere, ognuno dei quali poteva essere sconfitto solo adottando specifiche strategie e che, una volta eliminato, permetteva di acquisire speciali poteri aggiuntivi, utilissimi per procedere nella storia.
Considerando la frenesia degli scontri, la scelta degli sviluppatori di proporre delle inquadrature fisse ha inoltre avuto un impatto davvero significativo sull’intera esperienza, e questo non solo perché ha limitato l’impegno dei giocatori “esentandoli” dalla gestione della telecamera.