Godzilla, kaiju di corda - recensione
Nonostante la stazza, il lucertolone non è all'altezza delle aspettative.
Godzlla, lucertolone oversize dagli appetiti radioattivi che spara raggi laser e si diverte ad innalzare la percentuale di sfollati nel mondo, è oggettivamente un personaggio di richiamo, e questo putroppo è uno dei pochi commenti positivi che troverete in questa recensione.
L'ultimo adattamento videoludico del celeberrimo mostro nipponico si propone come il picchiaduro tra kaiju definitivo, ma lascia a tratti sbigottiti per la poca cura con cui troppe delle sue componenti sono state realizzate, a cominciare dalle modalità disponibili.
Dio della Distruzione è la modalità di base, la campagna in cui è necessario guidare Godzilla attraverso una serie di scenari, con l'obiettivo di accumulare energia per accrescere la nostra potenza e distruggere i generatori presenti nella mappa. Per raccogliere energia è sufficiente radere al suolo le costruzioni o sbarazzarsi delle forze armate che tentano di porre fine alla nostra avanzata.
Non lasciatevi ingannare da questa descrizione però, perché carri armati, elicotteri, jet e torrette automatiche grandi come palazzi hanno un impatto risibile sulla nostra sopravvivenza, a prescindere dal numero di proiettili e missili che scaglieranno nella nostra direzione. Sin dai livelli iniziali ci si potrebbe teoricamente piantare in mezzo al livello e assorbire una quantità infinita di colpi senza che ciò influisca minimamente sull'aspettativa di vita del nostro caro gigante verde.
La situazione diventa lievemente più impegnativa con l'aumentare del livello di allerta, che sale in base alla distruzione da noi seminata, ma si fa pericolosa in maniera più netta con l'apparizione dei Kaiju.
Qualche minuto dopo l'inizio del livello verremo infatti accolti da una delle molte belve presenti nel roster del gioco. Ciascuna ha uno stile di combattimento e un pattern d'attacco unici che richiederà l'uso di una tattica appropriata per uscire vincitori dallo scontro. Peccato che il sistema di combattimento sia quanto di più noioso e casuale sia passato dai nostri pad da diverso tempo a questa parte e renda ininfluente l'altrimenti rispettabile mole di kaiju affrontabili.
Al tasto quadrato corrisponde l'attacco leggero, al triangolo quello pesante, alla croce una carica frontale, mentre al cerchio e alla pressione simultanea dei pulsanti L2 e R2 è deputata l'esecuzione di due attacchi speciali, disponibili periodicamente.
La goffaggine nei movimenti, l'impossibilità di schivare o parare gli attacchi e la necessità di usare L1 e R1 per ruotare Godzilla anziché utilizzare lo stick analogico destro fanno degli incontri un piatto e monotono colpire ripetutamente gli stessi tasti con lo stesso schema, pregando che la barra di energia dell'avversario si prosciughi prima della voglia di continuare a giocare.
Esiste un sistema di combo estremamente elementare, che è possibile arricchire lievemente nel menù Evoluzione, accessibile solo dalla schermata principale, in cui spendere le cellule ottenute durante le partite in potenziamenti e nuove mosse.
Gli scontri proseguono fino alla morte del kaiju o del nostro Godzilla, di cui a voler ben vedere non si conosce mai lo stato di salute. Quando la morte è vicina, i lati dello schermo si tingono di arancione e basta non subire colpi per qualche secondo per ritornare freschi e pimpanti come al solito, nella migliore tradizione Call of Duty.
Fra le altre modalità troviamo il Versus, in cui ingaggiare scontri 1v1 e la modalità Re dei Kaiju, una sorta di arcade mode in cui scelto uno dei kaiju sbloccati in Dio della Distruzione si affrontano uno dopo l'altro otto avversari con lo scopo di completare la serie di incontri nel minor tempo possibile.
Dal menù principale si accede poi alla Guida dei Kaiju, piccola enciclopedia contenente informazioni sui personaggi del gioco, e alla Modalità Diorama, con cui immortalare i kaiju di nostra scelta negli scenari che preferiamo.
Il gioco, da noi provato nella sua versione per PlayStation 4, è disponibile anche per PlayStation 3 e con tutta probabilità è quest'ultima la macchina presa come riferimento, almeno a giudicare dal livello tecnico della realizzazione.
L'aspetto grafico del titolo di Bandai Namco risulta assolutamente insufficiente anche per i canoni della precedente generazione. Gli scenari sono spogli, gli edifici composti da pochi poligoni in croce, le texture poco definite, gli effetti di luce assenti e le esplosioni a tratti imbarazzanti.
I modelli dei kaiju e di Godzilla sono prevedibilmente gli aspetti più curati, ma anche in questo caso non possiamo dire che gli sviluppatori abbiano fatto un buon lavoro, in particolar modo sul fronte delle animazioni, rigide e semplicemente brutte da vedere.
In generale, tutta la produzione si mantiene su valori molto bassi e non propone mai un appiglio a cui aggrapparsi, un elemento interessante che renda piacevoli le sessioni di gioco. Anche l'accompagnamento sonoro, affidato da motivetti irritanti, è un'ulteriore nota dolente, bilanciata dalla comicità involontaria dei dialoghi a cui assistiamo nella modalità Dio della Distruzione.
In nessun caso ci sentiamo di consigliarvi l'acquisto di Godzilla, nemmeno a chi di voi fosse appassionato di questa icona giapponese o di mostri giganti e arrabbiati in generale. Lo scioccante prezzo di €69.99 a cui è proposta la versione per PlayStation 4 poi è solo un'ulteriore spinta che ricaccia il lucertolone radioattivo nell'oceano, in attesa di un titolo che gli renda giustizia.