Trash Panic
Tetris con la monnezza.
Ormai credo e spero di essermi fatto una certa fama: i giochi più idioti, più trashoni e più follemente jappo devono essere miei di diritto. E' più forte di me, non riesco a resistere al fascino perverso del (videoludicamente) bizzarro: proponetemi un concept demente, infarcitelo con una grafica anche minimale ma rigorosamente colorata e ricercata a livello artistico, una musichetta un po' così e l'incantesimo sarà inesorabilmente lanciato. E io paaago.
4.99 Euro nel caso specifico, per quello che è insieme all'antologico Noby Noby Boy uno dei titoli più strani nella succulenta softeca del PSN. Trash Panic (o Gomibako, titolo nipponico con cui ho originariamente puntato questo progetto di Sony Japan...) è un atipico puzzle game dal sapore dichiaratamente ecologico: un surreale tentativo di coniugare l'immediatezza propria del genere con propositi di riflessione sulle catastrofiche condizioni ambientali in cui versa il nostro pianeta.
A prescindere dalle questioni vagamente filosofiche (invero tutt'altro che pretestuose vista la natura del gameplay...), è comunque il cuore stesso di Trash Panic a rivelarsi genuinamente interessante: qui in luogo degli immancabili blocchi colorati dovrete vedervela niente meno che con i rifiuti più disparati, cercando di sistemarli al meglio all'interno di una pattumiera che ben presto si farà a dir poco limitata.
Attenzione però: l'immondizia non sarà un mero sostitutivo dei variopinti tasselli tipici del genere, ma avrà caratteristiche specifiche a seconda della sua tipologia. Già, perché Trash Panic è un puzzle game interamente basato sulla fisica: ecco allora che una spugna ed una matita non soltanto avranno un volume differente, ma saranno addirittura contraddistinte da proprietà fisiche diverse (con le inevitabili ripercussioni del caso).
A seconda dei materiali alcuni rifiuti potranno essere distrutti e compattati semplicemente scagliandoli con forza all'interno della pattumiera (attenzione però a quelli di materiale gommoso, potrebbero rimbalzare fuori dal bidone se scagliati troppo energicamente!!), mentre altri andranno smaltiti più lentamente sfruttando principi quali l'infiammabilità, l'esplosività e la decomposizione organica. Il risultato è un puzzle game forse meno istintivo di quanto si potrebbe credere, eppure contraddistinto da un fascino tutto da scoprire.
Con ben 19 pagine di schermate di tutorial (sono zeppe di immagini quindi non rompete, scansafatiche che non siete altro!) Trash Panic si rivela infatti un prodotto insospettabilmente profondo: tra rifiuti da conservare, checkpoint capaci di rendere la partita più o meno complessa in corso d'opera ed una condotta di gioco più o meno ecologicamente corretta (con tanto di valutazione finale ECO Vs EGO) le meccaniche risulteranno assolutamente non banali. Se ad un impianto ludico ben strutturato e sufficientemente vario aggiungiamo anche un livello di sfida veramente impegnativo il cult in miniatura è servito.
Non è comunque tutto oro quel che luccica, specialmente se si parla di pattumiera: a dispetto di qualche modalità extra Trash Panic non è un titolo particolarmente longevo ed è inspiegabile la mancanza del multiplayer online (presente invece quello locale per 2 giocatori). Si segnalano anche occasionali impasse nell'accumulo dei rifiuti dopo un'esplosione (ma basta un'agitata del Sixaxis per smuovere le cose!) e schermate di caricamento incomprensibilmente lente.
Difetti ad ogni modo globalmente trascurabili, che non intaccano il DNA di un videogame compiaciutamente particolare ma non insulso o fine a se stesso: Trash Panic può insomma dirsi una sperimentazione riuscita e soddisfacente. Se il concept vi aggrada e se come me impazzite per prodotti del genere non esitate a farlo vostro: di certo la raccolta differenziata di Sony non vi deluderà. Vai con il pattume!!