Gran Turismo Sport- reloaded
La mutazione competitiva di Kazunori Yamauchi due anni dopo il semaforo verde.
Ci sono brand che fanno la storia di un genere e ce ne sono altri che fanno la storia del videogioco. Ce n'è uno che ha fatto anche la storia di una console ed è sinonimo di Sony e PlayStation: stiamo parlando di Gran Turismo che nelle sue varie incarnazioni ha rappresentato il gioco di guida per eccellenza su console. Una connessione tra brand così forte da essere sinonimo di esclusività. Fin dalla prima PlayStation, ogni console ha avuto almeno un Gran Turismo da proporre agli appassionati di giochi di guida: nell'era PS2 e PS3 alla serie regolare si sono affiancati vari spin-off in grado di portare il franchise a vendere svariate decine di milioni di copie.
Da allora Gran Turismo è stato sinonimo di un database sconfinato di vetture da provare in ogni situazione e modalità: quest'oggi concentriamo la nostra retrospettiva su Gran Turismo Sport: il primo gioco di guida ufficiale Sony per PS4 arrivato parecchio tempo dopo il non esaltante Gran Turismo 6. L'entusiasmo per l'arrivo di questo capitolo era stato già smorzato dagli annunci che parlavano di un prodotto concentrato sull'aspetto multiplayer competitivo, lasciando da parte la struttura a patenti e la carriera in concomitanza con l'accumulo di denaro necessario a sbloccare l'immenso parco auto dei capitoli precedenti e relative elaborazioni.
Non solo manca l'infrastruttura singleplayer, ma anche tutti i contenuti che nei giorni di gloria di Gran Turismo avevano portato il gioco ad avere qualcosa come 1500 auto e decine e decine di tracciati su cui perdere mesi e mesi a girare per arrivare all'auto dei sogni. Gran Turismo Sport al lancio era quindi un gioco molto diverso da quello che si aspettavano i fan e questo non mancò di generare ampie polemiche. Polemiche tutto sommato immotivate visto che era piuttosto ovvio si trattasse di uno spin-off competitivo del brand più che di un capitolo ufficiale come dovrebbe essere Gran Turismo 7. Probabilmente la lunga mancanza di un titolo strutturato alla vecchia maniera, in concomitanza con l'uscita di una console di grande successo come PS4, ha esacerbato gli animi creando intorno a GT Sport un alone di promessa mancata piuttosto tangibile.
Nel corso di questi ultimi due anni Polyphony Digital e Sony per fortuna non ha abbandonato il prodotto a sé stesso, ma, forte di una collaborazione ufficiale con FIA per il campionato del mondo ufficiale, è stata obbligata a sostenere lo sviluppo, la produzione di nuovi contenuti e soprattutto il mantenimento dell'infrastruttura multigiocatore che fa da sfondo all'online. Promesse spesso mantenute a partire dai contenuti. Al momento del lancio Gran Turismo Sport vantava 160 vetture e quaranta tracciati: niente male per un gioco di guida ordinario, pochi spicci per un titolo con questo pedigree. A ottobre 2017, subito dopo il lancio è partita una massiccia campagna di aggiornamenti a cadenza mensile che ha portato numerose novità.
Sul fronte delle vetture siamo passati da centosessanta a oltre trecento e molte altre sono in fase di lavorazione. Al solito la cura per i dettagli degli esterni è di alto livello, ma sono gli interni ad essere stati migliorati in modo consistente. Anche le piste sono ora più numerose visto che siamo arrivati a una sessantina di cui venticinque conversioni di tracciati reali, altrettante piste di fantasia realizzate da Polyphony Digital e una serie di piste su sterrato. Elencare tutti gli aggiornamenti pubblicati uno per uno sarebbe troppo lungo, ma di quelli mensili proposti ne spiccano alcuni più importanti di altri.
Degno di nota è stato infatti a dicembre 2017 l'arrivo della modalità GT League, che nelle intenzioni degli sviluppatori avrebbe dovuto sostituire la carriera: si tratta di una collezione di modalità di gare e campionati già visti altri titoli della serie separati da livelli di difficoltà per un totale di 250 competizioni a cui prendere parte per salire di livello. Sicuramente non quello che i fan aspettavano, considerato anche il poco tempo a disposizione, più probabilmente un contentino pubblicato per cercare di placare le polemiche seguite al lancio sul fronte della carriera mancante.
Dopo tre mesi è stata la volta di un grosso update forte di tredici vetture e della pista di Tsukuba, derivata da GT5 insieme ad un'espansione della modalità GT League. Ottimi nuovi contenuti anche a maggio 2018 con la pubblicazione del tracciato di Le Mans e tutta una serie di prototipi che nel presente e passato hanno fatto la storia della gara di durata francese. Stessa musica anche a luglio e agosto 2018 con l'arrivo di Sainte-Croix, del Red Bull Ring e una quindicina di vetture tra cui la Mercedes F1W08 di Lewis Hamilton. L'estate si è chiusa con il botto visto che, oltre alla solita manciata di vetture, sono arrivati Fuji Speedway, Circuit de Catalunya e modifiche alla pista di Tokyo Express Raceway per l'Inner e l'Outer loop.
L'inizio di quest'anno è stato piuttosto tranquillo: si è dovuto aspettare marzo con l'introduzione di Autopolis e una serie di nuove vetture compatibili con la nuova funzionalità Overtake. È stato infatti introdotto un maggiore supporto alle auto ibride con l'introduzione del kers e della possibilità di mappare il relativo pulsante sul volante per le vetture che lo supportavano. A maggio è arrivata la pista di Goodwood, in giugno è stata la volta del tracciato di fantasia ambientato in Sardegna e questo ci porta ai giorni nostri. Nuove vetture e piste (SPA-Francorschamps) sono in lavorazione al momento di scrivere ma c'è un grosso elefante nella stanza relativo alle feature mancanti nel gioco al momento del lancio: si tratta del maltempo e delle gare in notturna.
Una feature presente nei titoli precedenti, ma che in GT Sport era assente, ovvero il meteo dinamico. La pioggia è sempre stata molto difficile da gestire per i moderni PC da gioco, figurarsi per una console con cinque anni di servizio alle spalle com'è la pur ottima PS4. Un assaggio di come sarebbe stato il meteo dinamico l'avevamo avuto alla fine di giugno in occasione dell'appuntamento del mondiale FIA GT: Coque Lopez, simdriver ufficiale Williams Esports aveva effettuato un test sulla pista del Red Bull Ring per una resa complessiva che sembrava essere di ottima qualità sia come effetti sia come frame rate. L'aggiornamento di fine agosto, insieme alla consueta selezione di nuove auto e modalità, ha introdotto proprio la pioggia, ma solo al Red Bull Ring a conferma di come questa feature richieda uno sviluppo specifico tracciato per tracciato e non sia invece "modulare" come molti si aspettavano. Il bagnato sulla pista austriaca è veramente ben fatto, si spera quindi che nuove versioni "wet" dei tracciati già esistenti arrivino a stretto giro di posta.
Se dal punto di vista dei contenuti rilasciati, tutti gratuitamente, in questi due anni, non ci sono grossi appunti da fare, la prospettiva per il 2020-2021, è che in quel di Tokyo i modellatori e programmatori avranno da lavorare parecchio per allungare la lista di contenuti di Gran Turismo Sport. Già in passato Yamauchi aveva fatto capire che la corta lista di vetture del lancio sarebbe arrivata a contare qualcosa come 400-500 veicoli a lavoro concluso: non l'autosalone definitivo dei giorni di gloria di GranTurismo 5, ma sicuramente un numero più che accettabile. Questo considerando anche l'accento competitivo di Gran Turismo Sport che costringe il giocatore a uno studio più accurato della dinamica del veicolo e del suo setup per cercare di ottenere le migliori prestazioni possibili contro avversari umani.
Nella progressione del gioco non ci sono solo aspetti positivi: alcuni elementi sono rimasti praticamente immutati fin dall'inizio e su questi la community si era espressa in modo piuttosto netto, due in particolare. Il primo è la necessità di rimanere sempre connessi anche per modalità francamente risibili come il photomode: è vero che con le console moderne una connessione Internet è ormai la norma, ma di fatto, il 90% dei contenuti del gioco diventa inaccessibile senza un collegamento, continuando a generare un certo malumore tra gli utenti.
In seconda battuta, continua a non convincere il Safety Ranking che il gioco assegna in automatico al pilota in relazione al comportamento in pista: la sensazione è che continui a non essere correttamente calibrato, soprattutto in occasione di toccatine che finiscono per abbassare eccessivamente la valutazione del giocatore. Anche il sistema delle penalità automatiche, strettamente correlato a questo aspetto, nonostante sia stato aggiornato la scorsa primavera, per stessa ammissione di Kazunori Yamauchi, non è ancora in grado di effettuare valutazioni corrette di tutte le situazioni che si possono creare in pista.
Di questo in Polyphony Digital sono ben consapevoli, riconoscendo che c'è molto lavoro da fare in quest'area: continuano a persistere problemi di cheating dovuti ai tagli in pista: la nuova modalità Time Trial ne è un perfetto esempio con numerosi tempi falsi in virtù della possibilità di trovare falle nel sistema di anticut del gioco andando a "esplorare" zone normalmente inaccessibili del tracciato per scalare la classifica. Molto c'è ancora da fare sotto questo punto di vista: è lecito aspettarsi qualche miglioramento, soprattutto nell'alleggerire le penalità al ranking per contatti di lieve entità, mentre è meno plausibile che a due anni dalla pubblicazione ci possano essere miglioramenti significativi al sistema di penalità. Staremo a vedere.
L'ultimo appunto riguarda l'introduzione delle microtransazioni. È vero infatti che tutti i contenuti pubblicati in seguito al lancio sono gratuiti, ma permane comunque un elemento di grinding notevole per lo sblocco di molte vetture che porta via molto tempo, soprattutto ai giocatori occasionali. Polyphony Digital ha quindi deciso, a partire dal luglio 2018, di dare la possibilità a tutti di accedere immediatamente a ogni veicolo dietro esborso di una cifra modesta (1-3 dollari). Niente di nuovo sotto il sole, considerando anche quanti contenuti hanno visto, e vedranno, la luce nel corso degli ultimi 24 mesi. Peccato che, come notato da Kotaku già l'estate scorsa, proprio Yamauchi alcuni mesi prima dell'introduzione delle microtransazioni, avesse puntualizzato esplicitamente che Gran Turismo Sport non avrebbe introdotto questo sistema. Una caduta di stile non da poco.
Prima di chiudere, sono doverose le considerazioni sul venduto di Gran Turismo Sport in funzione della community multiplayer. Al momento sembra aver superato Gran Turismo 6 e il traguardo dei dieci milioni di copie sembra essere a portata di mano nel 2020, considerato il fatto che il gioco è in fascia midprice già da qualche tempo. Si tratta di una stima corroborata da un report stilato da un hedge fund sui recenti risultati finanziari di Sony su cui GTPlanet propone un'analisi interessante. Incrociando questi dati con le stime di Gamstat, sito dedicato all'analisi della playerbase PlayStation, la cifra degli otto-nove milioni di copie vendute sembra essere piuttosto plausibile.
Un ottimo risultato per un'esclusiva capace di garantire una solida base giocante per gli anni a venire; il dato però si può leggere anche sotto un'altra luce, ovvero delle critiche mosse dagli integralisti per la mancata introduzione di una solida carriera singleplayer. Considerato si tratta dell'unico Gran Turismo uscito finora per una console dominante come PS4, il mancato raggiungimento dei risultati ottenuti da Gran Turismo 3, 4 e 5 (tutti nel range dei 12-15 milioni di copie vendute) sembra confermare la presenza di uno zoccolo duro di appassionati che ha passato la mano in attesa di un GT7 capace di tornare alle origini.
A chi si rivolge quindi Gran Turismo Sport a fine estate 2019 e quali sono le prospettive per il futuro di questo titolo? Anche se il livello di simulazione non arriva alla complessità di un Project Cars 2 o un Assetto Corsa, per essere competitivi serve molta pratica sui singoli veicoli in combinazione con tutte le piste per eccellere. Il gioco è quindi riuscito ad imporsi su PS4 al netto dei difetti e delle problematiche che abbiamo evidenziato nel corso dell'articolo. L'enorme campagna di aggiornamenti ha rimediato in buona parte alla povertà di contenuti iniziale, così come le nuove modalità e modifiche al gameplay più o meno evidenti, introduzione del maltempo in primis.
Rimangono dei problemi che, giunti a questo punto dello sviluppo, è improbabile verranno risolti tutti definitivamente: ma questo non ha impedito la creazione di una base solida per un ambiente competitivo su console, forte anche dell'avvallo della Federazione Internazionale dell'Automobile. Su questa piattaforma Gran Turismo Sport, insieme alla serie F1 di Codemasters, è attualmente il miglior biglietto da visita per i giochi di guida in ambito esportivo e un acquisto differito, se siete possessori di una PS4 e di un volante è quindi consigliato, soprattutto se vi piace gareggiare online. I talebani della carriera e gli integralisti della simulazione continuino pure a lasciarlo sullo scaffale: solo un nuovo Gran Turismo della serie regolare potrà colmare la prima lacuna mentre per la seconda ci si deve giocoforza rivolgere al PC con i suoi Iracing e Assetto Corsa/Competizione.