Grand Theft Auto 5: anche il PC si dà al crimine - recensione
Nello scontro tra versioni, l'ultima arrivata ha i numeri per vincere la guerra.
Finalmente ci siamo: ora anche su PC si possono calcare le strade di Los Santos e di tutta San Andreas, dopo la quasi pachidermica gravidanza che ha messo Grand Theft Auto 5 a portata di mouse e tastiera.
Una lunga attesa, quindi, dei cui frutti vi sarete già fatti un'idea se avete seguito la nostra serie di dirette sul canale Twitch Eurogamer_Italia, o se siete rientrati tra quel milione e oltre di giocatori che si è gettato, nuovamente o per la prima volta, tra le braccia del crimine made in Rockstar.
In una splendida città fatta di ghetti e ville multimilionarie si torna dunque a seguire le vicende di Michael, Franklin e Trevor, il nostro trittico di protagonisti selezionabili a piacimento in ogni istante. La trama principale acquista spessore con ciascuna delle numerose missioni che la compongono e condurrà i tre rapinatori e assassini verso crimini sempre più efferati, coinvolgendo e facendosi coinvolgere da poliziotti corrotti, trafficanti di caratura internazionale e dalle proprie famiglie in un vortice di eventi sapientemente illustrato.
La struttura narrativa del gioco si attesta infatti sempre su livelli eccezionali, ed è probabilmente la migliore che si sia mai vista all'interno della serie. Si sprecano le citazioni, i richiami alla realtà, i tocchi di classe che rendono ciascun personaggio credibile nella propria miseria. Anche una banale missione secondaria non manca mai di strappare un sorriso e contribuisce ad arricchire il profilo dei personaggi coinvolti.
Il numero di attività disponibili è soverchiante: è possibile partecipare a gare su auto, motociclette, biciclette, velivoli, barche e a piedi. Per i volenterosi c'è pure il triathlon. Si può fare paracadutismo, andare a caccia nei boschi, rapinare negozietti, giocare a golf e a tennis, chiamare i propri contatti per bere qualcosa o giocare a freccette. E stiamo comunque parlando di attività secondarie, in cui si può indulgere o meno in maniera del tutto libera.
Restando sul tema della libertà d'azione, difficilmente capita di sentirsi con le mani legate. Superati il breve prologo e la prima missione potremo muoverci in autonomia assoluta. Non troveremo nessun ponte sbarrato né altra barriera che ci impedisca, volendo, di percorrere l'intero stato di San Andreas da sud a nord, un'area composta da montagne, foreste, deserti, paeselli e città, grande più delle mappe di GTA: San Andreas, GTA IV e Red Ded Redemption messe insieme.
Le uniche forze davvero in grado di rallentare la nostra ascesa verso la ricchezza sono, ovviamente, quelle dell'ordine. La polizia e i militari sono particolarmente feroci e anche se non sembra che l'intelligenza artificiale sia stata ritoccata in questa versione per PC, vi assicuriamo che già al livello di allerta 2 (su 5) la situazione inizia a farsi sanguinolenta.
Rockstar non ha mai tentato di nascondere il proprio orgoglio nel definire questa incarnazione di Grand Theft Auto 5 la più bella di sempre. La lunga attesa ci ha infatti ripagati innanzitutto con un porting solido, caratterizzato da diverse decine di opzioni grafiche su cui intervenire. Il paese dei balocchi per gli smanettoni, ma anche per chi vuole iniziare a seminare distruzione senza troppi patemi. La collaborazione con Nvidia e AMD ha permesso sin dal day one di impostare i settaggi del gioco automaticamente servendosi dei rispettivi software GeForce Experience e Gaming Evolved, lasciando comunque la possibilità di agire sui singoli parametri. Lo sviluppatore ha persino integrato un comodo indicatore della VRAM utilizzata dal gioco, che mostra in anticipo quanto determinate opzioni possano richiederne in quantità maggiore e quindi influire sulle prestazioni.
Oltre a questa varietà, ad impressionare sono la stabilità e la scalabilità del motore grafico. Con i settaggi giusti le oscillazioni nel frame rate sono contenute e si mantiene stabilmente una media di 60 FPS anche nei casi in cui esplosioni e proiettili riempiono lo schermo. I requisiti minimi consentono di godere dignitosamente del gioco con macchine anche modeste, come ha dimostrato il Digital Foundry. Impostando i settaggi al minimo, poi, chiunque sia dotato di un PC messo insieme negli ultimi sei anni potrà tranquillamente staccare un biglietto per Los Santos.
Non è però superfluo dire che in tema di scalabilità l'engine si comporta molto bene anche verso l'alto, con hardware più performante della media. La moltitudine di effetti avanzati attivabili si traduce in panorami esagerati, con un'illuminazione gradevolissima, texture di qualità superiore alle controparti per console e un campo visivo ulteriormente aumentato rispetto a quanto sperimentato su Xbox One e PlayStation 4.
Per quanto riguarda il sistema di controllo, il gioco supporta sia la coppia mouse e tastiera che l'uso di un controller. Nel primo caso avremo il sistema perfetto per cecchinaggi e sparatorie, nel secondo un più affidabile metodo per guidare mezzi di ogni genere. I tasti si possono rimappare a piacimento ma, soprattutto, in realtà è possibile non scegliere affatto il sistema di input preferito: li si può usare contemporaneamente.
Ciò permette di godere della modalità in prima persona introdotta con le edizioni next-gen del gioco in maniera diversa e più raffinata. In poche parole, utilizzando un mouse per il puntamento del mirino ci si dimentica di giocare ad un Grand Theft Auto. Quasi sempre almeno: si tratta sempre di un artificio che per quanto ben implementato ha qualche limite.
Il sistema di coperture con cui ci si posiziona al riparo di muri e ostacoli di vario genere durante uno scontro a fuoco è molto più vantaggioso se utilizzato in terza persona, ad esempio, perché la telecamera ci mostra una più generosa parte di ciò che avviene attorno a noi. In prima persona, inoltre, la telecamera si posiziona brevemente nella direzione in cui il personaggio si sta muovendo dopo aver scavalcato un muro o una recinzione, facendo perdere orientamento e tempo, entrambi essenziali nei momenti più concitati.
Parlare di momenti concitati è l'aggancio perfetto per menzionare la presenza di GTA Online, per alcuni semplice orpello, per altri piatto forte dell'esperienza di Grand Theft Auto 5. In questa modalità multiplayer si abbandonano temporaneamente i panni dei tre protagonisti per vestire quelli di un alter-ego creato da zero servendosi di un editor, che si muoverà nella medesima vasta mappa della modalità singleplayer.
Come nella modalità Storia dovremo svolgere una serie di attività poco lecite e molto redditizie, accompagnati da altri giocatori o contro di essi. Al termine di un team deathmatch, di una corsa, di un incarico assegnato da uno dei nostri contatti o di una qualsiasi missione verremo ricompensati con denaro e punti reputazione, che accresceranno il nostro livello complessivo. Più alto sarà il nostro livello e più armi, accessori e missioni sbloccheremo.
Con il denaro ottenuto potremo far nostri veicoli, garage e abitazioni. Tutti e 13 i DLC gratuiti pubblicati da Rockstar fino a questo momento sono già inclusi, così come i Colpi, missioni particolarmente complesse e lucrative che richiederanno preparazione e il possesso di un costoso appartamento di lusso. Una sorta di "end game" se volessimo chiamare in causa per un momento il mondo dei MMORPG, tra l'altro non così distante da GTA Online per le caratteristiche appena descritte.
Il passaggio al PC di GTA Online non ha tuttavia migliorato il problema dei caricamenti, mediamente lunghi ma forse troppo frequenti, tra un'attività e l'altra. La conclusione che se ne trae è che i tempi di attesa siano dovuti in larga parte al lavoro che devono compiere i server del gioco e che per il momento ci si debba mettere il cuore in pace.
Anche la solitamente granitica stabilità del motore grafico mostra qualche incertezza nelle partite online, con sporadici cali di frame rate in schermate non particolarmente complesse o ricche di dettagli. Nulla che renda la situazione ingestibile, anche perché, quando si verificano, i cali durano per pochissimi secondi e non si sono mai ripetuti con una frequenza allarmante o fastidiosa.
A chiudere l'impressionante mole di caratteristiche racchiuse nella versione PC di Grand Theft Auto 5 troviamo un potente editor per realizzare filmati, sconosciuto alle altre riedizioni del titolo. Tramite questo strumento non solo è possibile registrare le proprie partite ma, ancora più importante, usare una ricca serie di opzioni per modificare quanto girato, variando l'inquadratura, aggiungendo effetti, suoni, musica e tutto il necessario.
Esiste poi una Modalità Regista con cui dirigere un cast di personaggi a nostra scelta prelevati direttamente dalla campagna singleplayer e realizzare la scena che più ci aggrada, a patto di fare un po' di pratica nell'uso degli strumenti. A tanta varietà di opzioni corrisponde infatti una curva di apprendimento che potrebbe scoraggiare i meno volenterosi, ma che non si dimostra sproporzionata anche per aspiranti cineasti alle prime armi.
Tutto ciò di cui abbiamo scritto fino a questo momento ci porta a quella che forse è la domanda più importante: perché acquistare Grand Theft Auto 5 su PC? Di base, il gioco è lo stesso uscito mesi fa su PlayStation 3 e Xbox 360 e questo non lo si può ignorare. Alla stessa maniera, è necessasrio tener conto dei tanti fattori che abbiamo elencato e che hanno orientato il nostro giudizio, nuovamente, sul punteggio pieno. Per la seconda volta, i fratelli Houser e soci sono riusciti nel non facile compito di ridefinire gli standard di un porting eccellente.
Se già vi siete lasciati tentare da un secondo giro di valzer su PlayStation 4 o Xbox One, onestamente non ce la sentiamo di indirizzarvi verso l'acquisto: per voi il valore aggiunto rappresentato dalla migliore realizzazione tecnica e dai pregi aggiuntivi della versione PC potrebbe essere relativo. Tutti gli altri farebbero bene a gettare i propri risparmi contro lo schermo, in questo istante.