Grand Theft Auto IV: Episodes from Liberty City
Liberty City torna bella come sempre, su PS3 e PC.
Che si tratti di sfregiare il volto di un rivale sulla ruota della nostra motocicletta o di organizzare violente irruzioni in territorio nemico, Lost and Damned assicura la medesima dose di violenza urbana tipica della serie. Non mancano interessanti missioni secondarie, ma è evidente il fatto che gli sceneggiatori abbiano deciso di spingersi molto più a fondo nel delineare questi nuovi protagonisti, mettendo un po’ da parte i ritmi dilatati del titolo originale al fine di gestire meglio le fila della narrazione.
Stesso discorso vale per The Ballad of Gay Tony, se non fosse che qui Rockstar ha davvero ampliato i propri orizzonti riuscendo a dar vita ad un incredibile manifesto di satira sociale, forse anche più coraggiosa, velenosa e arguta rispetto alle vicissitudini del beneamato Niko, protagonista tra l’altro di un breve ma simpatico cameo.
Luis Lopez è il classico anti-eroe tanto caro al team. In quanto socio di Tony Prince, si troverà a dover sopravvivere in una giungla d’asfalto fatta di night club, pareggiamenti di conti e questioni scottanti con la mafia italoamericana. L’atmosfera di questo episodio sarà anche meno drammatica rispetto alla storia precedente, ma risulta in qualche modo essere più incisiva proprio grazie alla leggerezza con cui vengono esposte tematiche borderline..
Non mancano discriminazioni sessuali, allusioni a rapporti sessuali con minorenni e oscenità verbali di ogni tipo, ma tutto sapientemente velato da un umorismo calibrato al millimetro. Lo stesso Tony Prince (soprannominato Gay Tony per le più plausibili motivazioni) è un personaggio che riesce a toccare corde incredibili nel cuore di ogni giocatore. La sua dialettica, in bilico tra una “gaia” delicatezza e le consuetudini gergali della malavita, riuscirà a strapparvi sicuramente un sorriso, se non vere e proprie risate.
Anche in questo caso avremo tonnellate di azione, soprattutto negli inseguimenti aerei a bordo di elicotteri, cercando di evitare gli schianti tra un grattacielo e l’altro. Non mancano svariate missioni secondarie (molto più pertinenti rispetto a quelle viste in Lost and Damned) e alcuni simpatici minigiochi, come quelli che ci vedono impegnati in gare di bevute o nel rimorchiare qualche pulzella semplicemente ballando in pista.
E che dire poi di “Princess Robot Bubblegum”? Avevo appena avuto uno scontro con la malavita per un ingente carico di droga, torno nella dimora virtuale di Luis (il luogo dove è possibile salvare la partita, cambiarsi d’abito, ecc…) quando mi viene in mente di accendere la TV. Metto Luis a sedere e… eccolo lì: un vero e proprio cartone animato “ecchi”, farcito delle più viscide allusioni sessuali, dialoghi da pornazzo amatoriale e una serie di gag micidiali in puro stile nipponico. Dieci minuti buoni ed ero già con le lacrime agli occhi. Roba che da sola potrebbe già valere il prezzo del biglietto.