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Gravity Rush Remastered - recensione

Bluepoint trova il centro di gravità permanente del titolo di Japan Studio.

Sono passati ormai quattro anni dall'uscita di Gravity Rush su PlayStation Vita, la piccola console di Sony ormai abbandonata dai suoi stessi creatori, ma fortunatamente tenuta a galla dalle principali software house giapponesi e dai numerosi studi indipendenti. Sono in molti a pensare che la disfatta di Vita dipenda anche dall'eccessiva fretta di aver lanciato troppi titoli legati a franchise di successo nel giro di pochi mesi, come Uncharted, WipeOut ed Everybody's Golf, per poi lasciare un vuoto per tanto, troppo tempo.

Uno dei titoli che ha decretato il successo iniziale della macchina è stato Gravity Rush, che oltre a una grafica ben realizzata sfruttava a dovere le caratteristiche della console. Dopo la cancellazione e il conseguente dirottamento del sequel su PlayStation 4, l'avventura firmata Japan Studio sbarca sui televisori dei nostri salotti con una versione tirata a lucido, questo Gravity Rush Remastered, che migliora quanto di buono è stato fatto su Vita.

Partiamo però col fare un riepilogo per coloro che non hanno mai avuto a che fare con l'originale, parlandovi della protagonista Kat, una ragazza che un giorno si sveglia e scopre di aver perso la memoria. Grazie all'aiuto del gatto Dusty, scopre di essere dotata dei poteri che caratterizzano uno Shifter, ovvero di poter modificare la gravità e fluttuare in aria. Spetta quindi a lei cercare di salvare il mondo dall'imminente catastrofe bramata da Raven e dal suo esercito di abominevoli creature soprannominate Nevi.

Se non avete avuto modo di giocare Gravity Rush su Vita, la versione PlayStation 4 è da considerarsi un must-have, anche per i miglioramenti apportati in quasi tutti i reparti.

Lasciamo a voi il piacere di scoprire il resto della storia, ma sappiate che nonostante la mancanza di intrecci narrativi e colpi di scena, la trama propone una manciata di spunti interessanti, raccontati, o forse è meglio dire illustrati, tramite una serie di splendide vignette. Il gioco in sé invece è una piccola gioia per gli occhi, realizzato interamente in un cel shading che fa somigliare il tutto a un'opera di Hayao Miyazaki. La qualità è fuori discussione, e nonostante i quattro anni che si porta sul groppone, il motore grafico è stato tirato a lucido da Bluepoint Games e ora gira a sessanta fotogrammi al secondo senza alcun tipo di problema, anche durante le situazioni più concitate.

L'esperienza maturata dal team statunitense in tema di rimasterizzazioni ha dato i suoi frutti anche in fatto di qualità delle texture, ora molto più curate nei modelli poligonali dei personaggi, anche se come al solito non si può dire lo stesso di alcuni elementi dei fondali. Il gioco è strutturato come un piccolo open world, adatto anche per coloro che non apprezzano le ambientazioni sconfinate come quelle di GTA o Assassin's Creed. Progredendo nell'avventura si sbloccano (o forse è meglio dire si recuperano) nuove parti della città, ma il tutto non diventa mai dispersivo con le solite decine di missioni secondarie.

Kat può attaccare e schivare nemici, ma la possibilità di modificare la gravità rende il tutto molto più interessante rispetto ad altri prodotti: una volta sospesi a mezz'aria infatti è possibile muovere il cursore a 365 gradi con il DualShock per lanciarsi nella direzione desiderata, a patto di non esaurire il potere indicato nell'apposita barra. Raggiungere quindi un punto d'interesse è molto facile e veloce, ma anche durante i combattimenti fluttuare e sferrare un attacco porta con sé una serie di vantaggi (e svantaggi): il danno inflitto è maggiore rispetto a quello degli attacchi effettuati a terra, ma non sempre si riesce a centrare il bersaglio, specialmente contro i Nevi più agili.

Il giroscopio del DualShock 4 viene sfruttato abbastanza bene, ma non sempre prendere la mira in questo modo è la via migliore per colpire i nemici.

Se invece non digerite l'uso del giroscopio, potete comunque usare lo stick analogico destro e modificare diversi parametri di sensibilità nell'apposito menu. Parlando di opzioni, mettendo in pausa il gioco si accede alla schermata di potenziamento di Kat: recuperando le gemme viola sperse per il mondo, infatti, è possibile migliorare le abilità della bionda protagonista e sbloccare mosse e poteri sempre più devastanti.

Giocando a Gravity Rush Remastered abbiamo però avuto l'impressione che la difficoltà generale sia stata leggermente ritoccata verso il basso rispetto alla versione disponibile su Vita. I combattimenti, specie durante la prima metà dell'avventura, sono abbastanza semplici, mentre durante le battaglie contro i boss l'energia dei cattivoni sembra scendere più rapidamente. Non è chiaro se sia stata aumentata la quantità di danni che Kat può infliggere o se l'intelligenza artificiale sia più arrendevole, ma in ogni caso il gioco rimane sempre e comunque godibilissimo.

Doveroso parlare brevemente anche della splendida colonna sonora, mai banale e con ottimi arrangiamenti. Peccato solo per degli sporadici momenti eccessivamente ripetitivi, poca cosa in confronto agli ottimi brani orchestrali e jazz che fanno da sottofondo per tutta la durata del gioco.

Gravity Rush Remastered propone anche i tre DLC rilasciati su Vita a pagamento dopo il lancio, che includono un totale di sei nuove missioni, sei sfide e tre costumi alternativi per Kat, oltre ad altrettanti set di trofei da aggiungere a quello dell'avventura originale. Per portare a termine quest'ultima servono circa 8 ore, ma se avete intenzione di completare le sfide secondarie, i DLC e potenziare al massimo le abilità di Kat, arriverete tranquillamente a raddoppiarle. Nel pacchetto troviamo infine anche l'inedita gallery dove poter guardare tutte le sequenze d'intermezzo, le illustrazioni, i bozzetti, gli artwork e molto altro sul mondo e i personaggi del gioco, per un totale di circa 600 tavole.

Il remake del titolo di Japan Studio ha ricevuto il solito, ottimo trattamento grafico tipico di Bluepoint Games.

Insomma, ancora una volta Bluepoint Games ha tirato fuori dal cilindro una rimasterizzazione coi fiocchi, dopo l'eccellente lavoro fatto con la Uncharted Collection. I sessanta fotogrammi al secondo regalano un aspetto ancora più incredibile al già ottimo comparto grafico, mentre i controlli sono stati implementati su DualShock 4 in maniera quasi perfetta. Se quindi non possedete PlayStation Vita o non avete mai avuto modo di mettere le mani sull'ultima creatura di Keiichiro Toyama, Gravity Rush Remastered è un acquisto che ci sentiamo di consigliare praticamente a tutti i possessori di PlayStation 4.

Anche il prezzo, fissato intorno ai 30 Euro sia per la versione digitale che quella in Blu-ray, è un ottimo motivo per non lasciarsi scappare, ancora una volta, l'ottima avventura di Japan Studio, in attesa dell'imminente sequel in arrivo durante il 2016.

9 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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