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Greak: Memories of Azur - recensione

Riuscirà Greak a salvare Azur insieme ai suoi fratelli?

Da Team 17 arriva su PC, Switch e console nex-gen Greak: Memories of Azur. Avevamo già testato il titolo sviluppato da Navegante Entertainment in occasione dello Steam Next Festival, ma era solo una demo. Adesso siamo in grado di esprimere un giudizio più maturo avendo giocato e letteralmente consumato la versione finale di questo bell'action-GDR.

Greak è il nome del protagonista del gioco. Questo ragazzino ha l'arduo compito di salvare la terra di Azur e la civiltà dei Courine a cui appartiene dalla minaccia dei malvagi Urlag. Per far ciò dovrà avvalersi di tutto il suo coraggio e di tutta la sua abilità e recuperare tutto il necessario per aiutare gli abitanti del villaggio a costruire un dirigibile con cui mettere in salvo tutta la loro gente.

Ma Greak non sarà da solo in quest'impresa. O meglio, lo sarà all'inizio. Nel corso della sua avventura i suoi due fratelli si uniranno infatti alla sua causa aprendo la strada a un gameplay decisamente articolato e interessante. Il giocatore può infatti controllare uno o più eroi alla volta e su questo aspetto s'incentra l'intera meccanica di gameplay, soprattutto negli stadi avanzati. L'impostazione del gioco è di tipo platform a scorrimento con elementi GDR. Passeremo gran parte dell'avventura a saltare tra piattaforme, arrampicandoci su alture e nuotando attraverso stagni e torrenti.

I puzzle ambientali vi terranno la testa impegnata, ma una volta risolti vi daranno soddisfazione.

Greak: Memories of Azur è anche un po' Metroidvania ma non troppo. Sebbene saremo liberi di andare in una direzione piuttosto che in un'altra, saremo vincolati da oggetti, abilità o la presenza nel gruppo di altri eroi, per esplorare determinate lande. Tuttavia, manca la classica mappa con radar dei Castlevania che ci indica in quale stanza ci troviamo.

I tre fratelli hanno ognuno abilità e caratteristiche fisiche differenti. Greak è minuto, agile e veloce, ma anche forte nel combattimento potendo avvalersi sia della spada che di arco e frecce. La sorella Adara governa le arti magiche e può sferrare attacchi a distanza in più direzioni, è una campionessa di nuoto e apnea ma paga con una forza fisica inferiore. Infine c'è Raydel, possente cavaliere dotato di spadone e scudo, in grado di farsi strada tra orde di nemici grazie alle sue tecniche di attacco e difesa, e di arrampicarsi grazie al suo rampino. Il fratello maggiore ha però come punto debole l'incapacità di nuotare. Quindi ogni eroe ha i suoi pro e contro e le sue abilità speciali che saranno di volta in volta indispensabili per superare certe sezioni, risolvere puzzle ambientali o sconfiggere determinati nemici, boss e mini boss.

Il giocatore può manovrare uno dei due (o tre quando saremo al completo) eroi a turno, o raggrupparli e farli muovere e combattere tutti insieme. Alcuni puzzle vanno risolti sfruttando due o tre eroi, sbloccando ingranaggi posti in diversi punti, manovrando ascensori o attivando interruttori. Da questo punto di vista gli sviluppatori si sono davvero impegnati per offrire grande varietà negli enigmi, che non risultano mai ridondanti e sono talvolta impegnativi ma non impossibili. Insomma, per certe aree ci vorrà un po' di concentrazione e freschezza mentale (se è sera tardi e avete sonno lasciate perdere e continuate l'indomani!), ma niente che possa portare a bloccarsi per molto tempo o portare a frustrazioni eccezionali.

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Il sistema di combattimento è ben riuscito: veloce, fluido e basato sull'abilità. Ogni nemico ha le proprie tecniche e bisognerà studiare ognuno di essi e attaccare nel momento giusto, anche perché le vite a disposizione sono poche (sebbene possano essere aumentate trovando dei perk permanenti in aree segrete). Ci si può curare usando erbe medicinali, frutti o alimenti cucinati tramite dei punti di cottura che troviamo sparsi nel gioco.

Il vero problema è che gli slot per portare oggetti sono pochi: Greak e i suoi fratelli partono con tre ciascuno e non c'è un inventario o un baule a disposizione. Ciò significa che bisognerà razionare con cura le provviste e valutare bene quali oggetti portare con sé, anche perché alcuni sono funzionali alla storia e non vengono portati passivamente. I nemici non sono troppo invasivi: vaghremo per molti tratti senza incontrarne ma sapranno sempre come metterci in difficoltà, spesso disturbando nei salti. Dal punto di vista della varietà degli stessi forse si poteva fare di più.

Questa meccanica di combattimento ben studiata ci permette di avanzare senza troppa fretta e di goderci lo stile artistico costituito dagli splendidi paesaggi e dalle animazioni di personaggi e dei fondali, il tutto meravigliosamente disegnato a mano. Ambientazioni che sono anche dinamiche, aumentando il senso di coinvolgimento. Non abbiamo veri e propri cicli giorno/notte o meteo, ma visitando le stesse aree nel tempo potremo trovare una tempesta o scoprire che è calata la notte. In questo senso, gli effetti sonori sono ben riusciti: con un buon impianto audio surround o delle cuffie avvolgenti è facile immedesimarsi nelle location ideate dal team, e la colonna sonora orchestrata dal vivo si sposa benissimo visto che compare a tratti e non è mai invasiva.

Le ambientazioni e i fondali talvolta lasciano a bocca aperta.

Parlando ora più in dettaglio delle meccaniche di cooperativa tra gli eroi, specifichiamo che esse sono esclusivamente a giocatore singolo. Ricordano per certi versi quelle di Brothers: A Tale of Two Sons, ma qui è impossibile l'interazione di un secondo giocatore umano in locale. Da questo punto di vista questo sembra un clamoroso autogol da parte dello sviluppatore, perché se è vero che la difficoltà è calibrata per risolvere gli enigmi da soli manovrando un personaggio alla volta, allo stesso tempo queste meccaniche sarebbero state perfette per svolgersi anche in cooperativa locale, snellendo per certi versi l'attesa ma aumentando il coinvolgimento e il divertimento. A nostro avviso non sarebbe stato un grosso problema offrire questa possibilità. Per fare un esempio ci viene in mente Sonic 2 per Mega Drive, in cui Tails seguiva Sonic ed era governato dall'IA, ma un secondo giocatore poteva prenderne i comandi e aiutare soprattutto nelle boss fight.

Ecco, forse proprio le boss fight hanno spinto lo sviluppatore a non implementare la co-op. La difficoltà di questi scontri è ben calibrata. Basteranno uno o due tentativi per apprendere i move-set di ogni boss per capire come vincere. L'unico problema è che i personaggi che non manovriamo non brillano particolarmente in furbizia: ci aiutano nel combattimento è vero, ma stanno prevalentemente fermi, accusano i colpi senza curarsi. Ciò implica che il fallimento durante un boss avviene quasi sempre per la morte di uno dei personaggi non controllati dall'utente, che causa sempre il game over, e questo è un po' frustrante. Ecco perché avremmo gradito la co-op: magari la difficoltà sarebbe diminuita, ma sarebbero venute meno queste meccaniche un po' frustranti causate dalla gestione dell'IA. Per quanto riguarda invece il sistema di upgrade, gli eroi non possono livellare, quindi il grinding serve relativamente: è utile per raccogliere oggetti e denaro da spendere dai vari mercanti. Ogni eroe può però imparare nuove skill risolvendo determinate quest offerteci dagli NPC.

Una storia commovente accompagnata da cut-scene in animazione.

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, il gioco gira a meraviglia su Nintendo Switch, piattaforma di test per questa recensione. Il gameplay è a 60fps sia in modalità portatile che docked. Ci sono dei cali talvolta, soprattutto in zone in cui sono presenti massicce trasparenze alpha (come le cascate) o subito dopo i caricamenti delle nuove aree (presumibilmente per via della scarsa banda di memoria). Caricamenti che, bisogna dirlo, sono abbastanza lunghi. Non ci è dato sapere se in modalità portatile il gioco giri a risoluzione nativa dello schermo, minore, o dinamica, ma quel che è certo è che giocando sullo schermo del Nintendo Switch le scritte si leggono a fatica e alcuni piccoli particolari, come oggetti da raccogliere o interruttori, possono sfuggire.

Conviene pertanto impostare l'interfaccia ingrandita dal menu opzioni. Se non avete esigenze particolari consigliamo però di giocare Greak su un grande schermo ad alto contrasto da salotto, il gioco sembra pensato per questo tipo di esperienza. Abbiamo dato pure un'occhiata alla versione PC tramite la demo e non abbiamo riscontrato differenze tecniche se non per risoluzione massima e velocità nei caricamenti.

Le boss fight sono impegnative, ma quando saremo in tre si sente la mancanza della co-op. L'IA non è molto brillante.

Greak: Memories of Azur ci ha tenuti incollati alla console per più di una decina di ore. Abbiamo iniziato l'esperienza in modalità portatile: il gioco è leggero e la batteria dura diverse ore, ma poi ci siamo spostati su TV traendone diversi vantaggi in termini di qualità di vita e rendimento nel gioco, ma non di prestazioni. Il gioco è adatto un po' a tutti: il suo approccio un po' platform, un po' adventure, un po' GDR e un po' metroidvania lo rende appetibile a tutti quelli che amano questi generi senza prediligerne uno in particolare.

L'esperienza ci ha soddisfatti e intrattenuto senza venire mai a noia, anche se si poteva fare qualcosa di più, ad esempio inserendo una mappa per le singole aree completa di stanze e radar, e implementare una modalità co-op opzionale. Manca completamente un doppiaggio audio ma almeno i testi sono in italiano. Nonostante queste piccole mancanze, il gioco risulta estremamente godibile e ne consigliamo l'acquisto senza pensarci troppo.

8 / 10