Guacamelee 2 - recensione
Spolverate la maschera da luchador.
Un tempo era Zorro l'eroe a cui tutti i deboli e gli oppressi messicani guardavano come modello. Il suo costume nero e la sua abilità con la spada sono ormai leggenda. I tempi cambiano però, c'è bisogno di un paladino più moderno, un lottatore mascherato che abbandoni i toni cupi di un tempo e dipinga il mondo di colori sgargianti. Date il vostro più caloroso bentornato a Juan Aguacate, il tatuato e nerboruto protagonista di Guacamelee, pronto ad una nuova sfida.
Il gioco è ancora una volta ispirato ai colori, sapori e musiche del folclore messicano, ma per questo sequel il team Drinkbox Studios ha voluto andare ben oltre. Anche se non avete mai giocato il gioco precedente, cosa che vi consigliamo comunque di fare, potrete godervi Guacamelee 2 senza problemi. All'inizio vi verrà offerto un breve riassunto della puntata precedente che terminerà con il replay del combattimento finale contro Calaca. Una partenza che sa tanto di Castlevania: Symphony of the Night (ricordate l'incontro con Dracula dopo pochi secondi?), ma questa non sarà l'unica citazione "nascosta" in questo gioco. La battaglia sarà breve e facile, ma utile solo a ricordare gli eventi passati... tra l'altro ad essa è associato anche uno dei folli Trofei del gioco, intitolato giustamente "Me lo ricordavo più difficile".
Da quel giorno sono passati sette anni. Ritroviamo Juan ormai sposato, padre di due niños iperattivi e di una prorompente pancia che tradisce un generoso consumo di cerveza. I muri della casa sono pieni di poster che raccontano la gloria dei tempi andati, ma ormai non c'è più spazio per le sue abilità di luchador, il futuro è nella famiglia e nel guacamole. Proprio durante la ricerca di qualche avocado, Juan incontra il suo vecchio amico e allenatore Uay Chivo, praticamente un incrocio tra il Mickey di Rocky e una capra. Non è un incontro casuale, è solo l'inizio di un'avventura ancora più grande che porterà il celebre luchador in dimensioni parallele minacciate da un nemico tutto nuovo, tanto stupido quanto spietato.
Per andare oltre quanto visto nel già sufficientemente folle Guacamelee, il team Drinkbox ha pensato di introdurre in questo sequel il concetto di Mexiverso. Juan scoprirà che il suo villaggio e tutto ciò che lo circonda fanno sono parte di uno degli infiniti universi messicani esistenti. Ne esistono di tutti i tipi (alcuni decisamente spassosi) e in ognuno di essi c'è un luchador simile a lui. Forse è meglio dire "c'era un luchador simile a lui" perché tutti i Juan alternativi sono stati sconfitti. Il Mexiverso è sull'orlo dell'implosione e tutto per un'antica leggenda che parla di una guacamole paradisiaca in grado di donare poteri divini.
Se la premessa del gioco vi sembra folle sappiate che è solo l'inizio. Guacamelee 2 prende tutti gli elementi del suo predecessore e li spara in giro come un cocktail di tequila e lime sfuggito al barman. Le novità sono poche e misurate, ma consentono a questo secondo capitolo di fare un ulteriore salto verso l'eccellenza. È un platform di quelli anche abbastanza tosti ma è anche un brawler nel quale dovrete dare prova di saper usare la testa. Sì perché la storia della convergenza dimensionale ha fatto sì che per gran parte dell'avventura il buon Juan si ritrovi a viaggiare continuamente tra la dimensione terrena e quella dei morti. Sembra cosa da poco ma non lo è.
Una serie di piattaforme solide nel mondo reale possono sparire nell'altra dimensione, nemici vulnerabili diventano intoccabili e viceversa. E se il tutto cambiasse più volte anche in una singola schermata? Allora le cose si farebbero dannatamente più complicate. Riuscire a schivare ostacoli, saltare con il tempismo giusto e nel frattempo togliere di mezzo i nemici mentre intorno tutto cambia continuamente richiede una manualità notevole, ma il livello di difficoltà non raggiunge mai livelli insostenibili... a meno che non abbiate voglia di completare le mappe al 100%. Ognuna di esse infatti nasconde stanze segrete che possono essere raggiunte solo con acrobazie degne di un artista circense. Al loro interno sono nascosti potenziamenti per la barra d'energia di Juan e slot aggiuntivi per le sue tecniche speciali, che se concatenate nel modo giusto lo trasformeranno in una vera e propria bestia da combattimento.
La progressione del personaggio segue lo stile classico dei Metroidvania. Potrete girare in lungo e in largo quanto volete ma solo ottenendo determinate abilità potrete accedere a porzioni di scenario altrimenti irraggiungibili. La nuova tecnica del rampino-luchador da una maggiore verticalità al gioco e torna utile anche nei combattimenti con alcuni boss. Grandi, chiacchieroni e totalmente fuori di testa... il nuovo esercito malvagio di Guacamelee 2 arriva direttamente dal "Dia de Los Muertos", la tipica festa messicana in cui Calaveras (Teschi) e Calacas (Scheletri) dominano le strade per 24 ore.
Questa però non sarà una festa. Come sempre Juan sarà in netta inferiorità numerica e spesso e volentieri per avere la meglio dovrà allenare le sue abilità in palestre gestite da alcuni volti noti. Ognuno di essi gli insegnerà qualche segreto che tornerà utile sia in fase di esplorazione che nei frequenti scontri Lucha. Questi ultimi sono delle mini sfide che si svolgono in arene chiuse, le prime servono più che altro per sgranchirsi le gambe ma andando avanti si faranno sempre più impegnative. Superarle vi permetterà non solo di proseguire ma anche di guadagnare denaro extra da spendere in abilità attive e passive dannatamente utili.
Ritornano anche i polli, co-protagonisti silenziosi ma non troppo di Guacamelee 2. Come nel precedente capitolo potrete anche trasformarvi in uno di loro, ma stavolta non vi servirà solo per inoltrarvi in passaggi particolarmente angusti. Il Juan-Pollo può anche combattere, non possiede le stesse mosse della sua versione umana ma se sa può cavare anche in situazioni particolarmente affollate. C'è anche un Trofeo a lui dedicato, che potrete sbloccare mettendo K.O. un certo numero di nemici a suon di ali e cosce piumate.
Il gioco è piuttosto longevo. Per arrivare alla fine di corsa impiegherete tra le 8 e le 10 ore, ma come sempre va aggiunto un buon 50% per chi avrà voglia di ispezionare ogni angolo delle mappe. Il livello di difficoltà è piuttosto severo, soprattutto per quanto riguarda alcune sezioni platform. Nel primo capitolo i boss erano duri da battere e il trend si conferma anche in questo sequel. Il bilanciamento è tuttavia quasi perfetto, a patto che siate abbastanza curiosi da scovare le giuste Statue Choozo (Metroid anyone?), custodi di infiniti poteri. In caso di difficoltà potrete addirittura "livellare" sconfiggendo nemici più semplici per accumulare denaro da spendere in potenziamenti.
L'intera avventura è giocabile sia in singolo che in multiplayer locale fino a quattro giocatore. Il multiplayer cooperativo non è una feature totalmente inedita visto che era già stata inserita nella Super Turbo Championship Edition del primo Guacamelee, ma il rinnovato level design ne esalta le caratteristiche rendendolo spassoso oltre ogni limite. Le musiche che accompagnano le nuove scorribande di Juan e soci sembrano uscite dalla compilation Festivalbar dei Mariachi, con schitarrate infinite, trombe melanconiche e ritmi coinvolgenti. Guacamelee 2 ha una colonna sonora allegra e divertente, forse un po' troppo ripetitiva per chi non ama il genere ma perfetta per il suo gameplay frenetico.
A questo sequel manca forse un po' della freschezza del primo capitolo che, come spesso accade in ambito supereroistico, godeva del fattore sorpresa dovuto alla genesi del protagonista. In questo sequel però ritroviamo tutte le caratteristiche che avevano decretato il successo del capostipite, opportunamente raffinate ed espanse per garantire al giocatore un "more of the same" gustoso e impegnativo quanto un piatto di Chili fumante. Affiancateci un Margarita ghiacciato e dei Nachos opportunamente coperti di Guacamole e avrete uno dei banchetti più colorati e gustosi di questa torrida estate. Vaya con Dios Luchadores!