Marvel's Guardians of the Galaxy: The Telltale series - recensione
Con l'uscita del quinto capitolo, Don't Stop Believin', è il momento di dare il voto!
Episodio 1: Tangled Up in Blue
La prima cosa che ci teniamo a dire è che se siete amanti o detrattori delle avventure Telltale, quello che troverete in questo gioco non vi farà certo cambiare opinione. Ciò che abbiamo tra le mani è la loro classica visione di avventura grafica, ovviamente adattata al contesto. Ci sono scelte da fare per quanto riguarda i dialoghi, selezionando la risposta che più ci aggrada tra quelle disponibili entro un tempo limite, ma non mancano certo le scene d'azione, con gli immancabili QTE che conferiscono dinamicità ad una produzione che altrimenti soffrirebbe di un ritmo abbastanza lento.
Quello che ci ha colpito non appena cominciata l'avventura sono i modelli dei personaggi. I Guardiani della Galassia è un brand che nasce sulle pagine dei fumetti Marvel nel lontano 1969 e si riadatta ad una visione più moderna nel 2008. Il vero successo però arriva nel 2014, con l'uscita del film nelle sale cinematografiche, momento in cui i vari personaggi del team vengono impressi nell'immaginario collettivo. Il punto è proprio questo: nel gioco i personaggi non sono creati sul modello degli attori, ma hanno un aspetto più fumettoso.
Intendiamoci, sono riconoscibilissimi e anzi, rispettosi dell'immagine che Marvel ha così meticolosamente delineato, ma se vi aspettate di vedere il faccione sorridente di Chris Pratt una volta che Starlord avrà rimosso la maschera preparatevi a rimanere delusi. Personalmente a noi la cosa non ha dato fastidio, anzi, i modelli sono fedeli al personaggio senza per forza voler scimmiottare la loro controparte cinematografica.
Un particolare di cui dobbiamo fare menzione, e che ci ha lasciato perplessi, è la collocazione cronologica dell'avventura. All'inizio della vicenda tutti i membri dei Guardiani si trovano sulla Milano (la nave di Starlord) e sembrano affiatati come un vero team. Groot però è ancora un marcantonio corteccioso di due metri e mezzo, fattore che indica che è improbabile che la storia si svolga dopo le vicende del primo film. Di Ronan non si fa menzione, ma a questo punto o la vicenda ha luogo prima del recupero della Gemma Viola, oppure stiamo parlando di una vicenda ambientata parecchio nel futuro, dopo che Groot è tornato alla sua forma adulta abbandonando le tenere fattezze da bonsai semovente viste nei trailer del secondo film.
Tenendo conto di alcune discrepanze narrative che intercorrono tra il gioco e il film, forse sarebbe meglio considerare la produzione un'opera a sé stante, che si distacca dalla controparte cinematografica non solo per quanto concerne l'estetica ma anche dal lato della continuity narrativa.
Lasciate da parte queste piccolezze possiamo concentrarci per davvero sul grande quantitativo di carne che c'è al fuoco, ovvero una nuova fiammante avventura del team più sgangherato dell'intera galassia. Essendo una produzione incentrata prevalentemente sulla narrativa cercheremo di darvi un quadro generale dell'opera riducendo al minimo gli spoiler. Quello che dovete sapere è che questa volta le luccicanti Gemme dell'Infinito vengono lasciate da parte in favore di un'altra potente reliquia chiamata Eternity Forge, che sarà la fonte di tutti i guai dei protagonisti.
Che gusto ci sarebbe se un antico artefatto con immensi poteri non fosse conteso tra potentissimi tiranni alieni e i nostri eroi? Nessuno, e infatti già dalle prime battute risulta chiaro come il possesso di questo oggetto diventerà il nodo focale attorno al quale girerà l'intera vicenda. Senza addentrarci troppo nei dettagli possiamo dirvi che all'interno di questo primo capitolo c'è spazio, oltre che per i cinque componenti dei Guardiani, anche per delle vecchie conoscenze, alcune amichevoli, altre decisamente meno. Avremo anche modo di dare uno sguardo al passato attraverso dei flashback, che aiutano a definire in maniera più approfondita il rapporto tra Peter e sua madre.
Per quanto concerne il ritmo narrativo ci riteniamo soddisfatti. I ragazzi di Telltale hanno saputo miscelare saggiamente dialoghi e QTE, inframmezzando la narrazione con momenti d'azione davvero esaltanti e dal taglio registico dinamico. L'esplorazione degli ambienti è abbastanza limitata ma gli stivali dotati di razzi di Peter gli consentono di spostarsi anche in altezza, mettendo in luce una verticalità abbastanza atipica per questo tipo di produzioni.
La sceneggiatura e i dialoghi sono, come sempre, di altissima qualità (tranne per Groot... lui dice sempre e solo "I am Groot", ma si fa comunque capire benissimo!) e i momenti divertenti sono tantissimi. La lingua sciolta di Starlord snocciola battute circa ogni due secondi, mentre Drax risulta divertente anche senza volerlo mentre Rocket riesce a riparare qualunque cosa con un colpo di cacciavite e qualche cazzotto ben assestato. Gamora invece rimane integerrima per quanto possibile, visti gli amici che si ritrova.
Sul versante tecnico non c'è nulla di cui lamentarsi, anche se il dettaglio grafico non è quello dei tripla A più pompati, il gioco splende fiero nel suo look fumettoso. A voler fare i pignoli potremmo segnalare qualche piccolo calo di frame durante alcune cutscene, ma si tratta davvero di piccolezze che non inficiano in alcun modo sulla godibilità della produzione. Applausi scroscianti invece per la colonna sonora che, con i suoi brani anni '70, come ad esempio Livin' Thing degli Electric Light Orchestra, porta un carico di gioia infinita alle orecchie di tutti i nostalgici bighelloni galattici in ascolto.
Unico tasto dolente riguarda invece la localizzazione, interamente in inglese sia per quanto riguarda l'audio che i testi. Purtroppo la necessità di selezionare velocemente le risposte da dare durante i dialoghi potrebbe essere davvero un deterrente all'acquisto per chi non mastica bene l'inglese, ma tutto sommato il lessico è abbastanza abbordabile. Detto ciò non rammaricatevi troppo, probabilmente Yondu non lo capisce bene nemmeno un madre lingua!
Tirando le somme possiamo dirvi che questa serie inizia col botto, il che ci fa ben sperare per i capitoli che seguiranno. Anche se non ve l'abbiamo menzionata per non spoilerarvi nulla, nelle tre ore che servono a finire il primo capitolo di roba ne succede eccome! Vi invitiamo a dargli credito e procedere all'acquisto se siete fan dei Guardiani e vi piace lo stile Telltale, siamo certi che non ve ne pentirete.
Episodio 2: Under Pressure
Soltanto qualche mese fa i Guardiani della Galassia hanno fatto la loro seconda apparizione nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Anche il gioco Telltale a loro ispirato ha di recente visto l'uscita del secondo episodio intitolato Under Pressure. Dopo un veloce recap degli avvenimenti accaduti durante il primo capitolo, siamo di nuovo pronti a proseguire questa nuova fiammante avventura dei guardiani più scapestrati della galassia.
Cominciamo subito col dirvi che in questo episodio spunta una vecchia e gradita conoscenza dalla pelle blu: Yondu. La presenza del capo dei Ravagers ha suscitato in noi nuovi dubbi in merito alla collocazione temporale della vicenda (chi ha visto il secondo film capirà il perché). In una scena Starlord presenta al patrigno la sua ciurma, come se questi non avesse mai visto nessuno di loro, rendendo ancor più fumoso il rapporto tra videogioco e pellicola. Abbiamo deciso di non interrogarci troppo in merito e di considerare quindi l'intera vicenda narrata dai Telltale come una storia a parte, sospesa in un limbo non ben precisato posto indicativamente a metà della prima produzione cinematografica.
La trama riprende esattamente da dove si era interrotta, con un Peter Quill redivivo grazie alla misteriosa reliquia conosciuta con il nome di Eternity Forge. Se l'artefatto possiede enormi poteri, altrettanto enormi sono i guai che causerà al suo proprietario, soprattutto considerando che una psicopatica matriarca Kree non vede l'ora di metterci le mani sopra. Hala non ha mezze misure (in effetti i Kree non sembrano essere una razza molto ragionevole!) e la sua caccia alla Forgia è implacabile.
In questo nuovo episodio c'è ancora spazio per i ricordi, questa volta non solo quelli di Starlord ma anche quelli del rissoso Rocket. Se nel primo capitolo abbiamo visto Peter discutere con sua madre, qui le cose sembrano prendere una piega diversa, spingendo il capitano a porsi nuovi interrogativi in merito alla natura di queste visioni. Il potere della reliquia inoltre induce il procione antropomorfo a cimentarsi in una missione personale, legata ad un personaggio del suo passato a lui molto caro.
Le ombre di tempi ormai lontani tornano a tormentare anche altri membri dell'equipaggio e nel caso di Gamora lo fanno nei panni della sorella, Nebula. Drax, dal canto suo, con la scomparsa del proprio nemico giurato si sente perduto e privo di scopo. Questo episodio spinge molto sui rapporti familiari dei personaggi e pone l'accento su valori come i legami affettivi e l'importanza di avere accanto una persona da amare e con cui condividere gioie e dolori.
Se abbiamo apprezzato l'introspezione e l'approfondimento narrativo che svela il passato di alcuni dei protagonisti, dobbiamo però ammettere che questo lato della produzione ha fatto fatica, in alcuni casi, a collimare con lo stile divertente e scanzonato tipico dei Guardiani. Le onnipresenti battutine di Starlord, il fare arrogante di Rocket e l'incapacità di Drax di cogliere l'ironia, sono delle pennellate umoristiche che inframezzano scene dai contenuti molto seri.
Dal punto di vista del gameplay, ovviamente,nulla di nuovo sotto il sole. L'avventura rimane ancorata ai punti cardine dello stile Telltale, con scelte a tempo da attuare durante i dialoghi che influiscono, in realtà in maniera molto limitata, sul dipanarsi della vicenda. Abbiamo anche qualche scena d'azione in cui i QTE la fanno da padrone, scandendo il ritmo degli scontri e mantenendo sempre alta l'attenzione del giocatore. Se paragonato al capitolo precedente comunque, questo Under Pressure risulta essere più introspettivo e meno dinamico, offrendo meno occasioni al giocatore di "menare le mani".
Tornano anche altre due feature presentate con l'episodio 1 e inedite per quanto riguarda le produzioni Telltale, ovvero l'esplorazione verticale e l'uso del comunicatore. La prima viene in realtà sfruttata solo in un'occasione, permettendoci di risolvere un enigma legato al luogo in cui è stata in precedenza recuperata l'Eternity Forge. La radio invece consente di scambiare quattro chiacchiere anche con i personaggi che non fanno parte della scena in corso, mantenendoci informati su come se la stanno passando.
Sul versante tecnico non ci sono novità rilevanti: il motore svolge ancora bene il suo lavoro anche se ormai modelli e animazioni cominciano a sentire il peso degli anni. Grande nota di merito invece per la colonna sonora, che questa volta possiamo goderci attivando il mangiacassette vintage a bordo della Milano. Gli amanti della musica in mobilità invece apprezzeranno una sequenza in particolare in cui Peter inforca le cuffie del suo walkman, destreggiandosi tra agguerriti nemici a suon di rock anni '70.
Per concludere possiamo dirvi che questo secondo capitolo è un episodio di transizione, in cui la vicenda principale rallenta lasciando spazio a retroscena e flashback che gettano luce sul passato di alcuni personaggi. Un espediente che affossa leggermente la narrativa e che la spinge, forse eccessivamente, sul sentimentale, rivelando lati dei protagonisti che fino ad ora erano rimasti celati dal loro carattere allegro e caciarone.
Al termine delle due ore scarse necessarie a portare a termine il capitolo troviamo l'immancabile cliffhanger, ormai marchio di fabbrica degli sviluppatori californiani, che spinge ad interrogarsi su quali saranno gli sviluppi futuri. Il nostro appuntamento si rinnova quindi a breve, quando dovrebbe rendersi disponibile il terzo episodio intitolato More Than a Feeling.
Episodio 3: More than a feeling
A circa due mesi dall'uscita del precedente episodio, i Guardiani più scapestrati della galassia tornano sui nostri schermi con il terzo capitolo dell'avventura firmata Telltale e intitolato "More than a feeling", proprio come la canzone canzone dei Boston del '76 che ha fatto da colonna sonora a Scrubs. Starlord e i suoi amici hanno per le mani l'Eternity Forge, un antico artefatto alieno dall'enorme potere, oggetto al quale è interessata anche Hala, una folle matriarca Kree poco incline al dialogo. Nel corso di questa avventura ci troveremo alle prese con un'importante decisione ma ci sarà come sempre spazio anche per approfondire il passato di alcuni dei protagonisti.
L'episodio ha inizio con un flashback di Starlord ancora ragazzino, lasciato da sua madre in un negozio di musica per duplicare una cassetta. L'incontro con un bulletto, e il modo in cui si decide di affrontarlo, si ricollega ad una promessa fatta in uno dei capitoli precedenti. Al termine di questa breve introduzione ci aspetta un altro salto nel tempo, ma questa volta nei panni di qualcun altro. Se nel capitolo precedente si era scavato nel passato di Rocket, questa volta sono Gamora e Nebula ad essere sotto i riflettori.
Le due sorelle, figlie più o meno legittime di Thanos, stanno vivendo momenti di grande tensione, incalzate dagli eventi su due fronti. Da una parte il loro rapporto col padre sta subendo notevoli cambiamenti, mentre dall'altro le aspetta un'importante missione. Il compito affidatole dal titano non solo mette a rischio le vite delle due ragazze, ma minaccia di spezzare per sempre il legame che le unisce. Nel corso dello svolgimento del pericoloso incarico c'è spazio soprattutto per l'azione, con le spettacolari scene a base di rapidi QTE a cui la casa californiana ci ha abituato.
Un espediente interessate escogitato dagli sviluppatori consiste nel farci vivere l'esperienza due volte. Nella prima parte dell'episodio vestiamo infatti i panni di Gamora, vedendo gli eventi solo dalla sua prospettiva e accontentandoci, almeno momentaneamente, delle conclusioni a cui ci fa arrivare. Alla fine però scopriamo alcuni retroscena intuibili solo attraverso la visione di Nebula, che delineano uno scenario abbastanza diverso da quello che si era prospettato inizialmente. Al centro dell'esperienza di "More than a feeling" vi è quindi il rapporto tra le due sorelle, un tempo saldo e ora spezzato.
Proprio come nella seconda pellicola cinematografica però, alcuni spiragli sembrano lasciar filtrare la possibilità di un riavvicinamento tra le due. A proposito del secondo film, uno dei protagonisti della storia fa la sua comparsa in questo episodio in modo completamente slegato da quanto visto al cinema. Lo avevamo già scritto negli articoli precedenti, ma a questo punto ci teniamo a ripeterlo e sottolinearlo: il lavoro di Telltale è completamente indipendente dalla storyline vista su grande schermo e va considerato un racconto a parte che sfrutta personaggi e ambientazione ma che non tiene contro di quanto già visto. È così quindi che incontriamo Mantis, questa volta non al servizio di un celestiale, ma in una situazione completamente diversa che non abbiamo intenzione di rivelarvi per evitare spoiler.
Se abbiamo apprezzato l'aggiunta della tenera aliena antennuta al cast, quello che ci ha fatto un po' storcere il naso è il modo in cui si è relazionata con il resto dell'equipaggio. In quanto storia a sé stante infatti abbiamo visto ripetersi lo stesso identico siparietto visto in sala, con Mantis che poggia la mano su Peter Quill e compagni mostrando la sua abilità di percepire e incanalare le emozioni. C'è chi la prendere sul ridere, come Starlord e Drax, e chi invece, come Gamora, la invita poco garbatamente a tenere le mani a posto, facendo balenare la lama della spada per sottolineare meglio il concetto. Seppur divertente la scena è risultata troppo simile alla versione cinematografica e avremmo apprezzato uno sforzo maggiore da parte degli sceneggiatori per introdurre il personaggio in maniera più originale.
Mantis svela al gruppo importanti informazioni in merito alla Forgia, spiega a tutti quale sia il suo vero potere e cosa è in grado di fare con esso. Ovviamente non vi riveliamo nulla in merito per non rovinarvi il piacere di scoprire le implicazioni legate al suo utilizzo e lasciandovi di fronte ad un gravoso dilemma riguardante il destino della reliquia. Qualunque sarà la scelta che deciderete di fare, il palcoscenico che ospita tale importante decisione è un antico tempio alieno disseminato di statue e raggi laser.
Qui c'è da spremersi un po' le meningi, risolvendo alcuni enigmi ambientali con l'utilizzo degli stessi strumenti con cui abbiamo ormai familiarizzato nel corso delle precedenti avventure. Gli scarponi dotati di razzi consentono di esplorare l'ambientazione verticalmente, mentre attraverso il terminale olografico possiamo vedere eventi che si sono svolti nel passato. Attraverso il comunicatore è possibile inoltre contattare i nostri compagni, operazione utilissima nel caso ci dovessero servire un po' di muscoli in più.
More than a Feeling offre una buona dose di azione, concentrata soprattutto durante i flashback e nella parte finale del capitolo. Se da un lato c'è spazio per menare le mani però, dall'altro abbiamo un interessante approfondimento sul legame che intercorre fra Gamora e Nebula e sul loro burrascoso passato. Al contempo la trama procede, e rispetto all'episodio precedente che era più di transizione, qui gli eventi cominciano a ingranare. Ciò che accade a fine capitolo è un'importante svolta narrativa, che di sicuro non mancherà di influenzare pesantemente i prossimi due capitoli della serie.
Episodio 4: Who needs you
Siamo giunti al penultimo capitolo delle serie Telltale dedicata ai Guardiani della Galassia e la vicenda comincia ad avviarsi verso la sua conclusione. Anche questa volta gli sviluppatori hanno deciso di mettere in standby il filone narrativo centrale, approfondendo invece il passato di un personaggio principale, e dedicandosi ai conflitti emotivi che attanagliano alcuni dei nostri beniamini. Questa scelta non permette alla storia dei evolversi di molto, ma l'ottimo livello della scrittura è stato capace di farci vivere situazioni dall'altissima carica emotiva.
Ma facciamo il punto della situazione: avevamo lasciato Starlord e compagni all'interno del tempio, con sulle spalle il peso di decidere delle sorti della Forgia. Hala, la folle matriarca Kree, non sembrava troppo ben disposta a lasciare il destino della reliquia nelle mani dei Guardiani, e il conflitto che ne è scaturito può aver avuto diversi epiloghi, in base alle scelte che avete effettuato. Prima di dare inizio all'avventura vera e propria abbiamo l'occasione di rivivere un altro pezzettino dell'infanzia di Peter, e incastrare un'altra tessera nel puzzle che compone il complesso rapporto con sua madre.
Al termine di questa sequenza introduttiva la squadra si ritrova confinata in un dedalo di gallerie sotterranee popolate da vermi rocciosi non troppo amichevoli. La situazione, a causa del sommarsi di vari fattori, si fa sempre più difficile. Ci sono dei feriti, le caverne sono piene di funghi tossici e i lombriconi alieni riescono a rivelarsi una minaccia più concreta di quanto si pensava in precedenza. Come se ciò non bastasse degli attriti interni spezzano la stabilità del team (non che prima fosse un grande esempio di coesione) spingendo alcuni membri a intraprendere sentieri diversi.
Dal punto di vista del gameplay la situazione si attesta sugli stessi livelli dei capitoli precedenti. Come da tradizione ci sono risposte da scegliere alla svelta e qualche piccolo enigma da risolvere grazie all'esplorazione dell'area di gioco e all'interazione con alcuni hotspot. Gli stivali a reazione di Peter permettono l'ormai assodato movimento verticale e il raggiungimento di punti altrimenti preclusi. Se dal punto di vista puramente ludico non ci sono novità di rilievo all'orizzonte, la scrittura di questa puntata riserva invece delle interessati trovate.
I Guardiani della Galassia è un brand che da sempre punta su un umorismo costante, componente che in Who Needs You stride a contatto con lo spirito malinconico della narrazione. I battibecchi tra Rocket e Gamora si fanno sempre più accesi e l'assassina comincia a valutare concretamente la possibilità di lasciare il gruppo. Alcuni recenti eventi l'hanno spinta a credere di essere il catalizzatore che incanala terribili disgrazie verso le persone che la circondano. Cruccio di molti supereroi, e motivo per il quale la maggior parte di loro decide di indossare la maschera, è il timore che il nemico preferisca colpire chi gli sta vicino piuttosto che il diretto interessato.
Tra un dilemma morale e l'altro viene, come ormai di consueto, approfondito il passato di un personaggio principale, e questa volta tocca al bellicoso Drax. Quando Peter lo trae in salvo da una situazione spinosa i due entrano in contatto e basta il tocco imprevisto di Mantis a catapultarci in un flashback durante il quale fareste bene a tenere i fazzolettini a portata di mano.
Il tuffo nel passato esplora il rapporto tra il muscoloso guerriero e sua figlia. Senza addentrarci troppo nella descrizione degli eventi, quello che possiamo dirvi è che verranno mostrate alcune tradizioni e usanze del loro popolo e come queste si intrecciano col rapporto che lega padre e figlia. Si assiste a momenti di educazione marziale, al compimento di rituali di passaggio ma anche al semplice e tenero amore tra genitori e figli. Come le cose vanno a finire per la piccola Heather lo sappiamo bene tutti, e il ritorno di Drax al mondo reale non fa che rafforzare il suo desiderio di proteggere a tutti costi la sua nuova famiglia, come se questo potesse redimerlo dal fallimento con quella precedente.
Who Needs You non è però solo lacrime e situazioni commuoventi, c'è spazio anche per una buona dose di azione e adrenalina. I nostri eroi si troveranno infatti a doversela dare a gambe in fretta e furia da un luogo particolarmente inospitale e la rocambolesca fuga sarà foriera di conseguenze pesantissime e inaspettate. Insomma non esiste un modo giusto o uno sbagliato per farlo, qualunque saranno le decisioni che prenderemo ci sarà qualcuno pronto a pagarne le conseguenze, e a carissimo prezzo.
Questo quarto capitolo ci mette essenzialmente di fronte ad una grande verità, cioè che la minaccia più grande che grava sui Guardiani è la loro incapacità di coesistere. C'è chi si colpevolizza eccessivamente, chi cerca solo un'occasione di redimersi, chi non riesce a sopportare l'astio che scorre come un fiume in piena e chi, testuali parole, "fa lo stronzo di professione". Starlord, e noi con lui, avrà bei grattacapi per cercare di tenere compatta la squadra e al contempo evitare che la matriarca Kree compia altre stragi nella galassia.
Questo ultimo capitolo ha una conclusione amara, e il suo corpo centrale è composto da scelte dolorose e conseguenze difficili da accettare. Se la narrazione della vicenda principale non si è evoluta più di tanto, lo stesso non si può dire dei rapporti tra i membri dell'equipaggio della Milano. I Guardiani, alla fine di Who Needs You non sono più gli stessi, e la domanda più pressante a cui dare risposta è: ce la farà un gruppo decimato e lacerato dal dubbio a salvare nuovamente la galassia da questa nuova e terribile minaccia? Per avere la risposta non dobbiamo far altro che attendere un mesetto, quando uscirà l'ultima parte di questa serie.
Episodio 5: Don't Stop Believin'
Siamo finalmente giunti alla fine del nostro viaggio al fianco dei Guardiani della Galassia. Don't Stop Believin', oltre ad essere l'epica canzone dei Journey, è anche il titolo del capitolo conclusivo della serie firmata dai ragazzi di Telltale. Qui è dove la trama principale giunge al suo epilogo, anche se gli sviluppatori non hanno rinunciato nemmeno questa volta ad approfondire il passato dei protagonisti. Prima di buttarci nell'analisi di quest'ultimo episodio però facciamo un passo indietro, giusto per per fare il punto della situazione.
L'ultima volta avevamo lasciato un gruppo decimato e spezzato. Uno dei membri più importanti aveva deciso, preda di un attacco improvviso di eroismo solo in parte giustificato, di sacrificarsi per permettere ai suoi compagni di mettersi in salvo da una terribile minaccia. A seguito del triste evento, alcuni dei componenti rimanenti non se la sono sentita di continuare la missione, preferendo voltare le spalle ai Guardiani e rinchiudendosi in un sordo isolazionismo. Hala però, la matriarca Kree resa folle dal dolore causatole dalla perdita del figlio, non ha intenzione di rimanere con le mani in mano, e mentre i nostri eroi sono in lutto o vittime di crisi esistenziali, lei sfoga la sua ira attaccando qualunque pianeta le capiti a tiro.
La minaccia è grave e la Novacorp non sa più che pesci pigliare, l'unica speranza è che il gruppo dei difensori della galassia rinsavisca e torni ad unire le forze per evitare il disastro imminente. In effetti così accade e la persona (o in questo caso il vegetale) da ringraziare risponde al nome di Groot. Il ligneo gigante dal cuore tenero, aiutato da Mantis, coinvolge gli ex compagni in un abbraccio di gruppo, con l'intento di dimostrare che il team un tempo era capace di collaborare e spalleggiarsi a vicenda, invece che battibeccare e minacciarsi di morte ogni due secondi.
Ecco quindi che, a pochi minuti da quando si è sollevato il sipario, ci troviamo nuovamente a sprofondare in un flashback. Solitamente questi salti nel passato approfondiscono la storia di un personaggio specifico, ma in questo caso il protagonista è il gruppo stesso, con attenzione particolare alla sua formazione. Gli amanti del film ora si staranno probabilmente domandando come mai inserire una fase narrativa come questa, dato che nel primo blockbuster le cose erano già state mostrate e ben approfondite. Come già detto nei capitoli precedenti, l'opera Telltale si distacca dalla controparte cinematografica, anche se in questo caso avrebbe fatto meglio a rimanervi fedele. La sezione giocabile è infatti breve ed insipida, un surrogato molto stringato dell'esilarante fuga dalla prigione, in cui l'unico espediente narrativo originale e degno di nota sono gli inaspettati baffi di Peter.
Insomma il ricordo offerto in questo capitolo non soddisfa e non riesce a reggere il confronto con quelli precedenti. Non solo non rivela nessun dettaglio inedito sul passato degli eroi, ma ricalca qualcosa di già visto riassumendolo in modo sbrigativo e poco ispirato. Se l'estro creativo manca, appoggiamo però la scelta di una sezione concisa, utile per lasciare maggior spazio alla storia principale e alla sua conclusione.
Dopo che alcuni dei membri sono tornati in carreggiata, convinti dalla visione offerta dallo sforzo congiunto di Groot e Mantis, ne mancano comunque altri. Senza stare ad approfondire, per evitare spolier, un'altra generosa fetta del capitolo è dedicata al recupero di queste anime in pena. L'antennuta empatica si rivela ancora una volta un elemento fondamentale grazie al quale Starlord riesce a mettersi sulle tracce dei sui compagni di recente spariti nel nulla.
Il loro recupero e la reintegrazione nei Guardiani passa per un'intensa analisi introspettiva. Ognuno di loro deve, prima di tornare al proprio posto, guardare dentro di sé, accettarsi e perdonarsi. Questo percorso lacrimevole e forse fin troppo profondo per il brand, non è che il culmine di quanto cominciato nei capitoli precedenti. Gli autori hanno voluto aggiungere spessore, debolezze e umanità ai personaggi, che in queste sezioni si rivelano certamente più fragili e vulnerabili di quando affrontano enormi mostri alieni col coltello tra i denti. La virata "sentimentale", che sin dall'inizio della stagione ha cozzato un po' più rumorosamente di quanto ci aspettassimo con la spiccata vena comica della produzione, rende il prodotto più maturo. Se questa scelta sia azzeccata o meno solo il giocatore può dirlo, siamo certi che alcuni l'apprezzeranno mentre altri avrebbero preferito dei toni meno impegnati.
Insomma, dopo aver recuperato tutti e riformato il gruppo, ora più saldo e coeso che mai, i Guardiani possono affrontare la minaccia rappresentata da Hala. La battaglia finale è certamente la parte più succosa e densa di azione del capitolo. Prima di buttarsi a capofitto però c'è da attuare una pianificazione, per decidere come abbordare l'enorme nave ammiraglia Kree. Ci viene richiesto quindi di affidare un ruolo specifico ad ogni guardiano, in base alle sue competenze. Una volta spartiti i compiti giunge il momento di darsi da fare e le risposte a scelta multipla legate ai dialoghi si fanno da parte per lasciare il posto ai QTE.
La lotta, giunta al suo epilogo, mette il giocatore di fronte ad alcune similitudini tra il dolore di Peter per la perdita della madre a quello di Hala nei confronti della prematura dipartita del figlio. Un altro momento di profonda riflessione quindi, e non un finale a tarallucci e vino come in molti si aspettavano. Il cliffhanger nell'ultima inquadratura inoltre lascia presagire un possibile seguito in cui la minaccia di Thanos, da tutti ritenuta ormai scongiurata, torna a gettare la sua ombra sulla galassia.
Eccoci quindi al momento di tirare le somme e assegnare un voto alla produzione degli sviluppatori californiani. Proprio in questi giorni abbiamo appreso la triste notizia di come quasi un quarto dello studio dedito allo sviluppo di avventure grafiche moderne sia stato mandato a casa. La formula prettamente narrativa, che fa dei brand di grande richiamo a cui si appoggia uno dei suoi punti di forza, sembra stia cominciando a perdere colpi. Complice anche un engine datato, il concept di gioco inizia a farsi un po' stantio anche se la scrittura si attesta sempre su buoni livelli.
La storia è stata capace di mantenere sempre alta l'attenzione e di fornire succulenti retroscena riguardanti i nostri beniamini spaziali. Seppur nulla di nuovo (in termini di gameplay) sia giunto sui nostri schermi, la ricetta ci ha soddisfatto ma non al punto da credere che i ragazzi di Telltale possano continuare a vivere di rendita mantenendo invariata una formula che ormai reitera sé stessa da fin troppo tempo.
In definitiva, per chi ancora non avesse acquistato il titolo, vi consigliamo di recuperarlo se amate i Guardiani della Galassia e siete fan dello stile Telltale. Ad ogni modo, l'ondata di licenziamenti che ha afflitto lo studio è un chiaro segnale di come le cose debbano cambiare alla svelta e, se così non dovesse essere, preparatevi a vedere un netto calo di dialoghi con risposte multiple e QTE nell'industria.
Purtroppo il mercato non perdona e chi vuole sopravvivere non può sperare di restare adagiato sugli allori per sempre. Nel film Gunny, Clint Eastwood dice: "improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo". Mai una frase ci è sembrata più adatta che in questa occasione.