Skip to main content

Halloween Ends recensione, il Bene e il Male sono collegati

Il carnefice per esistere deve avere la sua vittima.

Haddonfield è la cittadina nella quale ha imperversato Mike Myers dal lontano 1978, anno in cui la babysitter Laurie (Jamie Lee Curtis) ha avuto la sfortuna di entrare nel suo raggio d’azione. Sono passati 44 anni lungo i quali Myers, diventato un’icona del Male assolutamente immortale, è periodicamente tornato all’attacco per concludere quella che sembra essere l’unica missione della sua peraltro miserevole vita.

Oggi, dopo la cruenta conclusione del film precedente, Halloween Kills del 2021, ritroviamo Laurie, intenta a scrivere le sue memorie, quasi per esorcizzare una vita inesorabilmente collegata a quella del mostro che non ha smesso di braccarla, influenzandola tragicamente. La donna, anziana e sola, è pure dilaniata da impropri sensi di colpa e fa una vita d’inferno, colpevolizzata da molti concittadini per quanto accaduto nel tempo, perché ritenuta responsabile alla stregua di Mike (il famoso “in fondo se l’è cercata”).

Non sarà che con la sua ostinata ribellione lo ha costretto a insistere per conseguire il suo scopo? Interrogativo distorto che proprio in quest’ultimo anno diventa più stuzzicante, visti i recenti fatti di politica internazionale. Ma ci sono anche sentenze di assoluzione per stupro che lo riecheggiano.

Una vecchia eroina, un nuovo malvagio?

E comunque si tratta dello stesso tema presente nei processi mediatici agli Avengers o a Superman, per restare nel mondo della fiction, ritenuti responsabili di avere attirato i malvagi desiderosi di sfidarli, come del resto già si diceva dei pistoleri o degli sceriffi del West. Se uno è un vero Buono, inevitabile che stimoli la fida dei veri Cattivi.

E chi dice che tutte le vittime fossero davvero incolpevoli, che nessuna meritasse la brutta fine che ha fatto? Chi dice che anche altri non meriterebbero una brutta fine? E questo da cosa dipende? Dal male che è insito in ciascuno di noi e che, messo insieme a quello di tutti gli altri, fa sì che ogni tanto si pensi che siamo una razza senza speranza, degna solo di estinguerci (dubbio già balenato abbondantemente durante la visione del film precedente). Oppure in tutti noi esiste qualcosa che aspetta solo la giusta scintilla per esplodere? Che è quanto accade al volonteroso Corey, onesto lavoratore in attesa di andare all’Università, che si trova la vita spezzata da un tragico incidente.

Guarda su YouTube

Quando viene assolto, la maggioranza della cittadina lo ha però marchiato a vita e lo sconvolto ragazzo inizia a provare istinti sanguinari, perfettamente condivisibili, vista la levatura delle carogne che incontra. A causa di una delle sue disavventure, entra in contatto con la nipote di Laurie, ragazza anche lei dall’equilibrio precario, viste le avventure che ha dovuto attraversare con la sua sventurata famiglia. Su questa situazione già esplosiva, cala una volta di più la cieca furia omicida di Mike e sarà un altro Halloween di sangue.

Halloween Ends e il tredicesimo film della saga, ultimo (chissà, forse, così si dichiara) capitolo della trilogia reboot per mano di David Gordon Green, regista con predisposizione all’horror. Come del film del 2021, si avverte lo sforzo di vivacizzare la struttura canonica di storie che devono intrattenere fra un ammazzamento e l’altro, fra fiumi di sangue e sbudellamenti e sgozzamenti, inserendo un tema un po’ più stimolante.

Un altro storico protagonista, lo sceriffo Frank.

Se in Halloween Kills Gordon Green metteva in scena folle istericamente intente a farsi giustizia, là dove la giustizia ufficiale aveva palesemente fallito, qui la medesima maggioranza (silenziosa?) imputa alla vittima la colpa dell’esistenza del carnefice e legge nella sua ostinata resistenza a sopravvivere una sfida irritante. Così, fra cittadini che colpevolizzano Laurie e altri che bullizzano Corey, si è portati a pensare che una delle solite belle sfoltite stile Mike potrebbe essere sacrosanta.

Come si diceva nel film precedente, se al Male si risponde con i suoi stessi strumenti, non lo si vince ma lo si propaga. Come si esce da questa spirale diabolica? Tema delicatissimo, attualissimo, se lo chiedono in tanti, anche adesso, in una delle tante parti del mondo aggredite e vessate da qualcuno più forte, più violento, più malvagio.