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Mi sono innamorato della campagna di Halo Infinite e non mi importa di quel che pensa la gente - editoriale

Mi ricorda una mia vecchia, vecchia fiamma.

Nei primi momenti di Halo 2, mentre Master Chief e il Sergente Johnson venivano insigniti di tutti gli onori dall'UNSC, l'Arbiter veniva trascinato al cospetto dell'Alleanza per la sua punizione. Deriso e umiliato, era segnato davanti a tutti con l'indelebile Marchio d'infamia, la più grande forma di disonore che un Covenant, e specialmente un Sangheili, possa subire.

Dopo quella prima, maledetta presentazione della campagna di Halo Infinite, il nuovo titolo della longeva serie di Microsoft ha subito per certi versi la stessa sorte dell'Arbiter, venendo ostracizzato per la qualità di un'esperienza single player che per molti, fino a ieri, semplicemente non esisteva.

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Quando se ne parlava infatti, anche tra addetti ai lavori, l'opinione che si incontrava più di frequente è che se il comparto multigiocatore di Infinite fosse tutto sommato salvo dalla disfatta, la sua campagna sarebbe stata sicuramente rinviata, quasi come se il soggetto della conversazione fosse nient'altro che il celebre gatto di Schrödinger: finché non guardiamo nella scatola, possiamo anche darlo per morto.

Per carità, le responsabilità di questa narrazione dominante sono in parte o tutte ascrivibili alle scelte di 343 Industries, che non era mai tornata a trattare il tema dalla campagna single player dopo il sanguinoso rinvio che ha spostato la data d'uscita del gioco al 2021. Ma ieri, finalmente, un breve video di 6 minuti è stato in grado di spazzare via qualsiasi nostro dubbio sulla componente a giocatore singolo di Halo Infinite, che come già sapevamo porterà il franchise su terreni mai battuti prima dalle gomme di un Warthog.

Andando a spezzare una tradizione che durava ormai da quasi due decenni, il nuovo capitolo abbraccerà una formula open world, o qualcosa di molto simile, offrendo ai giocatori ampie aree esplorabili colme di attività collaterali, che come abbiamo visto nel trailer avranno spesso come protagonista gli avamposti degli Esiliati, una pericolosa fazione di Covenant che occupa militarmente la superficie di Zeta Halo.

Dal punto di vista tecnico, il salto in avanti rispetto a un anno fa è sotto gli occhi di tutti.

Se prima del trailer avevamo più di qualche dubbio sulla componente narrativa di questo capitolo, che sembrava volersi concentrare sulla minaccia posta degli Esiliati piuttosto che sui temi lasciati aperti da Halo 5, una delle conferme in assoluto più importanti che ci è giunta ieri riguarda proprio la trama di Halo Infinite, che fortunatamente tornerà con prepotenza ad affrontare ciò che era rimasto in sospeso negli ultimi 6 lunghi anni.

L'obiettivo principale di Master Chief su Zeta Halo sarà infatti quello di svelare cos'è successo a Cortana, avendo inoltre la responsabilità di neutralizzare la sua vecchia compagna con l'aiuto de L'arma, un'altra intelligenza artificiale con le sembianze della stessa Cortana, che però è stata sviluppata con il solo scopo di eliminarla. Per il momento è complicato cercare di capire quale direzione prenderà la storia, ma per i fan della serie si prospetta un capitolo ad alto tasso emozionale, con davvero tanti riferimenti alla lore della saga, in grado di avere un impatto incalcolabile sulla trama di Halo.

Una buona storia deve comunque essere supportata da un impianto di gioco all'altezza; quindi, non ci saremmo mai potuti accontentare di qualche conferma sulla bontà della trama di Halo Infinite. Non lo nascondiamo, malgrado non abbiamo mai trovato davvero disastrosa la presentazione dello scorso anno, ci aspettavamo un trailer che potesse fare luce una volta per tutte sugli elementi caratteristici della campagna di questo capitolo, che come vi abbiamo anticipato si discosterà molto da quelle che avete avuto l'occasione di giocare in passato.

In pieno stile open world, l'area di gioco sarà disseminata di avamposti e attività secondarie.

Ora, non è ancora chiaro se Halo Infinite si ambienterà in una sola, vasta mappa o se si svilupperà attraverso diverse aree di grandi dimensioni, ma quel che è certo è che possiamo dimenticare le missioni lineari tipiche degli ultimi capitoli della serie. Durante il trailer abbiamo osservato Master Chief prendere di mira un avamposto degli Esiliati, richiedere un veicolo da una delle basi disseminate per la mappa, per poi assaltarlo con tutta la potenza di fuoco garantita dal suo arsenale.

L'obiettivo, come in ogni open world, sarà probabilmente quello di ottenere il controllo dell'area e di sbloccare risorse, che potranno essere poi utilizzate per potenziare le abilità di Master Chief attraverso un menù specifico. Il sistema di upgrade, che coinvolge le abilità attive di John come il rampino, lo scudo portatile e la schivata, si è a malapena intravisto ed è davvero un'incognita che non vediamo l'ora di mettere alla prova in fase di recensione del gioco.

Da queste premesse, non saremmo poi così sorpresi di scoprivi infastiditi da questa rumorosa rivoluzione di gameplay che si consumerà in Halo Infinite. E perché non dovreste esserlo? I bei vecchi tempi, quelli delle missioni lineari su binari inamovibili, stanno per lasciare il passo a una formula che generalmente non gode di moltissimo credito. Halo è tradizione, quindi era davvero necessario stravolgere così tanto e puntare su una campagna open world?

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La brutta notizia è che se fate parte di questa scuola di pensiero, i bei vecchi tempi probabilmente ve li siete persi. Noi c'eravamo nel 2001 quando Halo: Combat Evolved cambiò il genere degli FPS, e vi possiamo assicurare che missioni come quella del Silent Cartographer erano realizzate proprio a partire dall'idea di un piccolo mondo aperto in miniatura. C'era un'intera isola a disposizione della curiosità del giocatore, tantissime aree da esplorare col fiato sospeso, pochissimi indicatori e un costante senso di meraviglia che però deflagrava quando entravi dentro a una struttura realizzata da un'antica civiltà, senza avere la benché minima idea di cosa avresti trovato al suo interno.

L'esplorazione, nel primo Halo, era quella in grado di innescare la magia. E senza di essa, Combat Evolved non sarebbe stato quello che oggi ricordiamo come uno dei migliori FPS della storia, quindi dal nostro punto di vista ci sembra assolutamente ragionevole ricominciare da una formula open world mentre si sviluppa un'esperienza di Halo fortemente radicata nel passato della saga.

Realizzare un impianto di gioco a mondo aperto non è però affatto semplice, e 343 Industries sarà chiamata a dare prova della sua abilità nel confezionare attività e missioni secondarie valide, che non ci facciano rimpiangere la svolta intrapresa dello studio. Fortunatamente, sembra che alcune scelte vadano nella giusta direzione, lasciandoci ad immaginare come potrebbe essere grandioso un Halo open world che punti tutte le sue cartucce sull'esplorazione a mano libera: nel trailer abbiamo osservato in più di un'occasione la presenza di boss speciali Covenant, e l'idea di affrontarne uno a guardia di una preziosa ricompensa, magari al culmine di un lungo dungeon, non fa che esaltarci.

La trama di questo nuovo capitolo potrebbe avere risvolti clamorosi sulla storia al centro della serie.

Insomma, Halo Infinite potrà essere allo stesso tempo il più classico e rivoluzionario Halo di sempre, eppure la cosa non riesce in alcun modo a farci preoccupare. Dopo due capitoli che sfruttavano ampiamente l'eredità di Bungie, 343 Industries propone finalmente qualcosa di spiccatamente autoriale, prendendosi degli enormi rischi nel tentativo di innovare un franchise che per la community degli appassionati è spesso una religione.

Con un comparto multigiocatore che sembra brillare da tutti i punti di vista, avere una campagna principale all'altezza delle aspettative dei fan sarà decisivo per la rinascita di Halo. Per il momento, abbiamo solo dato un fugace sguardo all'interno della scatola. Ma il gatto sembra davvero molto, molto vivo.