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Halo Infinite Provato: La campagna segna il ritorno di Master Chief

Vi diciamo le nostre prime sensazioni sulla campagna.

Il fatidico momento di tornare ad indossare il casco di un'armatura Mjolnir è finalmente arrivato, dopo sei anni di logorante attesa per tutti i fan della saga di Halo.

Il rinvio di un anno che ha lasciato Xbox Series X orfana di una delle IP proprietarie più iconiche è stato un duro colpo da incassare: assieme al Master Chief in bella vista sulla confezione della console c'era anche la consapevolezza che al momento dell'avvio non avremmo potuto ascoltare quella colonna sonora che ancora oggi fa venire i brividi.

Il brand di Halo, nonostante i cambi di rotta che non sempre hanno giovato alla serie, resta legato a ricordi felici e indimenticabili per milioni di giocatori. Tantissimi hanno momenti da raccontare e rivivere assieme al super soldato che in ogni capitolo è chiamato a salvare l'umanità e la galassia. Se come noi siete entrati nella fascia dei trenta e state leggendo queste righe sicuramente eravate lì, vent'anni fa, con la nuova e promettente Xbox targata Microsoft, ancora inconsapevoli di come Halo: Combat Evolved avrebbe cambiato i paradigmi degli FPS.

Da quel 2001 ne è passata di acqua sotto i ponti: cinque titoli principali, due spin-off e due RTS, per non parlare di tutti i romanzi, fumetti e i media che compongono l'universo espanso. Una prima decade passata in mano a Bungie, il periodo più rappresentativo per Halo, fino all'arrivo di 343 Industries, che in questo decennio ha cercato di trovare la giusta formula per proseguire una storia e una tradizione impossibile da imitare.

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Ma nonostante le voci che suggerivano una campagna fallimentare dopo il poco incoraggiante reveal avvenuto due anni fa, che evidenziava uno stato dei lavori ancora molto acerbo, il team di sviluppo ha recepito tutte le critiche e i feedback negativi, e lavorando a testa bassa ha portato a termine la nuova avventura di John-117: Halo Infinite.

Abbiamo avuto la possibilità di mettere piede su Zeta Halo, assaporando le prime ore di gioco di quella che sarà a tutti gli effetti la campagna principale di Halo Infinite; un assaggio di una missione profonda, introspettiva e sentimentale, molto più di quanto visto finora nei confini dell'intera saga. Purtroppo non ci è concesso parlarvi in modo approfondito dell'impatto emotivo che queste ore iniziali riescono a offrire ai fan di Halo, né degli importanti avvenimenti che dettano i ritmi della narrativa di questo sesto capitolo del filone principale. E anche se potessimo farlo, vi assicuriamo che non siete pronti per quello che succederà.

Ci dispiace lasciarvi sulle spine, ma quello di tutelare la vostra esperienza fino al momento in cui avvierete Halo Infinite l'8 dicembre è un fardello pesante ma assolutamente necessario. Perché quel che si evince già dalla prima missione è che Infinite sarà portatore di una narrativa decisamente ambiziosa. Le molteplici critiche che 343 Industries ha ricevuto con la scrittura di Halo 4 e Halo 5: Guardians devono aver colpito nel segno gli sceneggiatori, spingendoli a tirare fuori dal cilindro qualcosa di tanto inaspettato quanto straordinario.

Zeta Halo è completamente esplorabile ed è ricco di attività secondarie da scoprire e basi UNSC da riconquistare.

Halo Infinite non è il classico sparatutto a cui siete abituati, e l'unico elemento che troverete in diretta continuità con la saga è il roster di protagonisti. Dimenticate le missioni lineari degli ultimi capitoli del tutto prive di scoperta ed esplorazione: dopo una potente introduzione alla missione di Chief sull'Installazione 07, Halo Infinite si trasforma in qualcosa di nuovo e inedito, spezzando con brutalità le catene che finora lo hanno tenuto intrappolato nella sua formula.

Tutto ciò che rientra nell'orizzonte visivo è esplorabile e raggiungibile, senza alcun muro invisibile volto a limitare la curiosità né ostacoli fisici che costringono a ritornare sul sentiero principale. Non a caso, in Halo Infinite Master Chief può contare sul rampino, un nuovo strumento piuttosto discusso che alla prova dei fatti è risultato una scelta azzeccata, data la nuova struttura del mondo che lascia completa libertà di fare qualsiasi cosa nell'ordine che si preferisce.

L'altra grande novità che abbatte i paletti che finora avevano contraddistinto la Campagna è rappresentata dalle attività secondarie che vivacizzano la mappa di gioco, che al momento ci è sembrata essere di discrete dimensioni. Come mostrato durante il recente reveal, tra una missione e l'altra avremo la possibilità di conquistare avamposti, liberare Marine prigionieri degli Esiliati e cercare oggetti collezionabili utili per i potenziamenti, o ancora log audio che raccontano le storie di altri personaggi parte dell'universo di Halo.

L'arsenale su cui possiamo contare cambia in Halo Infinite con nuove armi e rivisitazioni dei classici della UNSC.

Possiamo finalmente affermare in modo chiaro che Halo Infinite non è un vero e proprio open-world, ma un open-map molto vasto diviso in sezioni ben definite. Immaginate una grande area con alcuni piccoli settori in cui è possibile giungere solamente in momenti specifici dell'avventura, e che non possono poi essere raggiunti nuovamente una volta che li avete completati. Ciò è in linea con il cambiamento all'approccio alla campagna principale, che non è più divisa in singole missioni e che, almeno in questa fase, non offre la possibilità di rigiocarle.

È abbastanza chiaro che una formula simile, in cui le main quest sono intervallate da side quest opzionali, potrebbe non piacere a tutti, e la grande maggioranza dei giocatori potrebbero mal digerire attività come la pulizia degli avamposti che punteggiano la mappa. Per quanto abbiamo potuto vedere fino ad ora, non salvare un gruppo di Marine o distruggere un'armeria degli Esiliati non compromette in alcun modo la progressione nella trama principale, ma i fan della saga che devieranno dai binari saranno ripagati con chicche di “lore” ad ogni base conquistata.

La situazione su Zeta Halo è drammatica: l'UNSC è stata completamente schiacciata dalla potenza degli Esiliati, e il nostro salvatore, dall'oblio eterno nello spazio, non perderà occasione per ripeterci che ormai abbiamo perso. Il Pilota è il nuovo coprotagonista di questa promettente avventura, un uomo impaurito e scettico riguardo la riuscita del folle piano di Master Chief di combattere da solo un'intera armata di Brute, Elite e Grunt. Ma sappiamo bene che in ogni missione impossibile non saremo mai completamente soli, e ora più che mai il nostro John ha bisogno di un'Arma.

Nonostante le sembianze molto simili, la nostra nuova compagna non sarà Cortana ma una sorella più ingenua e curiosa, che abbiamo letteralmente amato.

Una menzione di onore va infatti alla nuova Intelligenza Artificiale nata dalla stessa matrice che ha dato vita alla celebre Cortana. La caratterizzazione di questa nuova IA è stata costruita sin dalle prime ore in modo perfetto: è ingenua, curiosa e sempre dedita alla missione. Lo ammettiamo, questa scelta narrativa, seppur coerente con la trama, ci aveva intimoriti sul come questa storia si potesse evolvere, apparendo inizialmente come un cliché già visto e non necessario. Invece l'Arma è riuscita a sorprenderci ad ogni linea di dialogo, sfoggiando una scrittura superba che ci ha lasciato una voglia incontenibile di proseguire Halo Infinite.

Il sentimento che invece ci ha spinto ad imbracciare il fucile d'assalto è la sete di vendetta verso gli Esiliati comandati da Escharum, leader della Mano di Atriox e mentore del temibile Brute incontrato per la prima volta in Halo Wars 2. Anche gli Esiliati, come tutte le altre fazioni incontrate in questo universo, hanno al loro interno una scala gerarchica e il nostro compito, come sempre, sarà quello di abbatterla a partire dalle fondamenta fino ad arrivare all'apice.

Nelle prime ore di gioco abbiamo preso parte a una delle numerose boss fight che il gioco sembra avere in serbo e che, purtroppo, non ci ha particolarmente entusiasmato. Provando a varie difficoltà e sfruttando le bobine esplosive disseminate per l'Arena lo scontro si conclude rapidamente, mettendo raramente Master Chief in vere situazioni di pericolo.

Durante la nostra prova c'è stato spazio per la prima Boss Fight, una gradita aggiunta che però non ci ha convinto pienamente.

A soddisfarci pienamente è stato invece il gunplay e il feeling con le armi, dotate di un sound design davvero ben studiato e sottoposte a una rivisitazione artistica che le rende più dettagliate, con texture che non fanno assolutamente pensare a giocattoli di plastica come qualche anno fa. L'arsenale su cui potremo contare in questa missione si adatta al contesto narrativo: uno scarso numero di armi UNSC che lasciano più spazio a quelle ideate dagli Esiliati. A differenza dei precedenti Halo, il nostro nemico non sarà una razza inedita ma una congrega di ex Covenant mossi dalla rabbia verso i Profeti, che li hanno ingannati e sfruttati nel corso degli anni vendendo il Grande Viaggio come unica via di vittoria e redenzione.

Gli Esiliati sono dunque guerriglieri che si approfittano delle situazioni, e anziché puntare su ingegneri o scienziati si impossessano di armi e basi UNSC modificandone le parti per renderle più letali. Certo, ci siamo imbattuti in qualche novità, come ad esempio dei modelli elettrici che stordiscono i nemici o cannoni in grado di incendiare l'area d'impatto, ma alla resa dei conti le armi più efficienti rimangono quelle che già conosciamo. Il feeling rimane ottimo e farsi strada fra le truppe nemiche a suon di proiettili o bordate al plasma è estremamente appagante, grazie anche a una minore incidenza dell'aim assist, che dona molta più soddisfazione quando si mettono a segno colpi precisi.

È sicuramente prematuro tirare delle conclusioni sulla campagna Halo Infinite, ma è innegabile che il lavoro svolto e il tempo aggiuntivo abbiano giovato tantissimo al gioco. C'è ancora qualcosa da sistemare nella pulizia generale, in alcune animazioni e texture imprecise, ed è evidente che la natura cross-gen ne abbia limitato la potenzialità. Su Xbox Series X dobbiamo però riconoscere che si comporta egregiamente, e nonostante quest'analisi sia basata su una build lontana da essere quella definitiva, l'orizzonte visivo ed i dettagli nelle fasi di esplorazione sono risultati notevoli. Non siamo mai incappati in cali di frame rate evidenti e il gioco si è sempre comportato in modo fluido per tutta la durata della nostra prova, con caricamenti rapidi e rari fenomeni di pop-in.

In Halo Infinite potrete prendere fiato tra una missione e l'altra distruggendo gli avamposti degli Esiliati, riducendone così le forze su Zeta Halo.

Quel che invece appare evidente senza necessità di aspettare la recensione finale è l'all-in compiuto da 343 Industries, che ha realizzato un gioco completamente nuovo e lontano dagli schemi che hanno reso iconico il brand di Halo. Negli anni 2000 era la saga che dettava tutti i ritmi degli shooter, colei da cui tutti avrebbero in futuro preso ispirazione per creare nuovi standard. Ma i tempi cambiano, rimanere sull'Olimpo con tanta concorrenza agguerrita non è una sfida facile, e il team americano si è reso ben presto conto che l'eredità raccolta era decisamente pesante.

Halo 4 e Halo 5: Guardians hanno provato, percorrendo strade diametralmente opposte, a riportare in vita l'epicità che si respirava nella prima trilogia. Non ci sono riusciti ma hanno imparato tanto, capendo che allontanarsi troppo dalla strada maestra non avrebbe portato a niente di buono. Gli sviluppatori di 343 Industries hanno recepito il messaggio e lavorando con caparbietà ha preso un'altra folle decisione: consegnare nelle nostre mani Zeta Halo e la totale libertà di esplorarlo.

Vedere la misteriosa Installazione 07 così vasta e pronta a rivelare i suoi segreti è la spinta giusta che serviva per donare nuova linfa vitale alla saga, che nonostante i vecchi fasti e le peculiarità che la hanno resa celebre aveva bisogno di tenere il passo con i titoli moderni. Ad accompagnare questa struttura tanto affascinante c'è una scrittura che sembra una delle migliori mai incontrate nella storia di Halo.

Non sappiamo cos'altro gli sceneggiatori abbiano in serbo per noi ma le premesse sembrano portare verso una delle storie più emozionanti mai raccontate nella galassia. Per fortuna dovremo aspettare ancora poco per poter mettere mano al gioco completo: a seguito di una lunga attesa e dopo aver tirato un enorme sospiro di sollievo possiamo dire con certezza che Halo è finalmente tornato.