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Halo The Television Series Recensione: Il tanto atteso show è all'altezza delle aspettative?

Master Chief approda finalmente in TV.

Il percorso che ha portato Halo ad arrivare sul piccolo schermo è stato lungo e decisamente tortuoso. Il progetto inizialmente pensato per essere un film ad opera di Steven Spielberg ha negli anni subito ritardi, modifiche, cancellazioni e nuovi produttori pronti ad entrare per poi defilarsi quando l'accordo sembrava concluso.

Questa burrascosa vicenda ha però un lieto fine, almeno in termini di distribuzione, e siamo qui oggi a parlarvi del primo episodio di Halo: The Television Series, diretto da Kyle Killen e Steven Kane, accompagnati alla direzione dal sopracitato Spielberg. Ad indossare la Mjolnir è Pablo Schreiber, famoso per i ruoli in 13 Hours, Nella Tana dei Lupi e American Gods, assieme a Natascha McElhone nel ruolo di Cortana, celebre grazie a Californication e Hotel Portofino.

L'UNSC in questo primo episodio viene rappresentata come una potenza militare senza scrupoli che si pone in maniera molto fredda ed esclusivamente propagandistica nei confronti di Master Chief.

La serie TV è nativamente distribuita su Paramount+, i cui diritti in Italia sono stati raccolti da Sky che metterà in onda gli episodi in versione originale sottotitolata ogni giovedì alle 23:30 a partire da giovedì 24 marzo su Sky Atlantic e sul servizio streaming NOW. Per la versione doppiata dovrete attendere quattro giorni sui suddetti canali, ricordando che il doppiatore di Master Chief non sarà la voce consueta dei videogiochi, Giorgio Melazzi, interpretata invece da Simone d'Andrea noto nel mondo videoludico come la voce di Ratchet.

Prima di entrare nel dettaglio vi è una precisazione d'obbligo da dover fare sulla trama e su come viene trattata in questa serie. Ciò che abbiamo visto e vedremo non è canonico e non amplia la narrazione videoludica e letteraria, dichiarandola come una Silver Timeline, nome in codice affibbiato alla serie TV in fase di produzione. Niente Blue Team ma Silver Team, con John 117 al suo vertice e gli Spartan Kai-125, Riz-028 e Vannak-134.

In un post su Halowaypoint, blog ufficiale della saga, il direttore creativo del franchise Frank O'Connor si era esposto delineando la tangente che questa trasposizione avrebbe preso, preservando le leggi fondamentali che compongono l'universo deviando su una linea temporale coerente ma che non andrà mai ad integrarsi con quella videoludica e dei romanzi.

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Una scelta che potrebbe far storcere il naso ai fan più accaniti che aspiravano a vedere una trasposizione fedele delle vicende di Master Chief e Cortana ma al tempo stesso questo nuovo filone potrebbe portare a qualcosa di comunque molto godibile, esplorando opzioni che non hanno trovato spazio nella trama canonica. Halo: The Television Series si apre in modo decisamente brutale ad indicare quanto l'atmosfera sia ben lontana da quella vissuta nei videogiochi. Il primo pianeta a schermo è Madrigal, una colonia esterna ricca di deuterio colonizzata da ribelli e fazioni indipendenti che non vogliono vivere sotto l'algida prepotenza dell'UNSC. Perché è questo che la serie porta prepotentemente in primo piano, un'organizzazione militare senza scrupoli con manie di espansionismo e controllo, equipaggiata di uomini biologicamente modificati, senza sentimenti e inarrestabili sul campo di battaglia.

Le analogie con la saga videoludica della prima trilogia sono molte, alcune proposte come vero e proprio fanservice e lo stemma del Blue Team sull'armatura ne è un esempio lampante assieme a scene girate con l'HUD all'interno del casco. Al netto di ciò vi è largo spazio per i combattimenti e CGI, il tutto ben orchestrato in pura salsa blockbuster a stelle e strisce. Certo vi sono alcune esagerazioni inutili ma nell'insieme anche i Covenant e i Profeti riescono a rendere molto bene a schermo, egregiamente riproposti in entrambi i casi.

Tra le location rappresentate a spiccare vi è una maestosa rappresentazione di Reach, ancora in piena forma e non distrutta e vetrifica dai Covenant come nella serie videoludica.

Come detto in precedenza, la serie vuole raccontare una storia diversa, prendersi delle libertà creative ben lontane da ciò che conosciamo e seppur ci sentiamo di giustificare tale scelta, il primo episodio ha violentemente premuto l'acceleratore verso questa direzione. Nell'arco di 50 minuti John 117 passa dall'essere la più grande arma dell'umanità a macchina assassina fuori controllo per i piani alti dell'UNSC, quest'ultimo dipinto nello show come l'Impero Galattico di Star Wars pronto a far fuoco ed eliminare anche la sua risorsa più preziosa.

A pagarne le conseguenze sono maggiormente due personaggi che ci saremmo aspettati molto più calzanti all'originale, ovvero Miranda Keyes e Catherine Elizabeth Halsey. In entrambi i casi non ci riferiamo alla qualità della recitazione delle due attrici che è senza dubbio di buon livello ma dobbiamo necessariamente puntare il dito sulla scrittura dei loro personaggi. In realtà questo problema si può estendere a tutta la famiglia Keyes, compreso il comandante Jacob, trasposto come una rigida marionetta dell'UNSC.

Dopo una sola puntata non è chiaro quanto la trama voglia spingere sulle tematiche delicate mai affrontate nei videogiochi, come gli Spartan non siano effettivamente visti unicamente come salvatori ed eroi buoni. Questo punto di vista potrebbe trasformare la serie in una drama opera con spunti interessanti, guardando oltre l'armatura e sul come la società si rapporti a questi super soldati.

Uno dei personaggi che meno ci ha convinti in questa puntata, purtroppo, è la Dottoressa Halsey, ben lontana dalla fredda e manipolatrice donna conosciuta nei romanzi e giochi.

Quel che è certo è che non ci saremmo aspettati un inizio così forte con un Master Chief già pronto ad interrogarsi sulle intenzioni dell'ONI e dell'UNSC, divenendo disertore per difendere una ribelle che fino a poco prima avrebbe ucciso senza pietà se questo rientrava nella missione. A nostro avviso, il debutto degli Spartan sul piccolo schermo poteva essere più cauto, prendendosi i giusti tempi per narrare la situazione geopolitica del 2552 secondo la Silver Timeline.

Questo primo episodio getta delle buone basi ma che non riusciamo ancora a percepirne la solidità, vedendo un potenziale che potrebbe affiorare con le prossime puntate e nella seconda stagione già confermata dai produttori. C'è molto coraggio nel rappresentare Halo in questo modo, tanto da poter andare ad infastidire i fan integralisti del brand con questa visione più fredda dell'universo ma allo stesso tempo generare una trama che con il tempo faccia emergere qualcosa di più intimo e profondo.

L'augurio è che dopo questo prepotente avvio la storia trovi un suo percorso, più ragionato e meno impulsivo, dando il giusto spazio ad ogni personalità e conflitto presente nell'universo. Al momento vi è solo un abbozzo di molte tematiche trattate superficialmente e comprensibili solo a chi ha una discreta conoscenza della saga videoludica. Ma, ovviamente, non è il primo episodio a determinare le sorti dell'intera stagione e non resta dunque che aspettare pazientemente le prossime puntate per poter esprimere un giudizio complessivo.